Cura orti e giardini, Regione chiarisce

Covid Umbria: dopo la nota del ministro Bellanova, ecco gli input regionali su cosa è consentito

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La Regione Umbria nella mattinata di mercoledì ha precisato – sul tema si era espressa direttamente il ministro Teresa Bellanova – le modalità per la coltivazione di orti per autoconsumo e cura dei giardini non adiacenti alla propria abitazione. La nota arriva in seguito ai chiarimenti chiesti alla prefettura di Perugia.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Le modalità

«È consentito, anche al di fuori del Comune di residenza, lo svolgimento – specifica la Regione – di attività lavorative su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti alla prima o altra abitazione poiché la coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo rientrano nel codice Ateco 0.1 e sono quindi consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito».

LE INDICAZIONI DEL MINISTRO BELLANOVA

Cosa si può fare

«Tra le attività consentite rientrano la cura e manutenzione di parchi e giardini pubblici e privati – viene sottolineato – e del paesaggio agrario e rurale. Per quanto concerne i giardini privati delle case diverse dall’abitazione principale e ubicate in un altro comune, è consentita l’attività di cura e manutenzione solo da parte del personale incaricato che svolge attività imprenditoriale riconducibile al codice Ateco 81.30, restando fermo che per i proprietari o locatari l’accesso alla seconda casa è consentito solo se dovuto alla necessità di porre rimedio a situazioni sopravvenute e imprevedibili (quali crolli, rottura di impianti idraulici e simili, effrazioni, ecc.) e comunque secondo tempistiche e modalità strettamente funzionali a sopperire a tali situazioni. Resta fermo altresì che nei territori dei Comuni per i quali è stata dichiarata un’emergenza fitosanitaria continuano a potere e dovere essere eseguite su tutte le superfici, anche di limitate dimensioni, le buone pratiche agronomiche ed ambientali».

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