Clinica-stadio a Terni, i dubbi di Paparelli (Pd): «Incroci pericolosi. Ci sono i canoni idrici»

Il consigliere regionale annuncia un’interrogazione a risposta immediata alla giunta Tesei

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«In un clima di campagna elettorale permanente si susseguono pronunciamenti, anche di autorevoli rappresentati istituzionali, sul futuro della sanità ternana. Un nuovo ospedale dovrebbe sorgere, grazie ad project financing messo in campo da soggetti privati, e una nuova clinica, anch’essa privata, verrebbe utilizzata come mezzo per finanziare il nuovo stadio della Ternana. Si tratta di incroci pericolosi e improbabili sui quali è bene che la presidente Tesei faccia al più presto chiarezza». Ad affermarlo in una nota è il consigliere regionale di opposizione Fabio Paparelli (Pd), annunciando un’interrogazione a risposta immediata con cui chiede alla giunta di palazzo Donini «se non ritenga opportuno che temi di grande rilevanza sociale per la comunità cittadina, come anche il nuovo ospedale e il nuovo stadio, vadano discussi adeguatamente e documentatamente nelle sedi appropriate e non attraverso una comunicazione non accreditata e propagandistica, evitando così di creare aspettative tra i cittadini e soprattutto tra i supporter della squadra». Nell’atto ispettivo Paparelli domanda inoltre di «conoscere lo stato attuale della procedura relativa alla clinica-stadio, tenendo conto che anche nella discutibile deliberazione regionale di verifica della rete ospedaliera regionale, per l’eventuale utilizzo dei posti privati convenzionabili, non si fa riferimento alla possibilità di applicare la cosiddetta ‘legge stadi’. Va inoltre chiarito che l’attività in convenzione con il servizio sanitario regionale è soggetta a tetto regionale non espandibile e quindi, allo stato, il budget potenzialmente programmato in modo errato, per i privati della provincia di Terni stimabile in 15/18 milioni a carico del servizio sanitario regionale, andrebbe sottratto agli altri soggetti convenzionati della regione con gare aventi come base il territorio della Usl e non provinciale. Deve essere spiegato se si ritiene compatibile con la legislazione vigente sanitaria ed in tema di concorrenza la garanzia aprioristica dell’accreditamento e convenzionamento della clinica a supporto finanziario del nuovo eventuale stadio della città di Terni. Bisogna infine conoscere lo stato dell’autorizzazione alla costruzione di altro gruppo imprenditoriale interessato all’edificazione di una clinica privata a Terni» Secondo il consigliere regionale del Pd «gli amministratori locali di Terni continuano a propinare ai cittadini la promessa di un nuovo ospedale in cinque anni e di un progetto clinica-stadio in movimento veloce e concreto. Nel frattempo lo stato di difficoltà delle strutture pubbliche è sotto gli occhi di tutti e genera quotidiane lamentele dei cittadini per lunghe e irrisolte liste di attesa, sia per attività specialistica che di ricovero, nonché per l’affanno assoluto del pronto soccorso dell’ospedale. Fenomeni generati anche dalle continue defezioni di professionisti nelle stesse strutture e dalla assenza di programmazione sanitaria». «Relativamente all’ipotesi della cosiddetta clinica-stadio – aggiunge Fabio Paparelli – dagli atti approvati dalla precedente giunta del Comune di Terni di centro-destra, emerge che a fronte di un investimento da 53 milioni – 26 per la clinica, 24 per lo stadio, oltre alle spese di progettazione – si registra un basso apporto di capitale privato, 10 milioni, e un alto ricorso all’indebitamento, 43 milioni, la cui restituzione al sistema bancario in 30 anni è per circa il 60% a carico dell’esercizio dei posti letto convenzionati della clinica, elemento quindi dirimente per la realizzazione dello stadio. A quanto si apprende dai media, la clinica sarebbe poi realizzata su un terreno di proprietà del sindaco della città, con evidente conflitto di interessi. C’è da tenere presente che il Comune di Terni potrebbe disporre il rifacimento dello stadio utilizzando i fondi previsti dalla legge regionale sull’utilizzo dei canoni idrici dei grandi impianti di derivazione, che destina circa un milione di euro l’anno per l’impiantistica sportiva. E che il parere ricevuto dal professore Renato Balduzzi, già Ministro della salute, affermava ‘l’impossibilità giuridica di procedere secondo il percorso proposto dal proponente privato e recepito dal Comune di Terni, facendo eventualmente salva la sola autorizzazione alla realizzazione della struttura sanitaria’». Il consigliere di opposizione conclude evidenziando che «una clinica privata per essere autorizzata e messa in esercizio, deve richiedere ed ottenere l’accreditamento per poi partecipare alle procedure comparative pubbliche per poter ottenere il convenzionamento di parte dei posti letto. L’accreditamento si ottiene seguendo le procedure di legge vigenti, non può essere garantito a-priori, ed esso non dà diritto al convenzionamento. Infine non è la giunta regionale ma la Usl che ogni anno determina i fabbisogni sanitari su base territoriale e non provinciale e predispone le gare per gli accordi programmatici sulla base dei fabbisogni locali, ogni anno rideterminabili».

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