Covid, la curva umbra scende ma le misure non si allentano

Umbria – Verso la conferma l’ordinanza regionale in essere: «Serve grande cautela. Sui vaccini «stiamo accelerando ma la carenza è il primo vero problema»

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«La curva epidemiologica prosegue la sua discesa, piuttosto costante ma meno repentina rispetto alla seconda ondata. La differenza fra le due province permane. Come RT negli ultimi 7 giorni siamo intorno a 0,88 (nazionale oltre 1,1 ndR). L’incidenza fa registrare criticità soprattutto nel Folignate/Assisano e in Alto Tevere. Nel territorio della Usl1, è in forte discesa il distretto perugino. Come province, a Terni, nonostante un incremento registrato negli ultimi giorni in alcuni comuni, siamo ad un’incidenza pari a 74,74 contro i 221,27 di quella di Perugia e 183,64 su base regionale. Circa le fasce di età, quelle in età scolare continuano a scendere e siamo sotto i 200 casi, mentre la fascia 0-2 anni è in lieve crescita da alcune settimane: ciò non dipende dalla riapertura dei nidi avvenuta il 1° marzo, sin troppo recente. Per gli ultra 80enni, non riusciamo ancora a vedere nitidamente l’effetto della vaccinazione. Sui ricoveri ordinari, la media mobile registra una discesa ma siamo su livelli superiori all’ondata di novembre, forse perché le varianti sono più aggressive: speriamo di stabilizzare questa curva, portandola ancora più in basso. Discorso analogo vale per le terapie intensive. I decessi da alcuni giorni fanno registrare una tendenza alla diminuzione. Come regione, in merito ai decessi ogni 100 mila abitanti, siamo al 13° posto su 21 regioni. Le vaccinazioni hanno fatto registrare un’impennata recente con l’attuazione della campagna nell’arco dell’intera giornata. Circa le varianti, l’ultimo sequenziamento relativo ad una parte dei 247 campioni inviati all’ISS, ha fatto registrare il 51% di variante inglese e 36% di variante brasiliana». A parlare, nel consueto punto settimana sull’emergenza Covid in Umbria, è il dottor Marco Cristofori del nucleo epidemiologico regionale.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

«Le vaccinazioni stanno crescendo»

L’assessore regionale Luca Coletto ha detto che «i provvedimenti presi ci stanno dando ragione e stiamo lentamente scendendo: l’inversione di tendenza, che ci rassicura, c’è». Sui vaccini: «In questi giorni ne abbiamo sentite di tutti i colori. Io credo che la nazione Italia sia più o meno comparabile con l’andamento umbro, il dato costante, per tutti, è la mancanza di vaccini. Gli ultimissimi dati tuttavia ci rassicurano: le vaccinazioni sono cresciute e finalmente siamo in un contesto di stabilità in termini di programmazione delle forniture, elemento che sicuramente ci aiuta dopo tanti ‘cambi in corsa’ come l’età per il prodotto AstraZeneca e il timing della seconda dose».

L’ORDINANZA VALIDA DAL 1° AL 5 MARZO – LEGGI

«Noi ultimi? Sì, ma come disponibilità di vaccini»

Sempre sulle somministrazioni, il direttore della sanità Claudio Dario ha spiegato che «stanno girando alcune tabelle che evidenziano come l’Umbria sia fra gli ultimi in Italia. Per documentare la situazione in modo oggettivo, abbiamo analizzato nel dettaglio i dati. E ci dicono che siamo terzultimi nel Paese come dosi consegnate ogni 100 mila abitanti. Il tetto della nostra potenzialità della ‘macchina’ parte da questo dato. Spesso ho scritto alla direzione prevenzione del ministero della Salute, chiedendo non solo 16 mila dosi che possono avvicinarci alla media di distribuzione nazionale, ma anche altre 50 mila: ciò sulla base dell’elevata presenza di anziani in Umbria, in relazione alla popolazione, e la presenza di ‘zone rosse’ da alcune settimane. Siamo stati primi a dover affrontare il problema-varianti, non va dimenticato. Il problema quindi non è la capacità della ‘macchina’ umbra ma l’utilizzo delle poche dosi sin qui consegnate. Noi possiamo somministrare 35.700 dosi ogni settimana: un potenziale importante, da 140 mila dosi al mese».

