Ciao Sinisa: una vita da combattente

Lutto per la scomparsa del campione di calcio serbo. Il suo esempio resterà nella memoria di tutti

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Lutto nel mondo del calcio. È morto all’età di 53 anni Sinisa Mihajlovic. Il campione serbo combatteva dal 2019 contro la leucemia. Nella sua carriera da calciatore ha indossato le magliette di Borovo, Vojvodina, Stella Rossa, Roma, Sampdoria, Inter e Lazio. Da allenatore ha guidato da vice l’Inter di Mancini e da primo Catania, Fiorentina, la nazionale serba, Sampdoria, Milan, Torino, e il Bologna che lo ha esonerato lo scorso 6 settembre. Con il passare del tempo e la convivenza con la malattia, vissuta tra alti e bassi, era dventato un simbolo per tutti quelli che lottano contro ‘montagne’ come la leucemia. E a ben vedere, ricordando i tanti aneddoti meravigliosi con il ‘suo’ Bologna e con tutti coloro che gli volevano bene nel mondo del calcio, la malattia alla fine l’ha spuntata ma lui di battaglie importanti ne ha vinte tante. E quelle resteranno.

Il comunicato stampa della famiglia

«La moglie Arianna con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il professor Alessndro Rambaldi e il dottor Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato».

La malattia

Mihajlovic ci mise la faccia anche contro la leucemia quando nel 2019 decise di parlare di questa malattia in una conferenza pubblica: «Ho passato la notte a piangere e ancora adesso ho lacrime ma non sono di paura: io da martedì andrò in ospedale e non vedo l’ora di iniziare a lottare per guarire. Ho spiegato ai miei giocatori che lotterò per vincere come ho insegnato loro a fare sul campo». Il direttore sportivo rossoblù Sabatini lo confermò nonostante non potesse svolgere regolarmente il ruolo da allenatore. Testimonianze da affetto arrivarono da tutta Italia, addetti ai lavori e tifosi. Già dopo 44 giorni, nonostante le condizioni di salute precarie, Mihajlovic era in panchina nell’esordio in campionato dei felsinei al Bentegodi contro l’Hellas Verona. A marzo 2022 un nuovo annuncio, l’inizio di un percorso terapeutico: «Sarò ricoverato al Sant’Orsola di Bologna ma questa volta sono più sereno.So cosa devo fare, la situazione è diversa e spero i tempi siano brevi». Di racconti ce ne sarebbero a bizzeffe: gli allenamenti seguiti sull’ipad, la squadra sotto l’ospedale, il palco dell’Ariston di SanRemo, e ancora e ancora. Le sue condizioni di salute erano peggiorate negli ultimi giorni ed era stato costretto al ricovero nella clinica Paideia di Roma.

Il legame con l’Umbria

A livello personale non sono noti grandi rapporti con l’Umbria, che invece spiccano a livello sportivo soprattutto in correlazione al Perugia. In uno dei due scudetti vinti in carriera da Mihajlovic, quello con la Lazio nel 1999-2000, c’è infatti lo zampino dei grifoni che sotto il diluvio del Curi avevano battuto la Juventus con gol di Calori. Il serbo da giocatore ha affrontato otto volte i biancorossi segnando anche due gol, di cui uno nello stadio di Pian di Massiano con una splendida punizione, fondamentale di cui era uno specialista e recordman in A. Da allenatore un ricordo importante è ancora una volta legato al Grifo: il debutto con il Milan è avvenuto a San Siro proprio contro la squadra allora allenata da Bisoli. Un solo precedente invece con la Ternana nel rocambolesco 5-4 con cui le Fere hanno battuto lo scorso anno il Bologna in Coppa Italia.

Il ricordo

I funerali di Sinisa Mihajlovic si terranno lunedì 19 dicembre alle ore 11 presso la basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Piazza Esedra a Roma. Domenica la camera ardente in Campidoglio sarà aperta al pubblico dalle 10 fino alle 18. La FIGC ha disposto un minuto di silenzio in ricordo di prima di tutte le gare dei campionati dl fine settimana, comprese quindi quella di lunedì tra Perugia e Venezia al Curi e di domenica tra Ternana e Como al Liberati. Tantissimi i pensieri di affetto per la scomparsa di un grande uomo e un grande allenatore che sono stati pubblicati nei social. Per citarne solo alcuni tra i diversi che meriterebbero menzione: l’attaccante del Bologna Marko Arnautovic («Mi hai accolto come uno di famiglia, puntando su di me anche quando altri non lo facevano. Sei stato padre, fratello e amico»), il CT Roberto Mancini («Un giorno che non avrei mai voluto vivere perché ho perso un amico con cui ho condiviso quasi 30 anni della mia vita. Resterai sempre al mio fianco»), l’ex giocatore del Milan Clarence Seedorf («Il fischio finale della tua partita mi ha paralizzato per almeno un’ora. Lasciandoci hai creato un vuoto e lo hai riempito di profonde riflessioni sulla vita») e il cantante Gianni Morandi: («Ho sempre pensato che avresti vinto anche questa battaglia, era troppo presto per andarsene. Oltre ad essere un vero campione, sei stato un uomo coraggioso e generoso. I momenti passati insieme sono stati un grande regalo»). Arrivando all’Umbria troviamo a tinte rossoverdi il patron Stefano Bandecchi: «E’ stato un uomo e professionista straordinario. Il mondo del calcio gli sarà sempre debitore, così come tutti noi, per il suo esemplare esempio di dignità e coraggio nell’affrontare la malattia».

 

Sinisa Mihajlovic

 

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