Dal fast fashion al second hand. Come sta il vintage in Umbria?

Giulia di Vintage Nostalgia di Foligno ci ha raccontato la sua esperienza da quando ha aperto il negozio nel settembre del 2021

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di G.R.

Da una parte c’è Shein, dall’altra Vinted. Agli estremi del mercato della moda ci sono il fast fashion e il vintage o second hand. Il primo è caratterizzato da un marketing aggressivo, prezzi contenuti e qualità in linea, e dà la possibilità di rinnovare spesso il guardaroba spendendo poco. Il boom si è registrato tra gli anni Novanta e i primi Duemila con la nascita di Zara seguita da H&M, Primark e la chiacchieratissima Shein. Oggi puoi stare tranquillamente sdraiato sul tuo letto, navigare su Instagram, ordinare i tuoi capi e aspettare che il corriere suoni alla porta. È il progresso bellezza! C’è chi però di fronte a tutto ciò storce il naso e preferisce un salto nel passato, negli anni Settanta e Ottanta, provando quei vestiti che hanno già fatto la storia della Moda. Così iconici che la M è rigorosamente maiuscola: gli impermeabili Burberry, maglioni Lacoste made in France, jeans cento per cento cotone, giacche in pelle e via dicendo. Si spende un po’ di più con la certezza che poi possa durare.

Giulia e Dimitri: la storia dietro il vintage ‘folignate’

Giulia e Dimitri sono marito e moglie, lei romana e lui marchigiano. Stanno cercando di portare il vintage in Umbria con un negozio in quel di Foligno – Vintage Nostalgia si chiama – che a breve traslocherà in una zona più centrale della città: «L’Umbria rimane una regione sempre indietro rispetto a tante altre. A Milano ci sono ormai negozi storici per questo mercato». Lei ha una madre che la portava fin da bambina a Porta Portese e alle fiere e un padre che colleziona vinili e grammofoni e ama l’arredamento. È cresciuta con l’idea di non comprare nulla di nuovo quando lo si può trovare usato. Ultima nipote femmina con quattro più grandi di lei, ha spesso ereditato i vestiti. Dimitri cerca sempre di riparare quello che si rompe e tiene tutto da parte, perché potrebbe sempre tornare utile. L’amore non poteva che scoppiare tra una gita e l’altra nei vari mercatini e la passione per riciclo, antiquariato e second hand la stanno trasferendo anche ai figli. «Manco a farlo apposta, appena ci siamo trasferiti i vicini ci hanno regalato buste e scatoloni pieni di vestiti per i bimbi e non abbiamo dovuto comprarli fino all’età di 3 anni». Discorso simile anche per i giocattoli in legno, talvolta ereditati da amici con figli ormai cresciuti. A settembre del 2021, in piena pandemia, hanno deciso di sfidare la sorte aprendo un negozio di vintage dove vendono soprattutto abbigliamento, oltre a qualche accessorio.

Il vintage in Umbria

Ci facciamo allora subito spiegare da chi dovrebbe esserne esperto cosa è il vintage. Risponde alla lavagna Giulia: «Tutto ciò che riporta agli anni in cui la moda faceva determinati tipi di abbigliamento, quelli che hanno fatto la storia della moda. Sono capi di alta qualità a prezzi ridotti rispetto a quelli delle nuove collezioni che non tutti possono permettersi». Prego, fornisca degli esempi: «Il montone degli anni Ottanta, l’impermeabile in Gabardine di Burberry». Variegate le reazioni dei clienti: «Tanti entrano con la curiosità. C’è chi lo confonde con il second hand ma in genere gli under 30 sono informati, altri li confondono. Altri rifiutano a priori pensando di fare figuracce e di dover giustificare chissà cosa, come se comprare vintage o usato volesse dire che non hai i soldi per il nuovo. Alcuni hanno la concezione poi che siano cose sporche e mi chiedono se sono lavate e sanificate. Cosa giusta ma che dovrebbero fare anche nei negozi tradizionali». In chiusura prendiamo il termometro per capire come sta oggi il vintage: «Rischia di scomparire se non si rielabora la moda che, ricordiamoci, è ciclica. Fortunatamente tanti stilisti stanno realizzando seconde linee e usano fibre naturali. Ma bisogna togliersi dalla testa il concetto di andare dietro la moda. Se un anno va un colore particolare, quello dopo lo si può riutilizzare imparando ad abbinarlo nel modo corretto».

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