Comune di Perugia, M5S: «Poca chiarezza»

L’accusa: «Troppi 2 milioni 819mila 596,99 euro per lavori con affidamenti diretti»

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L’elenco è dettagliato. I soldi tanti. E la relativa polemica proporzionata. Soprattutto perché motivata con il parere dell’Autorità nazionale anticorruzione che, dice la presidente del gruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di Perugia, Cristina Rosetti, «conferma i dati emersi dalla nostra indagine sulle gare e gli affidamenti comunali ai quali si ricorre per oltre l’86%».

Le somme Dall’analisi fatta dal Movimento 5 Stelle di Perugia «è emerso che per l’anno 2014 la spesa complessiva per affidamenti diretti ammonta a 2 milioni 819mila 596,99 euro. Riteniamo – dice Rosetti – che tale modo di procedere da parte dell’amministrazione comunale non sia perfettamente in linea con i principi applicabili a tutte le procedure siano esse gare o affidamenti diretti, quali: la trasparenza, la parità di trattamento e tutela del mercato, che nel caso di specie, degli affidamenti diretti dovrebbe declinarsi con il principio di rotazione tra le imprese. È quindi auspicabile che il Comune di Perugia anche negli affidamenti diretti cominci a mettere in concorrenza più imprese o fornitori, anche al fine di ottenere risparmi di spesa, applicando criteri di rotazione e cominciando a limitare la totale discrezionalità degli uffici».

GLI ‘AFFIDAMENTI DIRETTI’ NEL 2014

Le caratteristiche Secondo il M5s, insomma, il Comune ricorre troppo «ad affidamenti così detti in economia, ovvero senza bando di gara, ma con procedura negoziata (ovvero chiamando un numero limitato di imprese che presentano offerte) o addirittura mediante affidamento diretto (prescindendo dalla richiesta di pluralità di preventivi e trattando discrezionalmente con un unico operatore). E’ come se ciascuna unità operativa avesse un suo portafoglio ‘da spendere’, trattando direttamente con l’impresa prescelta».

I rischi Rosetti spiega che si tratta «di procedure ovviamente contemplate dalla legge, ma che comportano un grado di discrezionalità delle stazioni appaltanti che dovrebbero provvedere a dettagliarne l’utilizzo tramite l’adozione di regolamenti interni per evitare che vengano utilizzate impropriamente rispetto alle finalità dell’azione amministrativa o magari artatamente per l’aggiudicazione di appalti artificiosamente frazionati».

La proposta Secondo il M5S è necessario modificare il ‘Regolamento per lavori, servizi e forniture in economia’, «inserendo una apposita disposizione che preveda che per lavori, servizi o forniture, quando l’importo della spesa sia inferiore a 40mila euro, il responsabile del procedimento, nel rispetto dei principi di trasparenza, rotazione, parità di trattamento, richieda contemporaneamente almeno tre preventivi agli operatori economici inclusi negli appositi elenchi, a cui andrà data congrua pubblicità e che l’affidamento avvenga nel rispetto del principio di rotazione».

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