Civica benemerenza ad Alessandro Riccetti: «Eroe nel quotidiano»

È stata consegnata dal sindaco di Terni Leonardo Latini alla mamma Antonella Pastorelli: «Grazie a questi gesti oggi è un giorno di festa per ricordare i nostri angeli»

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di Fra.Tor.

«Con gesti come questo teniamo alto il ricordo dei nostri angeli». Giovedì mattina, nella sala consiliare del Comune di Terni, Antonella Pastorelli mamma di Alessandro Riccetti – giovane vittima della tragedia di Rigopiano a seguito di una slavina che il 18 gennaio 2017 colpì l’albergo dove il ragazzo ternano stava lavorando – ha ricevuto dal sindaco Leonardo Latini la civica benemerenza conferita ad Alessandro. Accanto a lei anche alcuni genitori di altre vittime della tragedia.

L’eroismo nel quotidiano

«Sono passati quattro anni dalla tragedia di Rigopiano che ha commosso l’Italia intera. Un evento che purtroppo ha scosso anche la nostra comunità, ma dopo tutto questo tempo il ricordo e il dolore sono ancora vivi», ha detto il sindaco Latini. «Mi hanno colpito le parole di mamma Antonella che mi ha detto che oggi deve essere un giorno di festa. Ci proveremo, in una giornata in cui ricordiamo un nostro concittadino, Alessandro. La storia delle comunità è fatta di grandi eventi, di personaggi, di atti di eroismo, ma io credo che l’eroismo più grande sia quello del quotidiano. Confrontarsi ogni giorno con questioni e problemi che ci vengono messi davanti. Ma c’è modo e modo di affrontali,  perché c’è chi si mette a disposizione degli altri, come faceva Alessandro. Poi c’è un altro aspetto di eroismo, cioè quello di chi quotidianamente svolge il proprio lavoro per arrivare a fare quello che era naturale per se stesso, ma incidente sul contesto. Noi, grazie ad Alessandro, abbiamo un ulteriore esempio di chi si è delegato agli altri, di chi ha reagito ai problemi impegnandosi nel proprio lavoro. Sono orgoglioso nel conferire questo riconoscimento a nome di tutta la nostra comunità».

«Giustizia, perché queste cose non accadano più»

Alessandro nella sua grande umiltà era un ragazzo impegnato nel volontariato, aiutava prima gli altri e poi pensava a se stesso. Penso che da lassù sarà contentissimo di questa cosa. Purtroppo viviamo un dolore che non passerà mai, anche quando ci sarà una giustizia. Non importa vedere le persone in carcere, l’importante è capire dove si è sbagliato e cercare di fare meglio. Speriamo in una giustizia per tutta l’Italia perché cose di questo tipo non accadano più. Grazie a tutti quelli che hanno voluto questo gesto perché ci permette di tenere alto il ricordo dei nostri angeli. Io credo che dopo la morte non finisce tutto, credo che da lassù si possa continuare ad essere esempio per tutti gli altri».

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