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Home » Covid, Ance: «Pensare ad un ‘Cura Umbria’»

Covid, Ance: «Pensare ad un ‘Cura Umbria’»

di Francesca Torricelli
7 Aprile 2020
in Coronavirus, Economia, Imprese, In evidenza, Opinioni
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
Foto archivio

Foto archivio

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di Stefano Pallotta (Presidente Ance Umbria); Moreno Spaccia (Presidente Ance Perugia);
Massimo Ponteggia (Presidente Ance Terni) e Eleonora Angelelli (Presidente gruppo giovani Ance Umbria)

Gentile presidente,
ci appelliamo a lei volendo così rivolgerci all’intera comunità regionale e alle sue istituzioni, a tutti i nostri conterranei. Nel mondo, non certo solo in Umbria e in Italia, stiamo attraversando sicuramente il periodo più difficile dal secondo dopoguerra. Al dramma umano e sanitario, che dobbiamo mettere al primo posto delle nostre preoccupazioni senza tentennamenti di sorta, si unisce la concreta possibilità di disastri sociali ed economici che la pandemia del covid-19 rischia di causare con l’irrompere di una catastrofica recessione.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Mentre anche in Umbria i nostri straordinari operatori sanitari e i tanti lavoratori delle attività e dei servizi essenziali stanno dando ancora una volta un’eccezionale prova di coraggio e professionalità, salvano persone e ci permettono di vivere, forse a noi spetta il compito almeno di cominciare a discutere come affrontare il dopo emergenza sanitaria e preparare i presupposti della ripresa. Abbiamo bisogno immediatamente di un ‘Cura Umbria’ che sia il presupposto di un vero e proprio ‘Piano di rinascita dell’Umbria’.

Forse un piccolo vantaggio, di sicuro era meglio non fosse determinato da tanto dolore e preoccupazione, è rappresentato dalla fine della discussione sullo stato di salute della nostra Regione. Oggi è impossibile non essere tutti d’accordo sulla drammaticità della situazione e sulla necessità di affrontare l’emergenza determinata da una strana ma vera guerra; è impossibile non concordare sulla urgente necessità di porre le basi per una ripartenza. Dobbiamo vincere questa doppia guerra: sanitaria ed economica e lo possiamo fare con una reazione immediata e con regole nuove ed esercitando responsabilità da tempo di guerra. Noi, le nostre imprese, i nostri lavoratori, tutto il settore delle costruzioni veniamo da una durissima crisi ultradecennale. In questi anni abbiamo perso, anche in Umbria, decine di migliaia di lavoratori e centinaia di imprese, ma ciò nonostante non abbiamo perso la certezza di essere una risorsa strategica, un attore indispensabile per il ‘Cura Umbria”’ e poi soprattutto per il ‘Piano di rinascita’ della nostra regione e delle nostre città.

Il nostro settore con l’indotto rappresenta circa un quarto del Pil, la filiera delle costruzioni attiva l’86% dei settori industriali; un milione investito in costruzioni ne attiva 3.5. C’è bisogno quanto prima di interrompere la scelta dei sussidi e puntare a posti di lavoro che diano salari e stipendi; ecco, allora, che le costruzioni possono immediatamente tradurre investimenti in benessere sociale, in qualità della vita e supporto alla produzione. In questo senso siamo convinti di essere un settore strategico per far ripartire l’Umbria e anche capace di guardare, quanto e più di altri, all’innovazione e allo sviluppo sostenibile.

Oggi non è certo il momento delle lamentele e delle divisioni. Per questo vogliamo essere al fianco delle istituzioni e dare il nostro contributo dichiarandoci sin da subito disponibili, come sempre, a collaborare alla definizione delle scelte e ad avanzare proposte. Lo scenario attuale richiede, quanto meno, un intervento di ampio respiro sui temi della dotazione e del potenziamento infrastrutturale, della politica della casa, del recupero e della rigenerazione urbana, che dovranno essere affrontati quanto prima nei prossimi mesi. Nell’immediato, tuttavia, riteniamo utile proporre alcune idee di rapida e facile attuazione, a livello regionale e locale, nella consapevolezza che, se non riapriamo subito i cantieri con regole nuove e ridiamo liquidità alle imprese, il rischio è di trovarci tra poco di fronte ad un deserto.

