Covid-19, accordo nella notte all’Ast

Terni, lunedì riprende l’attività. Mascherine per chi lavora a meno di un metro dai colleghi, formazione, docce chiuse e termoscanner. La Fiom: «A domenica segnali non positivi»

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Dopo un’altra lunga giornata di confronto, nella notte tra sabato e domenica si è arrivati ad un’intesa tra sindacati e direzione aziendale di Ast in merito alle misure da adottare all’interno dello stabilimento per affrontare l’emergenza Covid-19. La produzione in viale Brin riprenderà quindi alle 6 di lunedì 16 marzo, nel frattempo continuano gli interventi di sanifiazione e pulizia, andati avanti anche nella giornata di domenica. Giornata durante la quale la copertura economica dei lavoratori è stata garantita, come avvenuto sabato, dall’aspettativa retribuita.

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La supervisione dell’Usl

Il verbale firmato da Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl, Usb e rsu rende operativa l’applicazione dei decreti governativi, «la sanificazione degli spazi comuni, il modello organizzativo meno impattante, l’utilizzo necessario dei dispositivi di protezione individuale adeguati, strumenti per la pulizia personale con prodotti in linea con quelli indicati nei decreti e tutti quei miglioramenti che possano non creare assembramenti e situazioni di veicolo del virus». «Il percorso avviato in sede prefettizia – scrivono le organizzazioni sindacali in una nota -, su nostra sollecitazione ha determinato che nel pomeriggio (di sabato, ndr) sono intervenuti gli ispettori della Usl 2, i quali hanno generato, dopo un giro interno, prescrizioni che dovranno garantire metodologie e pratiche di gestione nella direzione della minima esposizione al Covid-19 e che certificano il non utilizzo delle docce e il contingentamento dello spogliatoio».

LO STOP ALL’AST

Le misure previste

Tra i vari interventi elencati, l’acciaieria installerà a partire dalla prossima settimana due termocamere per il controllo della temperatura corporea. L’attività di pulizia è stata già incrementata dell’80%, ma Ast ha assicurato la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali di lavoro e delle aree comuni. A tutti i luoghi di lavoro sarà fornito un cleaning kit per la pulizia ad ogni cambio turno, con un sistema di controllo tramite registro. Anche ogni postazione sarà fornita di detergenti, mentre le mascherine, i guanti, gli occhiali e tute saranno fornite a chi svolge attività in cui non viene garantita la distanza di un metro. Anticipato di mezz’ora l’accesso agli spogliatoi – che sarà controllato da un addetto – per le attività discontinue e posticipato, sempre di mezz’ora, per l’area a caldo e la laminazione a freddo. Sospese e ridotte al minimo le attività non strettamente necessarie al processo produttivo, con una riduzione del personale in azienda di circa 300 unità.

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Impegno anche per ditte esterne

Le parti hanno condiviso che «per il primo giorno di rientro ci sarà una giornata di formazione specifica sul Covid-19 e sui modelli comportamentali da seguire». «In aggiunta – dicono ancora i sindacati -, dopo che gli ispettori Usl 2 avranno avallato l’avvenuto rispetto delle prescrizioni, si è condiviso con gli stessi un intervento immediato alla ripresa dell’attività lavorativa, per garantire l’applicazione di tutte le normative e prescrizioni in essere e nel caso l’immediato fermo produttivo». Le organizzazioni sindacali hanno chiesto che «le azioni migliorative messe in atto e le regole vigenti debbano essere estese anche alle aziende terze operanti all’interno del sito, rispetto a ciò abbiamo registrato un impegno di Ast. L’azione fatta – continuano -, merito della compattezza e del sostegno di tutti i lavoratori, ha generato miglioramenti e il rispetto delle normative che potranno arginare.

La Fiom precisa: «Nessun accordo. Solo un verbale di riunione. Formazione latita»

La Fiom e le rsu del sindacato dei metalmeccanici Cgil, nel pomeriggio di domenica, precisano che «alla base della lunga trattativa conclusasi la notte scorsa, non c’è un accordo, ma un verbale di riunione, proprio perché alcune delle visioni dell’azienda e del sindacato per contenere il rischio di contagio da Covid-19 non erano condivise. Per tutta la delegazione sindacale, a livello prioritario e per dare una risposta alla legittima paura dei lavoratori, era necessario sospendere le produzione per una settimana e coprire i lavoratori con gli strumenti straordinari individuati dal Governo, cosa che abbiamo proposto. O in alternativa predisporre una diminuzione dei livelli produttivi che prevedesse 6 ore di produzione e due da destinare al ripristino degli impianti e all’uscita in sicurezza dall’azienda. Tali misure – prosegue le Fiom – non sono state prese in considerazione dall’azienda che si è rivelata intransigente, sicura di aver fatto quanto dovuto per ridurre il pericolo da contagio. La stessa azienda che all’indomani dell’indizione di 48 ore di sciopero lo definiva ingiustificato e pretestuoso, per poi procedere a 48 ore di fermo produttivo, pagato dall’azienda, per rendere operative le prescrizioni effettuate dalla Usl 2, intervenuta su sollecitazione di tutte le sigli sindacali in data 14 marzo. Questo è un risultato importante – spiegano i metalmeccanici della Cgil -, insieme al fatto che la ripresa produttiva sarà sottoposta a verifica da parte dell’autorità sanitaria e con una prima giornata di formazione, che nelle intenzioni dell’azienda dovrebbe avvenire lunedì 16 marzo. Tuttavia, ancora nel tardo pomeriggio di domenica, l’azienda non è in grado di garantire che questo avvenga, perché non tutti i lavoratori sono stati avvisati della tempistica per la ripresa. Sindacato e rsu – conclude la nota – sono in prima linea per tutelare i lavoratori e le lavoratrici dentro questa emergenza sanitaria con grande senso di responsabilità. Siamo consapevoli che il verbale di riunione lascia aperta la partita, reparto per reparto, posto di lavoro per posto di lavoro, fino alle ditte terze, dove i delegati Fiom sono pronti a vigilare e a intervenire ogni qualvolta i lavoratori non saranno in sicurezza».

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