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Home » Confesercenti: «Pil crescerà dello 0,8%»

Confesercenti: «Pil crescerà dello 0,8%»

di Francesca Torricelli
18 Settembre 2015
in Economia, Imprese
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Massimo Vivoli, presidente di Confesercenti

Massimo Vivoli, presidente di Confesercenti

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Torna l’appuntamento con il ‘Meeting Confesercenti’. L’evento dell’associazione dedicato all’approfondimento dell’attualità politica ed economica si svolge, come ogni anno, nei pressi di Perugia, a San Martino in Campo.

Il Pil «Nel 2015 la crescita del Pil si attesterà allo 0,8%». È la stima di Ref ricerche e Confesercenti, secondo cui l’economia italiana «salirà poi dell’1% tanto nel 2016 quanto nel 2017, grazie principalmente alla spesa delle famiglie». Nello studio ‘Economia italiana: prospettive 2015-2017’, presentato alla 14esima edizione del meeting dell’associazione, la crescita è «ancora contenuta e la ripresa appare poca cosa se posta al confronto con l’entità della caduta degli anni passati».

I numeri Rispetto al 2008, il Pil resta ancora inferiore del 9% e gli investimenti del 30%; la produzione industriale registra una contrazione del 18%; i servizi sono sotto del 4%; le unità di lavoro ridotte del 7%; infine, i consumi delle famiglie restano ancora di oltre il 7% al di sotto dei valori d’inizio 2008, soprattutto per effetto di una riduzione del potere d’acquisto dei consumatori che ha superato il 10%.

Il mercato del lavoro italiano è «ancora instabile e l’unica forma di lavoro che è cresciuta senza interruzione dall’inizio della crisi è il part time», si sottolinea ancora nel rapporto. «L’incremento complessivo del lavoro part time tra il 2008 e il 2015 ha riguardato più di 800 mila occupati, arrivando nel primo trimestre dell’anno in corso a superare la soglia dei 4 milioni. Il lavoro permanente a tempo parziale è aumentato di 644 mila unità dal primo trimestre 2008 (+23,2%). L’incidenza del part time involontario sul totale degli occupati a orario ridotto è cresciuta dal 38,7% del primo trimestre 2008 al 64,1% del primo 2015. A partire dal secondo trimestre del 2014 – fa notare lo studio – il lavoro atipico ha ripreso ad aumentare, con una crescita complessiva di 74 mila occupati nell’ultimo anno quasi interamente attribuibile al recupero dei dipendenti a termine – tornati sostanzialmente sui livelli di inizio 2008».

Controtendenza «Centri storici deserti, con negozi dalle saracinesche chiuse e dalle insegne spente. Un triste panorama che, in questi anni di crisi e anche a causa del boom dei centri commerciali sorti nelle periferie, sembrava destinato a rimanere immutato ma su cui, invece, si vede un segnale in controtendenza». Da qui al 2017, annuncia Confesercenti, «si conteranno 5 mila botteghe in più, che però dovranno fare i conti con abusivismo, illegalità varie, fisco opprimente: per questo l’associazione chiede al Governo di fare per le Pmi lo stesso lavoro egregio che ha fatto per le altre imprese».

Governo Renzi «Il lavoro fatto dal governo Renzi a sostegno delle imprese, dell’occupazione e della ripresa dei consumi è stato egregio, ma i provvedimenti hanno aiutato in modo inversamente proporzionale grandi e piccole imprese», ha detto il presidente di Confesercenti, Massimo Vivoli, che al meeting ha voluto «ricordare al Governo che anche le imprese individuali creano occupazione e una fetta consistente di Pil. Pensiamo anche a loro».

Il turismo Quest’anno gli arrivi internazionali di turisti in Italia «superano quota 50 milioni, il 4% in più rispetto al 2014», è la stima di Confesercenti, secondo cui si tratta di «un risultato positivo, dovuto all’effetto volano dei grandi eventi – Expo e, alla fine dell’anno, l’apertura del Giubileo straordinario – ma anche al meteo e alle condizioni di instabilità politica di alcune mete ‘concorrenti’ del mediterraneo». Il turismo, sostengono Confesercenti e Ref nello studio, «traina la crescita e i consumi ma è tartassato dal fisco. La ‘stangata’ sui turisti è di circa 2,4 miliardi di euro l’anno, dovuta non solo ad un’IVA sui prodotti turistici superiore di 1,5 punti alla media europea, ma anche ad una tassa di soggiorno particolarmente esosa, che quest’anno peserà per 400 milioni di euro e la cui incidenza arriva a superare il 10% del costo di pernottamento di una famiglia in vacanza».

La tassa di soggiorno «Da parte del Governo c’è la disponibilità a discutere e a ragionare insieme sul tema della tassa di soggiorno, che vale circa 370 milioni l’anno», ha assicurato il sottosegretario all’economia, Pier Paolo Baretta, dopo che l’associazione nello studio aveva parlato di una «tassa particolarmente esosa che complica l’attività degli operatori». Ci sono «moltitudini di persone – ha però avvertito Baretta – che arrivano nelle nostre città, non mangiano, non dormono e non comprano, ma logorano il territorio. È un problema che riguarda tutti noi e c’è il rischio che il mercato si abbassi di qualità».

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