Covid, ecco il piano di contenimento della Regione Umbria

All’interno dell’articolo il documento integrale e il video con cui è stato illustrato: ha quattro livelli di ‘pericolosità’; siamo già al terzo

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La Regione Umbria ha adottato un piano di contenimento progettato a livelli progressivi di criticità, come quelli che vengono ideati per gli attentati o per i disastri naturali. E non è un caso che, a presentarlo, ci fosse, oltre alla giunta regionale (Coletto in sala con la presidente Tesei, gli altri in collegamento) anche l’uomo che negli anni Novanta e Duemila ha rappresentato la protezione civile in Italia, gestendo tutte le tragedie e gran parte dei grandi eventi verificatisi in Italia: Guido Bertolaso.

COVID – IL PIANO REGIONALE ‘PER FASI’ (LEGGI IL DOCUMENTO)

La spiegazione dei piani regionali di gestione

Dal ‘contenimento’ alla ‘salvaguardia’

I livelli sono quattro in totale, ma siamo già al terzo. Attualmente la Regione Umbria si trova nel ‘piano di contenimento’, che viene attivato proprio in queste ore. Ma se la situazione dovesse precipitare, rendendo non più sufficiente queste risorse (si parla soprattutto di posti letto in terapia intensiva), ecco allora pronto un ‘piano di salvaguardia’. Obiettivo è contenere il rischio di sovraccaricare le singole strutture sanitarie e garantire contemporaneamente il più possibile adeguati livelli di assistenza per altre tipologie di pazienti tenendo conto della sicurezza di pazienti e operatori. Il piano di quarto livello consentirà di gestire sia i pazienti covid che le altre attività, prevede infine l’assunzione di 222 unità di personale sanitario, tra cui 23 medici di varie specialità, 35 anestesisti, 116 infermieri e 48 operatori socio sanitari.

I posti letto in terapia intensiva

Per lo sviluppo dei posti letto di terapia intensiva si prevede di arrivare a 127, dedicandone 78 al Covid e 49 alla generalista, con moduli variabili in modo da essere rapidamente pronti a situazioni di emergenza. Al momento ci sono 48 letti occupati da malati Covid in terapia intensiva (si tratta del punto più alto mai raggiunto) e poco più di una trentina in quella generalista. Nel corso del suo intervento Claudio Dario spiega anche come si sia arrivati all’individuazione di Spoleto come Covid Hospital fra i Dea di primo livello: per la situazione geografica, il numero di posti letto, la distanza da altri ospedali e la specificità. È l’unico che consente ingressi differenziati per ogni reparto e ogni piano. Come Covid Hospital a minore intensità assistenziale è stato invece individuato l’ospedale della Media Valle del Tevere, a Pantalla; in considerazione della geolocalizzazione della struttura, della possibilità di attuare la riconfigurazione strutturale in maniera celere, del possesso di una distribuzione spaziale che consenta di individuare aree indipendenti da adibire a spazi assistenziali per pazienti Covid positivi.

 

Sanità, Tesei convoca d’urgenza i sindacati

Convocazione d’urgenza per Cgil, Cisl e Uil da parte della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, che ha chiesto ai sindacati di riprendere un’interlocuzione diretta per la gestione della difficile fase pandemica. «Martedì mattina – spiegano in una nota i segretari dei tre sindacati umbri, Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Claudio Bendini – la presidente, su sollecitazione del prefetto di Perugia, ha dichiarato la sua disponibilità al confronto con le organizzazioni sindacali, in particolare sulle vicende dei lavoratori della sanità. Da parte nostra – continuano – abbiamo ribadito le ragioni che hanno portato il comparto a proclamare lo stato di agitazione e le varie iniziative di questa settimana, a partire da quella odierna a Spoleto». I tre segretari definiscono «gravissimo» l’atteggiamento dell’assessore regionale alla salute Luca Coletto della scorsa settimana: «Prima ha posticipato l’incontro con i rappresentati dei lavoratori e poi lo ha snobbato, andandosene dopo pochi minuti. È intollerabile un simile atteggiamento – rimarcato i tre segretari – che dimostra la scarsa attenzione di chi ha la massima responsabilità politica in materia, rispetto alle carenze evidenziate da tutti gli operatori sanitari e ribadite anche nell’assemblea online di sabato scorso». Mercoledì è previsto un nuovo incontro tra assessorato e organizzazioni sindacali di settore, dopodiché Cgil, Cisl e Uil torneranno a confronto con la presidente Tesei. «Sulla base delle risposte che otterremo mercoledì – concludono Sgalla, Manzotti e Bendini – decideremo, con i lavoratori le ulteriori iniziative da mettere in atto e non esiteremo ad inasprire le azioni di lotta se perdurerà questa situazione paradossale, nella quale lavoratrici e lavoratori della sanità umbra, oltre che sotto una enorme pressione per l’emergenza, vengono anche ignorati dal loro assessore di riferimento».

La protesta a Spoleto

La protesta dei sanitari

«Protesto, ma non mi fermo»: è questo lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil per la mobilitazione dei lavoratori della sanità dell’Umbria, che è partita dall’ospedale di Spoleto e proseguirà nei prossimi giorni in tutto il resto della regione, per ribadire il grande senso di responsabilità e l’impegno straordinario che quotidianamente gli operatori della sanità pubblica mettono nel proprio lavoro, ma anche tutte le lacune di una politica regionale assolutamente deficitaria. Una delegazione sindacale ha presidiato l’ingresso dell’ospedale di Spoleto, San Matteo degli Infermi, struttura convertita in Covid Hospital in pochi giorni e senza le necessarie garanzie e protezioni, stando a quanto denunciano lavoratrici e lavoratori che hanno preso parte al presidio. In presidio accanto ai lavoratori della sanità c’erano anche quelli degli appalti del trasporto sanitario, che hanno subito, contro la loro volontà, un cambio di contratto che comporta, nel bel mezzo dell’emergenza, una riduzione di stipendio di quasi 500 euro lorde al mese.

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