Clinica a Terni: Regione spiega i ‘no’ e apre lo spiraglio. Bandecchi: «Basta prese in giro»

Palazzo Donini si esprime dopo la discussa conferenza dei servizi di giovedì. Le opposizioni attaccano, il patron rossoverde risponde: «Zero possibilità»

Condividi questo articolo su

Dopo l’amarezza della Ternana Calcio, nelle parole del vice presidente Paolo Tagliavento (VIDEO) e nello sfogo del patron Stefano Bandecchi (VIDEO), è la Regione Umbria ad intervenire sulla discussa conferenza dei servizi che, tenutasi giovedì a Perugia, ha di fatto ‘stoppato’ il progetto clinica-stadio della società rossoverde. Poche ore e arriva la seconda bordata dell’imprenditore livornese che, in lungo video, se la prende anche con il Comune per la vicenda del centro sportivo: «Non ha avuto il coraggio di dire a due famiglie ‘Ohi, avete rotto’». Si guarda altrove.

LA RISPOSTA DI BANDECCHI ALLA NOTA

 

 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 

 

Un post condiviso da @bandecchistefano

Bandecchi: «Oggi ci hanno detto che stadio e clinica a Terni non nasceranno»

«Perché il ‘no’ alla clinica»

«Durante la conferenza di servizi, la Regione – spiegano da palazzo Donini – visto anche il parere richiesto e reso dal professor Renato Balduzzi, ordinario di diritto costituzionale dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha espresso un assenso alla realizzazione dello stadio ma non a quello della clinica, considerata l’impossibilità giuridica di procedere, relativamente alla tipologia di percorso unico che era stato avanzato dal proponente privato e recepito dal Comune di Terni. La disciplina legislativa vigente – osserva la Regione Umbria – distingue, nella richiesta avanzata, quattro specie di attività: la costruzione di una struttura sanitaria, l’esercizio di attività sanitarie, l’esercizio di attività sanitarie per conto del servizio sanitario nazionale e l’esercizio di attività sanitarie a carico del servizio stesso. Per ognuna di queste è prevista, come detto, una apposita procedura, vale a dire: l’autorizzazione alla realizzazione, l’autorizzazione all’esercizio, l’accreditamento istituzionale, l’accordo contrattuale. Per tale motivo si è rilevata l’impossibilità di pervenire all’approvazione integrale, per quanto attiene alle competenze della Regione, del progetto così come presentato dal proponente».

«Realizzare la struttura è possibile. Con il nostro ‘ok’»

«L’autorizzazione per la realizzazione della struttura – prosegue la nota – può comunque divenire oggetto di specifico atto da parte del Comune di Terni, che si è reso disponibile in sede di conferenza dei servizi e che dovrà acquisire il parere della Regione che si esprimerà sulla base dei fabbisogni della specifica localizzazione territoriale in cui si intende realizzare la struttura, con l’obiettivo di garantire un’omogenea distribuzione dell’offerta sanitaria. La medesima procedura, invece, non è percorribile per l’autorizzazione all’esercizio di attività sanitaria, che non può essere valutata sulla base di una documentazione progettuale, né per il procedimento di accreditamento, che fonde insieme una valutazione politico-amministrativa con una valutazione di discrezionalità tecnica».

Coletto e D’Angelo

Lo ‘spiraglio’

«L’assenso solo parziale espresso dalla conferenza – prosegue la Regione – è ovviamente in merito alla procedura unificata che era stata richiesta. Rimane impregiudicata, da parte della Regione, la possibilità di assenso a prevedere la sola realizzazione della clinica, ma nell’ambito di una nuova programmazione sanitaria, mentre la previsione delle tre fasi successive saranno oggetto di valutazione da parte degli organi a ciò deputati, man a mano che il richiedente realizzerà quanto richiesto, in un’ottica di equilibrio territoriale che punti sui migliori livelli di complementarità, come da volontà già espressa recentemente e che sarà formalizzato appena possibile in una apposito atto».

«Pronti a rivedere le convenzioni»

«Infatti – conclude l’ente – in ottica di programmazione sanitaria, il governo regionale intende effettuare una ricognizione generale dei bisogni di salute e mobilità passiva e con essa rivedere le convenzioni in essere, al fine di fornire servizi di qualità evitando l’emorragia di utenti verso le strutture extra regionali territorialmente limitrofe. In tal senso come detto, verrà intrapreso un percorso tecnico amministrativo entro tempi ragionevolmente brevi».


