«Crisi finanziaria Sii, un epilogo scontato»

Terni: il comitato ‘No Inceneritori’ interviene sulla richiesta di 16 milioni di euro avanzata dalla società ai comuni che ne fanno parte

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del comitato ‘No Inceneritori’ Terni

Per i Comuni del sub ambito 4 (provincia di Terni) si potrebbe davvero aprire una fase nuova nella gestione del servizio idrico. Ora potrebbe nascere la nuova società consortile totalmente pubblica, sulle ceneri dell’inutile e inefficiente Sii. Basterebbe applicare quanto previsto dalla Convenzione di affidamento.

LA SII BATTE CASSA AI COMUNI: «DATECI 16 MILIONI»

Come era prevedibile infatti, data la gestione sconsiderata, la Sii S.c.p.a., versa in una grave crisi finanziaria che, come scrivono gli stessi amministratori della società in una lettera indirizzata ai loro soci (i comuni dell’ambito), potrebbe comprometterne la continuità aziendale. In altre parole se i soci non versano soldi nella società (parliamo di sedici milioni di euro) la Sii potrebbe fallire.

L’epilogo scontato di una società che fin dalla sua costituzione ha sempre accumulato debiti, in un mercato quello dell’acqua, dove non esiste concorrenza e i ricavi sono garantiti dalle bollette che tutti noi paghiamo. Ci chiediamo allora come sia stato possibile arrivare a questo punto, visto che tutte le altre società che svolgono lo stesso servizio in altri ambiti invece navigano nell’oro? Eppure la tariffa che pagano i cittadini dei comuni serviti dal Sii è una tra le più alte dell’Umbria.

Come al solito le responsabilità di questo fallimento rimarranno sospese nel vuoto, e anche questa volta le più valide giustificazioni motivate da cause di forza maggiore (non ultima l’attuale emergenza sanitaria), non mancheranno sicuramente. Non siamo giustizialisti, non vogliamo veder finire in galera nessuno, ma neanche che ci vengano a raccontare le solite menzogne.

Adesso è abbastanza chiara anche la vera natura della tentata vendita delle quote di Asm; è l’amministratrice delegata della Sii che lo mette nero su bianco in una proposta di delibera indirizzata al consiglio di amministrazione. Nell’elencare le motivazioni (appunto) della crisi e le azioni intraprese per risolverla, troviamo anche questa: ‘Non è risultata nei fatti percorribile l’operazione di riequilibrio tramite consolidamento della Sii nel bilancio di Acea’.

Il re è nudo e adesso lo vedono tutti. A questo punto non resta che applicare l’articolo 13 della convenzione di affidamento del servizio idrico tra Auri e Sii che prevede la risoluzione anticipata in caso di fallimento. Potrebbe essere l’occasione per rimettere in mano ai comuni la gestione dell’acqua e dare attuazione concreta a quel referendum fino ad aggi rimasto inascoltato.

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