A sollevare il caso era stata l’europarlamentare del Movimento 5 stelle, Laura Agea, secondo la quale «i dati resi pubblici dall’Arpa, relativi al monitoraggio effettuato negli anni 2013/2014 nelle aree site sulla discarica di Belladanza, dimostrano che le acque sotterranee e superficiali nelle vicinanze della discarica risultano inquinate da composti organo-alogenati e di solventi organici aromatici». Annunciando un’iniziativa in Europa.
L’azienda Immediata la replica della Sogepu, che gestisce la discarica che, dice «non rientra tra gli impianti per i quali la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha accertato la violazione della normativa comunitaria sui rifiuti da parte dell’Italia». Sogepu sottolinea come sia «lo stesso commissario europeo all’Ambiente Karmenu Vella a precisarlo nel pronunciamento del 17 settembre, la cui lettura completa conferma che l’impianto tifernate non fa parte dei 198 siti giudicati non conformi dalla sentenza del dicembre 2014 che ha condannato l’Italia al pagamento di sanzioni pecuniarie per inadempienza alle direttive in materia».
«Non inquiniamo» Sogepu, poi, «ribadisce che la discarica non è responsabile dell’inquinamento che riguarda l’area di Belladanza, e che, grazie agli interventi previsti dal piano industriale dell’azienda, in futuro continuerà a essere garantita la massima sicurezza nella gestione dei rifiuti. Come hanno accertato e certificato gli organi preposti, i cui studi sono pubblici e consultabili, la presenza di composti organoalogenati e di solventi organici aromatici nelle acque sotterranee dei pozzi di monitoraggio dell’impianto non è dovuta all’attività dell’attuale discarica, ma a un evento datato, riconducibile al vecchio impianto non più attivo da oltre 25 anni».
Nessun provvedimento Le sostanze rilevate, chiarisce l’azienda, «non sono associate in alcun modo a indici di contaminazione correlabili all’interazione di percolato prodotto dalla discarica con la falda idrica sotterranea e, dunque, ai rifiuti che attualmente sono stoccati nell’impianto e alla loro gestione. Non trova alcuna conferma, pertanto, la tesi che la discarica di Belladanza possa essere causa di inquinamento e, quindi, possa incorrere nei legittimi provvedimenti che le autorità competenti sarebbero tenute ad adottare per proteggere l’ambiente e la salute umana, fino a decretarne la chiusura».
«Gestione buona» Secondo Sogepu, «gli organi deputati alla valutazione della situazione della discarica, che vigilano regolarmente sulla situazione del sito con la piena collaborazione dell’azienda, non hanno rilevato alcuna contaminazione nei campionamenti effettuati nei pozzi esterni all’area della discarica, di proprietà dei residenti nei pressi dell’impianto, mentre non risultano valori anomali nel suolo, nei sedimenti, nella flora, nella fauna e nemmeno nelle emissioni acustiche e nelle esalazioni. L’impianto è gestito con l’adozione di tutte le precauzioni possibili al fine di tutelare la salute dei cittadini e con l’attuazione di uno specifico piano di monitoraggio, i cui risultati sono tempestivamente analizzati e segnalati agli organi di controllo, nonché disponibili sul portale web di Arpa Umbria».