Chiusa per la movida ma non era giusto: ex pasticcera ottiene 120 mila euro dopo 20 anni

Perugia – Si è concluso l’infinito iter legale che ha visto opposta la donna al Comune

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Si è chiusa in questi giorni una vicenda legale iniziata poco meno di venti anni fa a Perugia, incentrata sulla movida – in particolare quella che si celebrava fino a notte fonda in centro storico – e che ha visto opposto il Comune di Perugia ad una ex commerciante, Michela Grasselli, già titolare di una pasticceria nella centralissima via Alessi. A ricostruire l’intricata vicenda è ‘Il Messaggero Umbria‘ con un articolo a firma di Luca Benedetti. In pratica fra il settembre e l’ottobre 2004 il Comune ordinò a tutta una serie di attività dell’Acropoli – pena sanzioni da 75 a 500 euro – l’applicazione di alcune misure volte a garantire sicurezza e vivibilità del centro, in testa la chiusura in orari – dalle 2.30 alle 5 – nel caso della pasticceria ed altri, nei quali il lavoro andava avanti come e più del solito. Immediata la battaglia sul campo della giustizia amministrativa, con i commercianti che cinque anno dopo – nel 2009 – riescono a spuntarla di fronte al Consiglio di Stato, ottenendo l’annullamento delle ordinanze. Ma alla pasticcera di via Alessi non basta e nel 2011 torna al Tar per veder riconosciuto un risarcimento in ragione del danno patito per cinque anni – 2004-2009 – con la chiusura in orari in cui avrebbe, di contro, potuto guadagnare e di che tinta. I giudici umbri, è il 2015, dicono di ‘no’ perché il ricorso viene ritenuto tardivo e quindi inammissibile. Ma Michela Grasselli va al Consiglio di Stato e anche questa volta vince: il resto è attualità, con il Comune di Perugia che riconosce un debito fuori bilancio per un risarcimento – è la cifra pattuita con l’intesa fra Comune ed ex commerciante – di 120 mila euro, oltre a quasi 12 mila di spese legali. Forse vent’anni di pazienza sono valsi la pena.

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