Consiglio in presenza, botta e risposta Fiorini-Ferranti

Il consigliere comunale spara a zero: «Si ha paura del confronto? Basta selfie». La replica del presidente dell’assemblea: «Fatto il massimo»

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di Emanuele Fiorini
Consigliere comunale di Forza Centro – Terni

Lunedì 20 settembre siamo tornati, dopo 18 mesi, a svolgere il consiglio comunale in presenza. Vi erano due punti all’ordine del giorno: la nomina del presidente e del vice presidente della I e della IV commissione e dei componenti dell’organo di supporto per la toponomastica. Dunque si è discusso solo di spartizione di poltrone.

Giovedì 23 settembre è arrivata la convocazione del consiglio comunale per il giorno 27 settembre in modalità telematica con all’ordine del giorno 17 punti, di cui atti amministrativi e politici, quelli amministrativi anche importanti. Forse sono stati questi ultimi la ragione per cui scappano dal confronto vis-à-vis? Ma di cosa avete paura? Quale atto scotta? È una vergogna la sfacciataggine con cui si prendono per i fondelli i consiglieri comunali e i cittadini.

Vorrei ricordare a questa amministrazione che il presidente del Consiglio Mario Draghi, che governa con tutti i partiti che compongono questa maggioranza tranne uno e parte delle opposizioni, ha firmato il Dpcm che prevede l’eliminazione dello smart working per i dipendenti pubblici, su proposta del ministro Brunetta (Forza Italia), lo stesso partito del nostro presidente del consiglio comunale di Terni, Francesco Maria Ferranti, ma sicuramente lo stesso Ferranti questo ancora non lo sa o addirittura non ha ancora capito che il ministro Brunetta è del suo stesso partito.

Comunque rimane un fatto: tutto ciò non è giustificabile. Considerando i fatti accaduti in passato (consiglieri comunali che erano collegati da remoto durante la propria attività lavorativa, passando dagli animali alle zucchine) anche se abbiamo criticato il loro comportamento invitando i consiglieri a rispettare le istituzioni e soprattutto i cittadini, essendo consapevoli del momento che stavamo affrontando, eravamo in piena emergenza sanitaria, non si poteva fare altrimenti ma oggi no. Molti comuni da oltre tre mesi sono tornati in presenza, perché a Terni il consiglio si svolge ancora da remoto?

Vorrei ricordare l’ultimo episodio gravissimo accaduto giovedì 23 settembre quando un consigliere comunale mentre era collegato in modalità telematica nella seconda commissione come membro, percependo il gettone di presenza, contemporaneamente era a farsi i selfie a Città di Castello. Forse presidente Ferranti qualcun altro della maggioranza lunedì deve andare a fare i selfie o la campagna elettorale oppure non può assentarsi dal proprio lavoro? Fate le persone serie e rispettose dei cittadini che con i loro soldi pagano i nostri gettoni di presenza e basta con questi selfie. Spero infine che figure istituzionali più responsabili come il prefetto intervengano.


A Fiorini risponde Francesco Ferranti, presidente del consiglio comunale di Terni.

di Francesco Maria Ferranti
Presidente del consiglio comunale di Terni

Quando il consiglio comunale tornerà ‘in presenza’, ci sarà tutta un’organizzazione della sala con postazioni aggiuntive esterne, al fine di garantire la tutela igienico sanitaria del personale, degli amministratori e dei cittadini. Il decreto del governo entrerà in vigore dal 15 ottobre in merito all’estensione del ‘green pass’, come anche il consigliere Fiorini sa. Nella seduta del 20 settembre in presenza si sono riscontrati problemi tecnici all’impianto di registrazione e pubblicizzazione delle sedute: la ditta che esegue gli interventi di manutenzione è stata allertata e interverrà in settimana. È un momento complicato per il nostro Paese e per la nostra città e il mio auspicio è che si lavori nelle istituzioni in modo utile all’interesse generale, mettendo da parte sterili polemiche che definirei strumentali soprattutto in considerazione del fatto che la massima assise cittadina del capoluogoe le sue articolazioni, le commissioni, hanno sempre garantito una totale efficienza e una costante attività anche nei momenti più drammatici dell’emergenza sanitaria. Addirittura anche con consigli dedicati ai solo atti politici e convocando con cadenza mensile il question time per rispondere alle interrogazioni, cosa quest’ultima avvenuta in pochissimi Comuni. Con il mio ufficio di presidenza abbiamo voluto garantire al massimo, pur nelle difficoltà, il plurale dibattito politico che resta la base delle istituzioni democratiche: solo noi abbiamo svolto 14 question time in 17 mesi.

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