LE REAZIONI

Clinica-stadio, Latini: «Sorpresa e amarezza ma qui non molliamo»

Paparelli: «Lo stop alla clinica era scontato. Via chi ha preso in giro cittadini e Bandecchi»

Simonetti (M5s): «La misura è colpa e tutto il resto è fuffa»

«Quando Terni perde un’opportunità non c’è nulla da gioire. Come comunità – è il pensiero del consigilere comunale del M5s, Luca Simonetti – dovremmo imparare a vincere o a perdere tutti insieme, fermo restando le differenze e soprattutto le responsabilità tra coloro che hanno il potere di prendere le decisioni e chi no, ma ugualmente ha fatto il possibile per mettere in condizione l’amministrazione comunale di giocare al meglio questa partita sui tavoli della Regione. I risultati ad oggi sono deludenti, soprattutto se guardiamo la dicotomia con cui la giunta Tesei guarda al nostro territorio. Gli imprenditori come Bandecchi trovano ostacoli per stadio, clinica e centro sportivo. Progetti che ovviamente non sono solo sportivi, ma tendono al rilancio economico e al potenziamento infrastrutturale dell’intero territorio. Un territorio dove invece sono gli impianti di trattamenti fanghi e gli inceneritori a trovare la strada spianata. Senza nasconderci – osserva Simonetti – è chiaro anche che qualcuno non si è fatto scrupoli nel prendere in giro una città, mentre si puntava il dito sulle minoranze. La questione stadio-clinica sin da subito è apparsa come materia estremamente complessa che qualche politico e qualche tifoso, non proprio disinteressato, ha voluto semplificare. Questo è servito solo a riversare odio verso tutti coloro che hanno cercato di esprimere le loro titubanze verso il progetto o hanno semplicemente voluto offrire spunti di riflessione. Mezzi figuranti, non mossi certo dall’amore per la città, hanno esposto queste persone al pubblico ludibrio. La vicenda stadio-clinica dimostra, infine, con forza dirompente quanto sia urgente e necessario porre all’attenzione il tema del riequilibrio territoriale. La misura è colma è tutto il resto è fuffa».

Il Pd di Terni: «Tutto prevedibile. Torniamo a parlare il linguaggio della verità»

Per il segretario del Pd di Terni, Pierluigi Spinelli, «mentre i pasdaran della destra – di governo, non dimentichiamolo – comunale e regionale fremevano nel tentativo di accollare posizioni mai espresse al Pd di Terni, l’iter scelto dalla Regione sul parere per il progetto stadio-clinica ha seguito il suo corso, fino ad arrivare al prevedibile giudizio negativo espresso dalla conferenza dei servizi. Per mesi il Pd di Terni – spiega Spinelli – ha sostenuto la stessa, coerente e cristallina posizione sulla questione stadio-clinica, che ritiene opere rilevanti per la città, ma le cui premesse fondavano su basi del tutto instabili, anche e soprattutto perché presentate come un pacchetto indivisibile, nonostante sulla parte sanitaria fossero evidenti chiari elementi di impraticabilità che nessuna presunta volontà politica avrebbe potuto sanare. Usare un atteggiamento rispettoso delle procedure e delle normative sarebbe stata l’opzione migliore, quella che abbiamo più volte consigliato alla maggioranza. Invece per un anno e mezzo sindaco, assessori regionali, parlamentari della maggioranza di destra, hanno preso in giro i cittadini, i tifosi e l’investitore, facendo promesse che sapevano di non poter mantenere, rilanciandole mediaticamente, anzi, e fomentandone le speranze. È tempo di tornare a parlare il liguaggio della verità – prosegue il segretario comunale del Pd – offrendo piena diponibilità a chi intende investire anche nell’interesse della comunità, senza vuote esibizioni propagandistiche. Questo episodio è l’ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza di amministrazioni e maggioranze di destra e la conferma dell’urgenza di un’alternativa di buon governo per la città, obiettivo per il quale il Partito Democratico di Terni continuerà a lavorare».

