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Home » Comune di Perugia: «Bando illegittimo»

Comune di Perugia: «Bando illegittimo»

di Lucina Paternesi
20 Settembre 2016
in Attualità, Dal territorio, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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Che ci sia stato qualcosa di strano nel bando con cui il Comune di Perugia si è dotato di un ‘nuovo’ ufficio stampa per i prossimi due anni, sembra essersene accorta anche la politica.

Dubbi Subito dopo l’apertura delle buste, l’agenzia che è arrivata seconda aveva sollevato qualche dubbio nei criteri di assegnazione dei punteggi, dal momento che a vincere il bando sono stati gli stessi che gestivano e hanno continuato a gestire il servizio anche durante le fasi di selezione. I documenti, nel frattempo, sembra non siano stati ancora pubblicati nell’albo pretorio istituzionale, atto necessario per richiedere tutta la documentazione agli uffici.

Commissione controllo e garanzia Intanto, però, a muoversi, è la commissione controllo e garanzia, attivata in proposito dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle Cristina Rosetti già all’indomani della pubblicazione del bando, che prevedeva l’affidamento del servizio di comunicazione e informazione del Comune con servizi in base e opzionali, prevedendo per i primi due unità lavorative, per i secondi tre unità. Ma per la Rosetti ci sarebbero numerosi punti poco chiari, che potrebbero far profilare un bando a dir poco illegittimo.

Punti poco chiari «In primis – segnala il capogruppo – la gara d’appalto richiama il tema degli affidamenti in economia», ma in realtà si è trattato di una procedura apertura di selezione del contraente. Il bando, poi, sarebbe stato pubblicato solo sul portale dell’Ente e non anche in Gazzetta Ufficiale come invece richiesto dalla normativa. Terzo punto, pur essendo in teoria prevista la possibilità di partecipare al bando per i singoli professionisti, «tuttavia tale facoltà di fatto era esclusa, visto che l’appalto è stato strutturato, criteri di aggiudicazione e, soprattutto, requisiti economici, in modo da escludere i singoli, specie se giovani favorendo invece gli operatori dotati di una struttura». Quarto profilo di illegittimità la commistione tra requisiti soggettivi di ammissione e criteri oggettivi di valutazione: il criterio dell’esperienza pregressa, ad esempio, «rientra tra i requisiti soggettivi di ammissione alla gara e non può essere elevato a elemento di valutazione dell’offerta tecnica come previsto nel bando».

Discrezionalità Infine, secondo la Rosetti, sarebbero da censurare gli ampi margini di discrezionalità che l’amministrazione si è riservata nella individuazione dei punteggi corrispondenti ai diversi criteri ritenendo che non siano stati indicati i criteri applicabili nell’attribuzione dei punteggi. Parole dure, poi, sulla confusione con cui si trattano macro aree diverse, quelle della comunicazione e quelle dell’informazione. «Due aree che vanno tenute distinte – ha detto – visto che, in genere, i giornalisti non sono tecnici della comunicazione istituzionale. Invece l’unico criterio previsto per accedere alla gara è stato proprio l’iscrizione all’albo ciò significa che non si è tenuto conto del tema della comunicazione». Mancanza di chiarezza rintracciabile in una assoluta mancanza di competenza interna allo stesso palazzo dei Priori.

I tempi Un bando nato male, dunque, che dimostra tutte le irregolarità anche perché son trascorsi sei mesi prima che si sia proceduto all’assegnazione, come ha ricordato anche il consigliere Pd Tommaso Bori chiedendo alla commissione di concentrare la propria attenzione sulle offerte tecniche ed economiche proposte dai partecipanti al fine di verificare cosa ha impedito alla commissione di gara di decidere in tempi adeguati e cosa e come sia stato deciso alla fine dell’iter. Infine, ancora oggi, i verbali di gara non sono stati approvati, con il rischio conseguente di un ricorso da parte dei lavoratori.

Accesso agli atti A difendere l’operato dell’amministrazione è stato invece il consigliere Tracchegiani che ha ricordato come, a suo parere, la commissione abbia svolto un buon lavoro. Ora, in attesa che vengano acquisiti tutti i documenti utili e che siano chiamati in audizione la dirigente competente e l’assessore Calabrese, fuori dal palazzo ci sono tutti quegli esclusi che, anche loro, attendono di conoscere gli atti, per capire come siano stati assegnati punteggi così alti nonostante il ribasso minimo offerto del 2 per cento.

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