Cultura, Terni capitale: «Lavoro condiviso»

L’assessore Giorgio Armillei ha illustrato il percorso da seguire per la consegna del dossier al Mibact

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di Francesca Torricelli

In ballo c’è un milione di euro e Terni, tra le dieci città finaliste per il titolo di Capitale italiana della cultura per il 2016 e 2017, insieme a Spoleto, ha tempo fino al 15 settembre per presentare il proprio dossier al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

La città ci deve credere La Capitale italiana della cultura per il 2016 sarà scelta entro ottobre, mentre quella per il 2017 entro dicembre e la città, prima di tutto «ci deve credere», ha esordito l’assessore alla cultura, Giorgio Armillei. «Visto che al momento ha ottenuto un primo riconoscimento, trova fuori di sé le ragioni per crederci. Dopo di che, sarà necessario sviluppare, coerentemente con le scelte fatte nel recente passato, gli investimenti e le intuizioni di questi anni, concentrando le forze sull’impresa culturale e creativa, sul ruolo per le associazioni culturali, il più condiviso e partecipato possibile, e sulla riqualificazione e nuovo investimento nei grandi contenitori per la cultura».

L’INTERVISTA ALL’ASSESSORE GIORGIO ARMILLEI: IL VIDEO

Cultura della progettazione «Usciamo dall’idea che ‘Capitale della cultura’ sia un premio, un riconoscimento di una situazione pregressa», ha sottolineato l’assessore. «Siamo candidati per il progetto che presenteremo, non solo per l’intenzione. ‘Capitale della cultura’ vuol dire stimolare una cultura della progettazione integrata e della pianificazione strategica e sollecitare la città a considerare lo sviluppo culturale quale paradigma del proprio progresso economico e di una maggiore coesione sociale».

I pilastri Quattro sono i punti base per raggiungere l’obiettivo «partendo prima di tutto dalle associazioni cittadine, sarà fondamentale fare rete dando loro un ruolo condiviso e partecipato. Altro tema portante sarà quello dell’impresa culturale e creativa, portando innovazione, grazie agli spazi del Caos, e partecipazione popolare con la biblioteca comunale».

Il quadro finanziario Il titolo del progetto presentato, ‘Visita l’Umbria – sperimenta a Terni’, «sta a simboleggiare la volontà del Comune di portare la città ad essere punto di partenza e di sperimentazione all’interno di un contenitore più ampio che è quello dell’Umbria». A prescindere, quindi, «dall’assegnazione o meno del titolo – ha spiegato Armillei -, del valore di un milione di euro, il Comune investirà 300 mila euro sulle strutture locali. All’interno di ‘Agenda urbana’, invece, un milione e 300 mila euro sarà investito nei contenitori culturali e sugli aggiornamenti tecnologici. Infine, Terni, per quanto riguarda le imprese culturali e creative e le aree di attrazione culturale, potrà partecipare ai bandi regionali finanziati da fondi europei».

Gruppo di lavoro Fino al 15 settembre, giornata in cui Terni dovrà presentare il suo dossier al Mibact, «i lavori saranno gestiti da un gruppo tecnico – 5 persone che operano nel settore culturale della città – e uno di contatto istituzionale. Il tutto in stretta sinergia con le associazioni, le imprese e le istituzioni culturali». Una volta consegnato il dossier «attenderemo ottobre e dicembre continuando a sviluppare le scelte fatte in questo periodo».

Spoleto «Se non dovessimo essere scelti comunque avremo attivato un processo e non potremo far altro che consolidarlo e allargare la condivisione». Da non dimenticare, comunque, che anche un’altra città umbra, Spoleto, è in corsa per il titolo: «Siamo in contatto con la loro amministrazione comunale – ha concluso Giorgio Armillei – e abbiamo, ovviamente, concordato che ognuno farà il proprio percorso, anche perché il bando non prevede la partecipazione in ‘coppia’, ma se una delle due città dovesse essere scelta, l’integrazione e la collaborazione sarà inevitabile».

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