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Home » Discoteche chiuse per rischio Covid: «Noi demonizzati»

Discoteche chiuse per rischio Covid: «Noi demonizzati»

di Fabio Toni
17 Agosto 2020
in Ambiente e salute, Apertura 5, Coronavirus, Documenti, Economia, In evidenza
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Foto archivio

Foto archivio

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Il Ferragosto ha confermato che le discoteche, se aperte, anche in epoca Covid, ‘tirano’ e di che tinta. Ma i nuovi contagi tendono a salire. E dopo il nulla di fatto del 14 agosto – da un lato le istanze del ministro della Salute e del Comitato tecnico scientifico, orientati per la chiusura, dall’altro quelle (in senso opposto) dei gestori dei locali – il Governo ha ‘deciso di decidere’: chiusura per tutte le discoteche in ogni parte d’Italia – compresi spazi da ballo presso lidi, ristoranti, bar, all’aperto e al chiuso – dal 17 agosto e almeno fino al prossimo 7 settembre. La novità, attesa, è emersa nel corso del coordinamento tra Governo e Regioni che si è tenuto domenica e a cui hanno preso parte i ministri Roberto Speranza (Salute), Francesco Boccia (Affari regionali) e Stefano Patuanelli (Sviluppo economico). ‘Stretta’ anche sulle mascherine con obbligo di indossarle dalle 18 alle ore 6 anche al di fuori dei locali aperti al pubblico o nelle piazze dove non si possono assicurare le distanze, ovvero dove sono possibili gli assembramenti.

CHIUSURA DISCOTECHE FINO AL 7 SETTEMBRE E OBBLIGO MASCHERINE – LEGGI L’ORDINANZA DEL MINISTERO DELLA SALUTE

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

«Probabili ulteriori provvedimenti»

A Perugia il Comune prende atto del provvedimento e annuncia: «L’amministrazione e in particolare l’assessore alla sicurezza Luca Merli, insieme alla polizia Locale e alla Protezione civile, valuteranno, già da domani (lunedì, ndR),  eventuali provvedimenti ad integrazione dell’ordinanza emessa dal ministero della Sanità».

La reazione di Federturismo – Asso Intrattenimento

Dura nota di Asso Intrattenimento – Federturismo (Confindustria) sul provvedimento ministeriale di chiusura dei locali/aree da ballo: «Ancora una volta – afferma il presidente Luciano Zanchi – le discoteche vengono indicate come fonte del male del periodo: in questi ultimi 15 anni siamo passati dalle forche caudine degli incidenti del sabato sera, allo sballo in discoteca, al divieto di vendita degli alcolici ed ora siamo alle prese con il contagio Covid-19. È sotto gli occhi di tutti che incidenti, sballo e alcolici, nonostante i divieti alle discoteche imposti dalle autorità non sono stati vinti e questo perchè le discoteche non sono certamente responsabili di comportamenti sociali ma sono, e rimangono, dei centri d’aggregazione, dei locali in cui avvengono assembramenti controllati di persone che hanno come obiettivo il divertimento, la volontà di lasciarsi andare e passare qualche ora dimenticando lo stress della settimena lavorativa.  Siamo alle prese – afferma Zanchi – in questo concalamato e difficile periodo, ancora una volta, con la demonizzazione delle discoteche quali fonte di possibile contagio a causa di comportamenti irresponsabili che, in alcuni locali, sono stati messi in atto da nostri clienti: si badi bene che le discoteche, diversamente da quanto percepito, mettono in atto tutte quelle procedure statuite dai protocolli della conferenza Regioni ma, purtroppo, in molti casi non è possibile imporre soluzioni comportamentali a persone che non le vogliono adottare.  Se le discoteche, ancora una volta e con grande senso di responsabilità, chiuderanno i battenti lo Stato deve soccorrere il settore con finanziamenti a fondo perduto che consentano alle imprese di rimanere vive, di pagare affitti, costi fissi, personale e tutto quanto occorre per la manutenzione di immobili e attrezzature che sono costruiti per ospitare in sicurezza migliaia di giovani e meno giovani.  Le nostre aziende non producono mattoni o bulloni, non sono coinvolte in filiere produttive manifatturiere, ma offrono divertimento, svago, ovvero emozioni e non può essere paragonato ad altri settori produttivi ‘strategici’. La nostra ‘strategica’ azione – osserva il presidente di Asso Intrattenimento Federturismo – dovrebbe essere quella di intercettare i bisogni della parte di popolazione che intende svagarsi in sicurezza e permettere alla cittadinanza di avere una valvola di sfogo nel week-end dopo giorni di lavoro. Dovermmo essere quindi considerati dei fidati alleati del governo, un avamposto di legalità, anziché un comparto pericoloso e discriminato. Nei fatti l’azione dei governi a partire dal 2000 ad oggi, a colpi di norme amministrative, vessazioni fiscali e continui inasprimenti delle regole ha distrutto la capacità del settore di essere profittevole e quindi creativo, innovativo e ne ha di fatto significato l’inizio della fine in favore di attività abusive, che ognuno di noi può vedere nelle piazze, circoli privati, locali di imprenditori scorretti che utilizzano impropriamente le autorizzazioni di somministrazione di cui erano dotati organizzando intrattenimenti abusivi. Speriamo che questo governo ponga fine al massacro del nostro settore e comprenda invece l’utilità sociale di tenere vivi gli imprenditori e i locali del divertimento».

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