Goletta Laghi, Piediluco ok. Un punto ‘critico’ al Trasimeno

Consueto monitoraggio di Legambiente: «Segnaliamo criticità sulla depurazione da anni»

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Nessun punto fuori dai limiti per Piediluco. Uno su sei fortemente inquinato per il Trasimeno. In estrema sintesi è questo il risultato del consueto monitoraggio microbiologico – focus sullo stato di salute dei bacini lacustri – ‘Goletta dei Laghi’ a cura di Legambiente Umbria, con appello rivolto all’Unione dei Comuni: «Sono anni che segnaliamo criticità sulla depurazione. Deve essere la priorità nell’agenda politica». Il lavoro è stato svolto da un team di tecnici e volontari.

Il Trasimeno ed i rifiuti

Sei i punti campionati: due a Castiglione del Lago (Anguillara e torrente Paganico), uno a Tuoro sul Trasimeno (foce fosso Macerone), due a Passignano (canale del depuratore e presso via Marchini) e uno a Magione (all’altezza del canale proveniente dall’abitato di Montebuono). «Dei punti campionati – viene messo in evidenza – solo uno è risultato fuori dai limiti alle analisi, ovvero quello del canale di scarico del depuratore tra Tuoro e Passignano, in località Le Pedate. All’atto del campionamento i tecnici, che prendono nota anche della presenza di rifiuti, hanno rilevato una cospicua presenza di rifiuti abbandonati, specie presso la foce del torrente Anguillara». In particolar modo «nell’area pic nic in prossimità del punto, i cestini strabordano e a terra sono presenti numerosi sacchi della spazzatura». La permanenza di rifiuti e la loro successiva disgregazione è la prima causa di arrivo di microplastiche. Il monitoraggio – entrambi i laghi – è stato eseguito il 20 e 21 luglio. «È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente – viene ricordato – non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri laghi».

«Non più tollerabile»

Maurizio Zara è il presidente di Legambiente Umbria: «La situazione de Le Pedate non è più tollerabile – il suo commento in merito a Le Pedate – è dal 2013 che denunciamo elevati parametri microbiologici a causa dello scarso funzionamento del depuratore. I comuni sul Trasimeno devono fare della qualità delle acque e degli ecosistemi il loro fronte d’impegno principale. Il comprensorio del Trasimeno, ad altissima vocazione turistica non può continuare ad ignorare i problemi legati alla cattiva depurazione. Non solo va adeguato definitivamente il depuratore de Le Pedate, ma devono essere risolte le tante criticità legate alla depurazione. Al Trasimeno persistono vari problemi di collettamento delle abitazioni alla rete fognaria o a vasche settiche non adeguatamente manutentate. Queste sono le opere infrastrutturali di cui ha bisogno la nostra Regione per salvaguardare i laghi, i fiumi, le nostre risorse idriche e l’economia dei territori. Ogni anno ci ritroviamo a lanciare inascoltati lo stesso appello agli amministratori: intervenire in maniera definitiva, avviando così una nuova stagione per i nostri laghi».

Piediluco

In questo caso i punti analizzati fanno riferimento alla foce del Rio Fuscello, il canale a sinistra del rio Medio Nera (braccio Ponticelli) e il Velino all’ingresso del lago: nessunpo è risultato fuori dai limiti di legge. «Anche per i campionamenti – sottolinea Legambiente – a Piediluco è stato fondamentale il coinvolgimento del comitato pescatori No kill che hanno messa a disposizione un’imbarcazione. Sebbene il lago di Piediluco supera la prova microbiologica, i problemi, anche questi ormai cronici, permangono». Ad approfondire il tema è Gianni Di Mattia del circolo Verde Nera di Legambiente: «È importante contenere l’eutrofizzazione del lago, riducendo quindi la quantità di sostanze organiche provenienti principalmente dall’industria agricola e dalla troticoltura. Vanno inoltre monitorati e mitigati gli effetti dell’escursione del livello del lago che dipendendo dalla sua natura di bacino idroelettrico e che possono causare smottamenti e minare la stabilità del centro abitato di Piediluco. Esiste dal 2007, il piano Stralcio, una serie di provvedimenti rivolti prevalentemente ad orientare l’azione degli enti territoriali del bacino e che prevede la collaborazione tra la Lazio e Umbria per affrontare il problema di eutrofizzazione del lago. È evidente però che il Piano è finito, dimenticato in qualche cassetto, visto che di fatto, non è mai partito. Occorre impegno di tutti affinché il lago di Piediluco diventi un laboratorio di rilevanza nazionale – conclude – per una corretta gestione, garantendo una produzione energetica rinnovabile ma al contempo una corretta gestione della risorsa acqua, con interventi di lotta all’inquinamento, di fruizione turistica e sportiva condivisi con le comunità del territorio».

