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Home » Covid Umbria: «Gravi carenze legate al personale sanitario»

Covid Umbria: «Gravi carenze legate al personale sanitario»

di Francesca Torricelli
4 Novembre 2020
in Altre notizie, Ambiente e salute, Coronavirus, In evidenza
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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di Fra.Tor.

«Si aggrava sempre più la diffusione dei contagi da covid, con conseguenti ricadute sulla sostenibilità dell’assistenza territoriale ed ospedaliera. Una situazione che era facilmente prevedibile e che doveva essere affrontata nei mesi preziosi in cui la malattia ha concesso una tregua. Tante sono le problematiche e altrettanti sono gli interventi da fare, primo su tutti quello di arginare le carenze legate al personale sanitario». In una conferenza stampa online, mercoledì pomeriggio, l’intersindacale medica Umbria ha illustrato alcune proposte «da attuare nel più breve tempo possibile».

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

Il personale medico e infermieristico

Secondo i rappresentati sindacali prioritario è il «potenziamento immediatamente delle dotazioni organiche delle Usca (Unità speciali continuità assistenziale) da inserire nella rete dei Mmg (Medici medicina generale) per l’assistenza domiciliare e dei tracciatori medici presso il dipartimento di prevenzione, attingendo dai discenti inseriti nei specifici corsi triennali di formazione e dalle graduatorie degli esclusi per il relativo accesso, prevedendo una veloce formazione sul campo con protocolli condivisi per i rispettivi ambiti operativi. È importante, inoltre, ricorrere a personale medico e infermieristico con urgenti procedure speciali di assunzione, attingendo dalle rispettive scuole di specializzazione, anticipando anche la chiusura dei corsi dell’ultimo anno. Ricorrere anche alla chiamata del personale medico che ha cessato l’attività con quota 100, o comunque in quiescenza».

Ospedali totalmente covid

Va ampliata rapidamente «la gamma dei laboratori per l’esecuzione dei tamponi molecolari per assicurare a tutta la popolazione a rischio a partire, soprattutto, dagli operatori sanitari coinvolti in prima linea, un adeguato monitoraggio ed un eventuale isolamento per contenere la diffusione del virus. Inoltre è necessario, sempre per tutelare l’integrità del personale sanitario, che venga potenziata la fornitura dei dispositivi di protezione, ritenuti ancora insufficienti. Le terapie intensive sono in grossa sofferenza, gli ospedali sono letteralmente ingolfati. L’ospedale-covid di Spoleto forse non basterà e per questo motivo vanno trasformati alcuni presidi ospedalieri in ospedali totalmente covid, individuandoli con criteri di isolamento rispetto alla collocazione geografica e al distanziamento dai centri urbani. Così pure individuare residenze sanitarie totalmente dedicate all’assistenza covid, per pazienti con sintomi lievi. È importante, inoltre, ricorrere alla diagnostica strumentale mobile, da posizionare in aree strategiche esterne ai presidi ospedalieri, in modo da garantire una completa autonomia dei percorsi di accesso».

Lockdown regionale

I rappresentanti sindacali, che sono «i primi a lavorare ogni giorno sul campo, dovremmo essere costantemente interlocutori utili e attivi con la regione Umbria. Andrebbe istituito un comitato scientifico in grado di stilare protocolli diagnostico-terapeutici condivisi sia in ambito territoriale che ospedaliero, al fine di omogeneizzare il trattamento di tutti i pazienti». In ultimo, non per importanza, dalla conferenza stampa è emersa una richiesta, ovvero quella di «attivare un lockdown regionale, con particolare riferimento alle categorie più a rischio per una durata di almeno tre settimane».

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