Il quadro dei tre vaccini disponibili: consegne e utilizzo

Nel corso della conferenza stampa è stato poi riferito che al momento in Umbria sono state consegnate 71.370 dosi di vaccino Pfizer, 52.650 sono state utilizzate e 18.720 sono le seconde dosi già programmate, le prossime consegne sono previste per l’8, il 15 e 22 marzo con 11.700 dosi per ogni giorno di consegna, mentre il 29 marzo è previsto l’arrivo di 12.870 dosi. Del vaccino Moderna sono state consegnate 8.600 dosi, ne sono state utilizzate 2.000, le prime dosi programmate sono 3.300, così come sono 3.300 le seconde sempre programmate. L’8 marzo è prevista la consegna di 5.800 dosi e il 29 marzo di altre 8.700. Il 50% degli arrivi viene programmato per la prima dose con utilizzo da parte dei medici di medicina generale per gli over 80 fragili, il restante 50% per la seconda somministrazione. Di AstraZeneca sono state ricevute 21.800 dosi, sono in arrivo per il 10 di marzo altre 11.100 per un totale di 32.900. Dal 27 febbraio al 6 marzo sono in utilizzo 16.209 dosi, altre 16.000 sono programmate dall’8 al 13 di marzo. Quindi sono in programmazione oltre il 90% degli arrivi visto che il saldo è di 691 dosi, pari al 2%. Le prossime consegne per questo vaccino sono fissate al 13 di marzo con 2.700 dosi, 20 marzo (9.100), 27 marzo (8.300), 3 aprile (12.900). Quindi in totale le dosi consegnate dei tre vaccini sono 101.770, quelle utilizzate 54.650, le prime dosi in programma fino al 6 marzo sono 19.509, le seconde dosi programmate 22.020, il saldo è di 5.591 dosi, pari al 5,5%. I punti vaccinali sul territorio sono 17, ma è previsto un aumento, e impegnano 32 team vaccinali, i punti ospedalieri sono 8 con 14 team vaccinali, i medici di medicina generale coinvolti nella somministrazione del vaccino sono 770.

Piano vaccinale, numeri e novità

Massimo D’Angelo, commissario straordinario per l’emergenza Covid in Umbria, ha fornito un aggiornamento su consegne e programmazione dei vaccini: «A noi sono state consegnate in tutto 101.770 dosi di vaccino. Ne abbiamo usate 54.650. Non ci si può fermare a tale dato perché abbiamo già programmato la somministrazione di ulteriori 19.509 dosi. Ma oltre alla prima dose, vanno considerate anche le seconde dosi per completare il ciclo vaccinate e ne abbiamo programmate 22.020. Avremmo così solo 5.591 dosi rimanenti: non il 50% o il 70%, ma il 5,5%. Augurandoci ovviamente che il piano di approvvigionamento previsto ci consenta di garantire l’intervento completo per tutti coloro a cui è stata somministrata la prima dose». Poi le novità: «Il personale delle ditte interne che lavora negli ospedali – ha detto D’Angelo – dalla prossima settimana verrà sottoposto a vaccinazione. Così come gli operatori delle strutture socio sanitarie residenziali e semiresidenziali ed i disabili, attraverso team itineranti che garantiranno l’intervento. In generale si vaccinerà da lunedì al sabato dalle ore 8 alle 19 e la domenica dalle ore 8 alle 14». Ai medici di base, per le somministrazioni domiciliari, arriverano in questo primo momento 3.300 dosi (198 praticate al 4 marzo, ndR). Confermata anche in Umbria la somministrazione di un’unica dose a chi è stato positivo ed è guarito dal Covid, come da circolare ministeriale.

Reinfezioni post vaccinazione

Il direttore Dario ha spiegato che «sugli operatori sanitari abbiamo avuto 260 reinfezioni dopo la prima dose e 149 dopo la seconda. Sappiamo però servono fino a 7/10 giorni per far esprimere la risposta immunitaria, anche dopo la seconda dose. Dei 149 che si sono reinfettati dopo la seconda dose, 69 sono con diagnosi entro i 7 giorni dalla somministrazione. Restano circa 80 casi che hanno una frequenza dopo il settimo giorno: su questi si stanno valutando i sequenziamenti. Non ho notizie ancora dell’esito e appena le avremo, le diffonderemo».

Nodo-scuole e misure in Umbria: quali decisioni?

Sempre Claudio Dario, in merito alla prossima ordinanza regionale – con l’attuale in scadenza il 5 marzo – ha affermato che «oggi ci sarà la riunione del Cts umbro e affronteremo sia la lettura del Dpcm nazionale che delle ultime circolari. Sapete quanto lentamente sta decrescendo la curva dei contagi in Umbria. Questo implica grande attenzione per qualsiasi tipo di riapertura. Poi c’è in atto una trasformazione epidemiologica delle varianti e, come in tutta Italia, avanza in modo spinto quella inglese che è più contagiosa e colpisce molto i giovani, ‘veicolo’ del virus nelle famiglie. La cautela in questo contesto, che vede una ‘riaccensione’ della pandemia in Italia, è d’obbligo».

Aggiornamento – La linea del Cts

La riunione del Cts di giovedì pomeriggio avrebbe fatto emergere un sostanziale allineamento dell’Umbria a quanto previsto dall’ultimo Dpcm, il primo del presidente del consiglio Mario Draghi. Se la regione dovesse essere confermata ‘arancione’, potrebbero scattare misure ulteriori nei comuni con un’incidenza superiore a 200 o 250 – questo uno dei punti di confronto all’interno dello stesso Cts – a partire dalla chiusura delle scuole. Sul piano del monitoraggio, particolare attenzione è stata dedicata al Ternano dove i numeri degli ultimi giorni parlano di una lieve ascesa dei contagi ma che, memori di quanto accaduto in provincia di Perugia, se il trend dovesse proseguire, potrebbe condurre all’applicazione di restrizioni locali.

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