Covid Umbria: «Dalla Regione solo annunci»

Consiglieri del Pd e del M5s all’attacco della giunta Tesei: «Perso tempo prezioso. Perché non si è fatto come in Toscana?». Appello di Cna e Confartigianato

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«La presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ormai da più di un mese continua ad annunciare provvedimenti per la ripartenza, senza aver condiviso una sola misura con i soggetti interessati e le forze politiche e sociali». Lo affermano i consiglieri di minoranza Tommaso Bori, Michele Bettarelli, Simona Meloni, Fabio Paparelli e Donatella Porzi (Pd) e Thomas De Luca (Movimento 5 Stelle). «Stante le ricostruzione puntuale di alcuni organi di stampa, risultiamo essere l’unica regione italiana, insieme al Molise – sottolineano – a non aver ancora concordato le linee guida da applicare a partire dal prossimo 18 maggio, giorno in cui alcune attività commerciali avrebbero potuto riaprire i battenti sulla base di regole certe e tempi adeguati ad attivare i nuovi standard di sicurezza e protezione». Intanto c’è l’appello congiunto di Cna e Confartigianato per le imprese del benessere.

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«Non si è agito per tempo»

«Al di là degli annunci e delle false partenze – aggiungono i consiglieri Dem e M5S – rimane il fatto che non aver concordato almeno con le associazioni di categoria i protocolli già validati da Governo e dall’Inail, in attesa del Dpcm del Governo, e la relativa ordinanza regionale, obbligherà le imprese umbre ad adeguare i propri standard di sicurezza nell’arco di pochissime ore, con il risultato che, molte di loro, rimarranno ancora chiuse per giorni». Per i consiglieri di opposizione si tratta di «tanto rumore per nulla, in quanto la giunta regionale si ostina a perdere inutilmente tempo prezioso, quando, da giorni, alcuni settori potevano essere già stati messi nelle condizioni di essere informati sulle modalità di riapertura. Alla prova dei fatti – rilevano i consiglieri di opposizione – questa giunta sta dimostrando di non avere il coraggio delle proprie scelte, sprecando tempo prezioso a cercare alibi e a scaricare sul Governo i propri limiti».

«Perché non si è fatto come in Toscana?»

«L’opposizione – ricordano i consiglieri – era pronta a misurarsi anche su questi temi e a fornire un contributo di idee e proposte, così da affrontare congiuntamente e responsabilmente questa nuova fase, così come sta accadendo in tante altre regioni italiane, non ultima la vicina Toscana in cui, proprio ieri, maggioranza ed opposizione hanno condiviso un programma progressivo di riaperture con regole certe e controlli serrati. La seduta dell’assemblea legislativa di pochi giorni fa – concludono gli esponenti di Pd e M5s – rappresenta solo l’ultima delle occasioni sprecate da parte di un esecutivo ormai del tutto autoreferenziale e bloccato da dubbi amletici».

Cna e Confartigianato: «Regione firmi subito»

In una nota congiunta Cna Umbria e Confartigianato Imprese Umbria sottolineano che «le condizioni per ripartire nel rispetto della sicurezza ci sono tutte, perciò auspichiamo che la Regione firmi subito l’ordinanza per la riapertura delle imprese del benessere. Le misure contenute nel documento che abbiamo consegnato alla presidente – le parole di Piero Montanucci, parrucchiere e dirigente Cna – tengono conto del protocollo nazionale sulla sicurezza firmato tra governo e parti sociali il 24 aprile, dei codici di autoregolamentazione che le associazioni si sono date, nonché delle recenti indicazioni di Inail e Iss, che, lo ricordiamo, hanno carattere tecnico e non normativo e vogliono essere, a detta degli stessi estensori, delle indicazioni per prendere decisioni. Le linee guida che abbiamo individuato – aggiunge Roberta Caracciolo, presidente regionale dei parrucchieri di Confartigianato – secondo noi rappresentano l’equilibrio migliore tra efficacia e sostenibilità delle misure, perché sono indicazioni ispirate alla massima sicurezza, ma al tempo stesso sono concretamente attuabili all’interno dei centri e dei saloni. Considerando, peraltro, che i costi dell’introduzione di queste nuove procedure sono altissimi. Pensiamo che a questo punto i servizi alla persona abbiano tutte le carte in regola per ripartire, soprattutto in Umbria, dove abbiamo dimostrato un forte senso di responsabilità che ha contribuito certamente a contenere il numero di casi di Covid-19. Attendere ancora significherebbe per molte imprese non rialzare le saracinesche, mentre gli abusivi avranno sempre più spazio per fare affari a scapito di tutti mettendo a rischio la salute delle persone».

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