Contaminazioni e urgenze

Zara ribadisce che con le analisi «vogliamo mettere in luce situazioni critiche che sfuggono ai controlli tradizionali. Infatti le foci dei torrenti, gli scarichi e le canalizzazioni che arrivano al lago, sono i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta spesso all’insufficiente depurazione degli scarichi civili. Ed è quello che hanno confermato anche quest’anno i campionamenti della tappa umbra. Situazioni spesso cronicizzate, che segnaliamo ormai da anni, e che devono essere affrontare con urgenza, per garantire che la qualità dell’acqua sia all’altezza degli standard imposti dalle direttive europee e delle aspettative di residenti, turisti e attività economiche locali. Se vogliamo preservare i nostri laghi, l’azione delle amministrazioni e dei cittadini deve andare nella stessa direzione, ossia verso una migliore efficienza degli impianti di depurazione, e una maggiore diffusione di stili di vita più sostenibili». I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero fino al momento dell’analisi effettuata dal laboratorio certificato EuroLab s.a.s di Torgiano: «I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e vengono considerati come ‘inquinati’ i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e ‘fortemente inquinati’ quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo».

Particelle microplastica

Con l’occasione sono stati presentati i risultati legati al monitoraggio della presenza di microplastiche nelle acque dei laghi realizzato anche nell’edizione 2019 in collaborazione con Enea,  sempre nell’ambito del progetto quatriennale di Life Blue Lakes. «Nel lago Trasimeno sono stati prelevati 7 campioni in 6 aree del lago (1 punto con replica). La media rilevata è pari a 25.075 particelle di microplastica per chilometro quadrato di superficie. Un grande aumento considerato che nel 2017 le particelle per chilometro quadro erano 8.000».

Umbra Acque: «Le Pedate? Non presenta problematiche»

In serata arriva la nota della società in merito ai risultati esposti dal rapporto: «L’impianto di depurazione di Le Pedate, Passignano sul Trasimeno, funziona regolarmente e non presenta problematiche di alcun tipo. A testimonianza di ciò si precisa che nel corso del 2019 Arpa Umbria ha effettuato tre ontrolli analitici all’uscita dell’impianto non riscontrando alcun superamento dei limiti tabellari previsti dalla normativa ambientale (nel 2020 Arpa Umbria ha effettuato un solo campionamento di cui ancora non sono state fornite le risultanze analitiche). Nel corso del 2020 Umbra Acque S.p.A., nell’ambito delle attività per la gestione dell’impianto, ha effettuato campionamenti analitici sull’acqua trattata su oltre 140 parametri chimici e microbiologici registrando solo in un caso il superamento dei valori limite previsti dalla normativa ambientale. L’impianto nell’anno 2018 è stato oggetto di interventi, inseriti nel programma Par Fas 2000-2006 della Regione dell’Umbria, che hanno interessato il comparto terziario con la realizzazione di un impianto di disinfezione ad ultravioletti (UV) per l’abbattimento della carica fecale e il rispetto del limite previsto dall’autorizzazione allo scarico per gli “escherichia coli” di 5000 UFC/100ml».

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