A) Piano straordinario di infrastrutturazione e manutenzione del territorio
Mobilitazione di tutte le risorse regionali disponibili per un piano straordinario di infrastrutturazione e manutenzione del territorio con burocrazia zero: erogazione immediata dei contributi regionali, obbligo di rapido avvio dei lavori entro il 31 dicembre 2020, procedure ‘a monte’ della gara ultra semplificate, realizzazione dell’opera secondo un cronoprogramma definito e vincolante.

B) Procedure di aggiudicazione appalti
Valorizzazione delle imprese del territorio regionale in base alla proposta in materia di procedure negoziate recentemente presentata da Ance Umbria alla giunta regionale.

C) Pagamenti e liquidità
Al fine di contrastare la crisi di liquidità gravissima le stazioni appaltanti devono procedere alla contabilizzazione dei Sal ed ai relativi pagamenti in tempi rapidissimi, anche in deroga alle condizioni di contratto e/o capitolato, come già fatto a livello nazionale da Anas. Quindi, per tutti i lavori in corso, obbligo di adozione di un primo stato di avanzamento ‘emergenziale’, da liquidare entro 15 giorni; successivamente al Sal ‘emergenziale’, obbligo di adozione di Sal ogni fine mese, con pagamento sempre entro 15 giorni. La Regione, inoltre, dovrebbe predisporre adeguati strumenti per assicurare nel tempo la necessaria liquidità alle imprese e la certezza dei pagamenti, anche mediante l’attivazione della finanziaria regionale Gepafin.

D) Prezzario regionale
Aggiornamento costi della sicurezza attraverso un immediato riconoscimento nel ‘Prezzario regionale’ dei maggiori costi per le imprese di costruzione concernenti le misure di sicurezza introdotte dai Protocolli nazionali per fronteggiare – nei cantieri edili – la diffusione del virus Covid-19.

E) Ricostruzione post sisma
Relativamente agli appalti della ricostruzione post sisma 2016 sono necessari: una reale semplificazione delle procedure per la presentazione dei progetti e per la rendicontazione delle opere; una rimodulazione delle erogazioni dei Sal e della anticipazione, entrambi da liquidare entro 15 giorni; aggiornamento del ‘Prezzario’ del cratere, lacunoso ed incongruo o utilizzare il nostro prezzario regionale; modifica dell’istituto del subappalto; linee guida per la concreta ed organica applicazione delle quasi cento ordinanze. Insomma, vera semplificazione e pagamenti in tempi certi e rapidi.

F) Proroga durata piani attuativi e titoli abilitativi
Proroga di due anni dei piani attuativi e dei titoli abilitativi già approvati e rilasciati nonché di quelli che verranno autorizzati entro un anno dalla fine dello stato di emergenza.

G) Contributo di costruzione
Abbattimento degli oneri per chi costruisce, prevedendo che i Comuni, al fine di sostenere l’attività edilizia, dispongano per un periodo di tre anni dal 14 aprile 2020 una riduzione del 40% dei valori del contributo di costruzione. Possibilità di scomputare totalmente tutti i costi di realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria.

H) Procedimenti più celeri
Riduzione, da 60 a 45 giorni, del termine stabilito per lo svolgimento dell’istruttoria ai fini del rilascio del permesso di costruire e riduzione, da 10 a 5 giorni, del termine per l’adozione del provvedimento finale.

Ovviamente, lo ribadiamo, si tratta di prime soluzioni operative, sicuramente le più semplici da predisporre, volendo, anche in poche settimane. Sarà, tuttavia, necessario un confronto a breve su proposte organiche di rilancio del settore che verranno raccolte in un documento di più ampio respiro che sarà messo a disposizione per poter immaginare insieme di nuovo un futuro.

 

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