Dissesto Terni: chieste maxi sanzioni per 9 ex amministratori

Si va da 81.993 a 11.180 euro. La procura contabile dell’Umbria contesta la corresponsabilità nel fallimento del Comune

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Ammontano a 278.477 euro le sanzioni chieste dalla procura della Corte dei Conti dell’Umbria – titolare del fascicolo è il sostituto procuratore generale Enrico Amante – nei confronti di nove ex amministratori comunali di Terni, in relazione al dissesto dell’ente dichiarato ufficialmente il 1° marzo del 2018 dal commissario straordinario Antonino Cufalo.

Il Comune di Terni delibera il dissesto

Confronto serrato

Il procedimento, basato sui contenuti del Testo unico degli enti locali (ex articolo 248 – comma 5 del decreto legislativo 267 del 2000), ha visto celebrare martedì mattina l’udienza in cui la magistratura contabile ha ribadito le richieste già formalizzate all’atto del ricorso, mentre le difese dei convenuti – anche attraverso un confronto serrato e non privo di contrasti – hanno spiegato perché i nove coinvolti siano estranei alle contestazioni mosse. Secondo il sostituto Amante, i convenuti hanno «scientemente, quando incautamente, posto in essere concorrenti illegittimità» che hanno finito per configurare «corresponsabilità oggettive» in merito al dichiarato dissesto. Diametralmente opposto il punto di vista degli avvocati difensori e ora – entro mercoledì – si attende la decisione del giudice e presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti umbra, Piero Carlo Floreani.

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Le richieste

Nel dettaglio sono state chieste sanzioni – da versare all’ente e proporzionali al compenso ed alla durata del periodo in cui hanno esercitato la propria funzione – per l’ex vice sindaco ed assessore Francesca Malafoglia (81.993 euro), l’ex assessore al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi (59.035 euro), gli ex assessori Emilio Giacchetti e Stefano Bucari (32.797 euro ciascuno), l’ex assessore e attuale consigliere comunale Tiziana De Angelis (16.398 euro), gli ex assessori Francesco Andreani, Daniela Tedeschi e Cristhia Falchetti Ballerani (14.759 euro ciascuno) e l’ex sindaco Leopoldo Di Girolamo (11.180 euro, anche in ragione del fatto che si era volontariamente ridotto il compenso mensile a 559 euro lordi). Stralciate le posizioni – ovviamente – di chi in questi anni è venuto a mancare e di chi, in ragione di una presenza di pochi giorni in seno alla giunta (Sandro Corradi, Moreno Rosati), non poteva avere responsabilità più e meno dirette con quanto accaduto.

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