Il modo per risolvere il problema Chironomidi era stato trovato ed era stato pure presentato alla stampa in pompa magna, ma non è mai entrato in funzione. Il problema? Mancano i soldi.
La presentazione alla Polvese
Lo scorso anno, nel corso di un evento all’Isola Polvese, la società Laika aveva presentato i dati della fase di testing del ChiroBoat, il gabbiotto per catturare i chironomidi sul lago in modo naturale, senza l’utilizzo di sostanze chimiche che avrebbe permesso di abbattere del 40% in 5 anni la presenza di questi fastidiosi insetti sul Trasimeno. Alla fine, però non se n’è fatto nulla: l’intervento – che costa 200mila euro all’anno – non è stato finanziato e anche nel 2019 si è proceduto col sistema classico, quello che gli abitanti del lago chiamano ‘ddt biologico’, evidentemente non sufficiente (basti guardare le segnalazioni che continuano ad arrivare dal lago) e con un impatto importante sulla fauna lacustre.

Il monitoraggio
Nel 2018 è stata acquistata dalla società umbra Laika Lab – grazie al contributo della fondazione Cucinelli – la ChiroTrap: una stazione di monitoraggio entomologico (ne sono stati presi due esemplari, installati a Sant’Arcangelo e Passignano, con contratto di manutenzione fino al 2020) che serviva a studiare la diffusione degli insetti in relazione alle condizioni ambientali. Un marchingegno dotato di bilancia e sensori di temperatura dell’aria e dell’acqua, rilevatori di umidità dell’ambiente, intensità e direzione del vento. Hanno prodotto una grossa mole di dati, presentata nell’ormai famosa giornata di studio sul tema, che si è tenuta lo scorso anno all’isola Polvese. Fu lo stesso cui partecipò l’esperto indiano Ali Arshad, che durante la conferenza stampa aveva illustrato le ragioni della diffusione anomala degli insetti, parlando di «lago malato».
Il test di cattura
Proprio in vista di quell’evento fu effettuato un test con la ChiroBoat. Ed il successo è stato evidente: «Sfruttando il fatto che riusciamo a catturare al 95% femmine che ancora devono deporre le uova – racconta a umbriaOn Leonardo Spacone di Laika LAB – l’impatto è decuplicato, considerando che ogni femmina genera dalle 3 alle 5 generazioni». Però non c’è stato un seguito: «Non sono stati reperiti i fondi necessari alla produzione e alla messa in uso nell’anno 2019», rivela Spacone.
Mancano i soldi
Ma di quanti soldi parliamo? «All’incirca 200mila euro annui per cinque anni perché il sistema richiede assistenza da parte di esperti sia per l’installazione sia per la manutenzione e le nostre simulazioni ci dicono che appunto c’è bisogno di almeno cinque anni di intervento consecutivo per arrivare ad un abbattimento significativo». Troppi? Forse sì, forse no. «Dipende dai punti di vista – commenta Spacone – basti pensare che al momento vengono spesi circa 80mila euro all’anno per procedere col sistema classico».
CHIRONOMIDI: UNA BATTAGLIA CHE HA RADICI LONTANE

Un piccolo sforzo…
Considerando le dimensioni del problema e le conseguenze sul turismo, un piccolo sforzo in tal senso potrebbe essere fatto, magari puntando anche su sponsor privati (Cucinelli, ma non solo) e su organismi di categoria che riceverebbero sostanziali benefici dall’abbattimento dei Chironomidi. Oltre ovviamente all’Unione dei Comuni del Trasimeno. Invece, stando a quanto trapela, sembra che nessuno voglia mettere mano al bilancio per finanziare questo tipo di intervento, preferendo rimanere su posizioni consolidate.
Intervento reversibile
Spacone – ovviamente – difende la sua invenzione. Ma lo fa con dati alla mano. E mostra un grafico eloquente, che illustra come nell’arco di un quinquennio il numero di esemplari calerebbe del 40% e non solo, posizionando le trappole in cinque ‘zone di cattura’. Spiega anche che sarebbe un intervento controllabile nella sua intensità e addirittura reversibile: «La ChiroTrap agisce in modo meccanico, li cattura con le luci e li convoglia nelle trappole; ma se ci dovessimo accorgere che stiamo esagerando, che ciò stiamo togliendo troppi insetti dal lago, non dobbiamo fare altro che spegnerle e smetteremo di catturarli, senza ulteriore impatto. Viceversa, coi metodi attuali, le sostanze larvicide, per quanto di natura biologica, restano comunque nell’ecosistema danneggiandolo». E ciò senza parlare degli insetticidi utilizzati dai privati, per la gran parte inutili verso questi insetti, come dimostrano le immagini che abbiamo pubblicato…
«Il chironomide non è stupido…»
Ma perché questa invasione? Spacone da questo punto di vista si rifà a quanto già detto da Arshad e in parte da Asl e Arpa. I chironomidi sono elemento naturalmente presente nell’ecosistema del Trasimeno. E, a parte la presenza costante attorno alle fonti luminose, danno seri problemi (come quelli di questi giorni a Castiglione e dintorni) in fase di sciamatura; due o tre volte durante la stagione estiva. Il problema è che sono diminuiti i suoi ‘competitor’ e quindi ora la loro presenza è più evidente: «Il chironomide non è stupido – spiega con una battuta – siccome si è reso conto che in certi punti i suoi predatori non ci sono (o non ci sono più o ce ne sono meno che in passato) e quindi non viene mangiato, e li sceglie per riprodursi. E questa è la conseguenza».
La pulizia del lago
Mettiamoci poi che, come dicono gli esperti, il lago non vive un periodo di massima salubrità e non viene più preservato come si conviene: «Se le alghe anziché essere tolte vengono lasciate morire in acqua danno vita a un processo di decomposizione con ossidazione che toglie ossigeno all’acqua e rende difficile la vita per altre specie di animali, a cominciare dai pesci, che potrebbero mangiare le larve degli insetti». Insomma, la presenza dei chironomidi al lago è naturale. L’invasione no. È provocata dall’uomo. E l’uomo deve risolverla.
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