De Luca (M5s): «Ma che si sta più a fare Terni in Umbria? È ora di rialzare la testa»

Secondo il capogruppo del M5s in Regiome, Thomas De Luca, «è arrivato il momento di interrogarsi sulla permanenza del territorio ternano all’interno della Regione Umbria. La bocciatura del progetto stadio-clinica della Ternana Calcio da parte della conferenza dei servizi decisoria, è l’esempio calzante di come Terni dal punto di vista dell’assetto istituzionale sia vista come una mucca da mungere quando c’è da esportare ricchezza e, al contrario, come un corpo estraneo quando c’è da creare sviluppo e crescita economica. È ormai improcrastinabile restituire la parola ai cittadini ternani, consultandoli attraverso i percorsi definiti dalla legge. È ora di valutare seriamente un percorso di autonomia del territorio ternano rispetto al giogo soffocante e accentratore di una Regione che non guarda oltre a ben limitati e localizzati interessi. Non è sufficiente, e inoltre è del tutto ipocrita, pensare che le responsabilità siano da circoscrivere alle logiche perugino-centriche della Tesei. La realtà è che la classe dirigente ternana è totalmente insignificante. I rappresentati dei partiti politici che governano il Comune, la Regione e il Paese, a partire da Lega e Fratelli d’Italia, sono stati in grado di accelerare esclusivamente l’arrivo di inceneritori e fanghi di fogna. Il peso contrattuale a favore della collettività – attacca De Luca – è stato neutralizzato, svilito in cambio di poltrone, ruoli e riconoscimenti politici spesso inesistenti. Così, in pochi anni, è stato dilapidato il patrimonio costruito nel XX secolo con il sangue e il sudore dei ternani. Un vero e proprio tradimento politico. Quando in Umbria venivano stipulate convenzioni a richiesta con i privati della sanità solo ed esclusivamente nella provincia di Perugia, non si è alzata nessuna voce di dissenso. Oggi sono stati spesi decine di migliaia di euro di consulenze solo per giustificare una posizione contraria al progetto stadio-clinica. Ogni conflitto, ogni problema irrisolto, ogni richiesta concernente la questione dell’Umbria meridionale ha come risposta automatica una porta sbattuta in faccia. Dalla redistribuzione degli extra profitti dell’idroelettrico alla tassa Tevere-Nera, dall’inceneritore all’aeroporto, dall’università ai fanghi di fogna, dagli ospedali che cadono a pezzi alla mancanza di investimenti nelle infrastrutture. E non dimentichiamo il prezzo drammatico che i ternani pagano in termini di disastro ambientale e sanitario a causa dell’inquinamento. Il no al progetto stadio-clinica della Ternana è solo l’ennesimo capitolo di una lunga storia e purtroppo temiamo che non sarà l’ultimo. È ora di prendere in mano il destino di un’intera comunità. E’ arrivata l’ora di rialzare la testa».

«Il sindaco si scusi»

C’è anche la posizione del capogruppo Pd Francesco Filipponi e del consigliere Alessandro Gentiletti di Senso Civico: «Rispetto alla vicenda stadio clinica la nostra posizione è stata dall’inizio dell’iter di assoluta coerenza e leale verso le sinistre e la città che rappresentiamo. Come gruppi consiliari abbiamo inteso accogliere favorevolmente la dichiarazione di pubblico interesse per lo stadio, specificando fin dall’epoca la necessità di intraprendere percorsi separati per la clinica. Lo abbiamo anche fatto notare e detto pubblicamente ai vertici della Ternana calcio. In sede di dichiarazione di pubblica utilità in consiglio comunale abbiamo più volte sottolineato che il percorso sarebbe dovuto essere diverso ovvero in linea con la necessità di suddivisione già richiamata degli iter. Per gli ulteriori 5 mila metri di commerciale in seguito alle prese di posizione delle associazioni di categoria ci siamo astenuti e proposto alternative. La giunta Latini e la maggioranza hanno invece preferito illudere e sbeffeggiare la Ternana calcio ed i cittadini ternani. Loro sono i responsabili di questo fallimento. Dovrebbero ammetterlo e chiedere scusa alle opposizioni e alla città per non aver aperto il confronto che avevamo chiesto. Anche la nota postuma alla conferenza dei servizi decisoria non poggia su basi reali, assurdo che la Regione dia prescrizioni a se stessa. Chiederemo la convocazione degli assessori competenti e degli uffici regionali in Consiglio comunale. Il riequilibrio territoriale è cosa seria così come la difesa primaria della sanità pubblica. Dal canto nostro siamo fin da subito disponibili a riprendere il confronto con la Ternana calcio ed i cittadini per realizzare un nuovo stadio partendo dalla disponibilità dei canoni idrici per gli impianti sportivi ed anche dalle strutture destinate fino ad oggi a scopo sanitario come l’ex milizia, attraverso anche un percorso pubblico che permetta la realizzazione dell’opera da parte delle istituzioni cittadine».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli