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Home » La speranza dai grafici: «Ora il virus potrebbe iniziare a rallentare»

La speranza dai grafici: «Ora il virus potrebbe iniziare a rallentare»

di Redattore
25 Marzo 2020
in Ambiente e salute, Apertura 5, Coronavirus, In evidenza
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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di P.C.

«Sia chiaro, io non sono un epidemiologo e non faccio i modelli delle epidemie. Sono un fisico sperimentale e sto solo prestando la mia modesta conoscenza nell’analisi dei dati, per aiutare le persone normali ad interpretare i dati che vengono forniti dalle autorità sanitarie. E stando a ciò che vedo si può essere moderatamente ottimisti»: contattato da umbriaon.it, il professore Luca Gammaitoni, docente presso il dipartimento di Fisica dell’Università di Perugia, ci tiene a puntualizzare che il suo messaggio è quello di chi interpreta dati dall’esterno. Ma comunque conferma quanto il suo post sui facebook lasciava intravedere. Cerchiamo di capire.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Il punto di flesso

«La velocità con cui cresce il numero dei contagiati sembra (e lo sottolinea: sembra; ndr) cominciare a calare. Questo dato non è lo stesso per tutto il paese e varia parecchio da provincia a provincia. Non è attualmente evidente a Milano, mentre sembra più visibile a Brescia, ad esempio. A Perugia è solo appena accennato e nessuno statistico serio giocherebbe la propria carriera su questo dato. Ma se il trend continua oggi, domani e dopodomani, allora il fatto che siamo oltre il punto di flesso a Perugia sarà più certo». Ma cos’è il punto di flesso? Il professore lo spiega proprio aiutandosi con i grafici: «È il punto dove la crescita dei decessi comincia a rallentare». Cioè il numero cresce ma cresce con una velocità minore rispetto a prima. Per usare una metafora automobilistica: il virus ha tolto il piede dall’acceleratore e l’auto ora continua a camminare ma comincia a rallentare.

«Cercare il bene dove si annida»

Tutto nasce da un post che il professore ha messo sulla sua pagina, analizzando i dati forniti dalle autorità sanitarie ed elaborati da Giovanni Sebastiani dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ – CNR (e pubblicati su www.scienzainrete.it). «L’ho fatto per lanciare un segnale di speranza con gli strumenti che conosco meglio, che sono i grafici; magari uno vede che i contagiati aumentano ogni giorno e si dispera, ma può essere (e speriamo sia questo il caso) che in quegli aumenti si nasconda un segnale di speranza. Occorre cercare il bene dove questo si annida».

LO STUDIO DEL DOTTOR SEBASTIANI

Il grafico su facebook

E allora leggiamolo questo post. Il professore si rivolge in primis ai suoi studenti suggerendo di ripassare proprio il punto di flesso sembrerebbe («prudenza e uso del condizionale obbligatorio», scrive il docente) che il punto di flesso sia arrivato. «Nel grafico in figura, a sinistra, si vede il numero di contagiati al 21 Marzo, nella provincia di Brescia e di Perugia (frazione sul numero totale di abitanti, ovvero circa quattro persone ogni mille a Brescia e circa cinque ogni diecimila a Perugia) che continua a crescere. Sul grafico di destra è rappresentata la velocità con cui il numero di contagiati cresce. Come si vede, questa curva tra ieri e l’altro ieri avrebbe fatto registrare un massimo (ignoriamo il primo piccolo massimo) e potrebbe cominciare a scendere. Questa, se confermata (ma è una conclusione che va presa con molta molta cautela per mille motivi, anche tecnici legati alle fluttuazioni sui dati) è una buona notizia. Vorrebbe dire che abbiamo raggiunto il punto di flesso (per quelli che conoscono un po’ di matematica, il punto di massimo della derivata prima della funzione, rappresentata a sinistra). Questo non vuole dire che possiamo rilassarci e abbandonare le misure di distanziamento interpersonale. Anzi! Vuole dire che queste misure stanno dando risultati e quindi vanno seguite con attenzione e rigore. Forza: ce la faremo!».

ALCUNE RIFLESSIONI SUL CORONAVIRUS ANCHE SU ‘L’OSSERVATORE’

Una delle incognite è il comportamento degli italiani

Non solo sorrisi però. «Vorrei anche dire – aggiunge il professore al nostro giornale – che, supponiamo che effettivamente si sia intrapresa la strada che segna un rallentamento della diffusione, non è mica detto che questo porti inevitabilmente a raggiungere il picco dei contagi (ovvero la situazione in cui il numero dei contagiati non aumenta più). Dipenderà molto dal comportamento degli italiani (incognita) e dal fatto che questa epidemia si comporti come le altre che abbiamo già visto (non si conosce ancora bene il virus)».

Dopo due giorni…

Gammaitoni conferma: «Contagi decelerano»

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