Consorzio sviluppo polo università Terni: stop e ‘bocciatura’ Osl

Fu sviluppato dal 2006. L’Osl respinge la richiesta per l’ammissione alla massa passiva da 40.000 euro: sono quote del Comune. Scioglimento in arrivo

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di S.F.

Una richiesta di 40 mila euro da inserire alla massa passiva per alcune quote consortili dovute da palazzo Spada. L’istanza all’Organo straordinario di liquidazione – si parla di dissesto finanziario – del Comune di Terni l’aveva inviata il 17 maggio del 2018 il Consorzio per lo sviluppo del polo universitario della provincia di Terni nella figura del presidente pro tempore e, a distanza di quasi tre anni, è arrivato il ‘no’ dell’Osl con una motivazione quantomeno curiosa: l’attività risulta ferma dal 2008. Errore formale o meno, c’è la liquidazione.

IL VERBALE DEL 30 MAGGIO 2018

L’organo straordinario di liquidazione del Comune di Terni

Il controllo e l’esito

Breve flashback. L’input è partito dal Consorzio costituito l’8 settembre del 2006 da una serie di enti: la Regione, La Provincia, i Comuni di Terni e Narni, l’Associazione industriali locale, la fondazione Carit e l’università degli studi di Perugia con lo scopo di «lavorare in coordinamento a supporto di tutte le attività strumentali e di sostegno alla didattica ed alla ricerca delle facoltà universitarie, alla promozione e supporto delle attività di cooperazione scientifica e culturale con enti pubblici o privati con istituzioni nazionali ed internazionali». Gli organi sono rappresentati dall’Assemblea dei soci, il CdA, il presidente del CdA ed il collegio dei revisori. Nella primavera del 2018 l’invio dell’istanza per il credito (la quota consortile annuale è di 10.000 euro), poi il controllo dirigenziale in Comune e il particolare esito: «Come attestato – mette nero su bianco l’Osl – da visura ordinaria della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Terni, il consorzio ha cessato la propria attività a luglio 2008». Fatto particolare visto che l’attività è proseguita – c’è un verbale del 30 maggio 2018 a testimoniarlo – quantomeno fino alla primavera di tre anni fa.

L’ATTO COSTITUTIVO DELL’8 SETTEMBRE 2006

A destra Emanuele D’Amico

La curiosità e la liquidazione

E pensare che per il 2017 – basta andare a verificare la specifica pagina sul sito del Comune di Terni – la Regione Umbria risulta abbia versato al Consorzio 10 mila euro, la sua quota. Di recente si sono tenute due riunioni: salvo sorprese si procederà con lo scioglimento dell’organo a quindici anni dalla sua creazione con indicazione di pagare le quote consortili fino al 2017. «Il presidente – si legge nel verbale dell’assemblea dei soci del 2018 – ricorda che nel CdA del 4 maggio 2018 la fondazione Carit ha assicurato la copertura delle quattro quote pregresse, la Provincia di Terni ha già fatto una determina in tal senso e il relativo mandato di pagamento per una quota, il Comune di Narni ha già previsto lo stanziamento per il 2018, per il Comune di Terni il consorzio ha fatto richiesta all’Osl. Si arriva così a poter adempiere a tutti i bisogni del Consorzio per il 2018». Firmato Emanuele D’Amico. Dopodiché fine. Già all’epoca si parlava di liquidazione.

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