«La Toscana verso una mobilità ‘sana’: l’Umbria prenda esempio»

Moreno Castellucci traccia un bilancio del convegno che si è tenuto ad Arezzo: «Dal PNRR grandi opportunità. Cogliamole»

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di Moreno Castellucci

L’amministrazione provinciale di Arezzo, venerdì scorso, ha presentato il progetto sul collegamento ferroviario Arezzo-Sansepolcro, nel corso del convegno che si è tenuto nella Sala dei Grandi. Si tratta di un progetto ambizioso, il cui tracciato è stato individuato nel massimo rispetto dell’ambiente, così come l’individuazione strategica dei siti dove edificare le due stazioni. Tra l’altro è stata prevista anche una bretella ferroviaria per il collegamento con lo stabilimento della ex Buitoni situato a Sansepolcro in zona S. Fiora. È stata ribadita la necessità anche della realizzazione dell’altra tratta che metterebbe in collegamento Sansepolcro con la linea ferroviaria Adriatica in prossimità di Rimini. La scelta del tracciato a binario singolo o doppio e dell’alimentazione elettrica o idrogeno sarà oggetto di ulteriore approfondimento con la Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) e con il ministero delle Infrastrutture, tenuto conto che, comunque, il TLC, con la digitalizzazione avanzata, oggi già garantisce alle nuove linee ferroviarie il massimo livello di sicurezza e un’efficiente gestione del traffico anche sui binari singoli, considerata, tra l’altro, anche la breve distanza fra le due stazioni, di circa 25 chilometri.

Il mio contributo si è incentrato sulla mobilità eco sostenibile, argomento per il quale sono stato invitato come relatore. Come ‘vicino di casa’, ho apprezzato la lungimiranza, la determinazione e la tempestività con la quale l’amministrazione provinciale di Arezzo ha saputo cogliere l’opportunità, unica e irripetibile, offerta dal PNRR per i progetti di nuove opere infrastrutturali finalizzate alla mobilità eco sostenibile. È innegabile che tanto più le comunità interagiscono tra loro, tanto più cresce il benessere prodotto dalla ricchezza economica, spesso corroborata da una vivacità culturale.

L’Alta Valle del Tevere è un comprensorio in cui risiedono circa 109 mila abitanti, di cui 31 mila nel territorio toscano e 78 mila in quello umbro. Il comprensorio Altotiberino e il comprensorio Aretino, già nel 1886 furono collegati con la ferrovia che partendo da Arezzo attraversava Sansepolcro, Città di Castello, Umbertide, fino ad intercettare la ferrovia Orte-Falconara a Fossato di Vico. Nel 1945, in seguito alla distruzione di alcuni tratti a causa delle incursioni aeree della seconda guerra mondiale, la ferrovia fu completamente smantellata e, negli anni successivi, fu incentivato il trasporto su gomma a discapito del trasporto su ferro, tant’è vero che il trasporto su gomma oggi è il 95% rispetto al trasporto su ferro che è il 5%; cosicché siamo tra gli ultimi in Europa per il trasporto su ferro.

Il trasporto privato su gomma, come lo abbiamo concepito sino ad oggi, non è più sostenibile. Per recarmi ad Arezzo, anche in relazione ai rischi derivanti dal Covid, ho preferito usare l’auto, diversamente avrei preso il treno come sempre ho fatto. Durante il viaggio, mi sono reso conto che all’interno delle altre auto, prevalentemente, si trovava solo una persona, come altrettanto avviene in città, e mi sono chiesto: com’è possibile che per trasportare una sola persona, peso medio 80 chili, ci ritroviamo a muovere una massa di acciaio del peso di 10 quintali per le auto medie e fino a 20 quintali per quelle più grandi? Quanta energia viene consumata e quanto inquinamento viene prodotto nel rapporto sproporzionato 1/10 – 1/20? Siamo diventati autotrasportatori di acciaio? Fino a ieri abbiamo vissuto varie transizioni, tutte libere da ogni riflessione seria sulle drammatiche conseguenze causate dall’uso indiscriminato delle fonti energetiche. Occorre uscire il più presto possibile dal girone infernale in cui le lobby del petrolio ci hanno trascinato. Il progetto seguirà l’iter previsto per la sua approvazione ministeriale e il conseguente finanziamento.

Concludo con una notizia recente. Lo sviluppo eco sostenibile della linea ferroviaria Sansepolcro-Sulmona ha suscitato un concreto interesse anche oltre i confini nazionali. L’agenzia AdnKronos, infatti, il 24 agosto, ha pubblicato la notizia che la multinazionale basca Iberdrola, colosso nel settore energetico, ha siglato un protocollo d’intesa con Ancitel Energia e Ambiente, Aecom e Cinque International, pool di società interessate alla riconversione a idrogeno della sopracitata linea ferroviaria. A breve è previsto un confronto tra il suddetto pool di privati e le varie istituzioni delle regioni interessate. Se un gruppo così importante è interessato, significa che questa tratta ferroviaria ha un futuro promettente.

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