Sette anni e quattro mesi di reclusione: è la condanna che il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli ha inflitto, con rito abbreviato, al ternano Salvatore Scialò (31 anni) finito nell’indagine che nel luglio 2017 aveva permesso di sgominare un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Oltre a Scialò, tra le 17 persone arrestate dai carabinieri su disposizione della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo campano era finito anche Gennaro De Tommaso, meglio conosciuto come ‘Genny ‘a carogna’, storico capo ultrĂ del Napoli ritenuto a capo dell’organizzazione.
La vicenda
De Tommaso è stato condannato a 18 anni dal gip, quasi il massimo per la tipologia dei reati contestati e la formula di giudizio scelto. Vent’anni la richiesta nei suoi confronti da parte del pm, mentre per Scialò – difeso dall’avvocato Francesco Mattiangeli che preannuncia appello – l’accusa aveva chiesto 12 anni e 4 mesi di reclusione. Secondo le indagini, ‘Genny ‘a carogna’ – un nome divenuto noto in tutta Italia in occasione degli scontri e della trattativa con le forze dell’ordine del 3 maggio del 2014, durante la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli giocata a Roma, che portarono all’omicidio del tifoso Ciro Esposito – avrebbe intrattenuto legami con dei trafficanti olandesi per far giungere in Italia droga da smistare grazie alla ‘manovalanza’ di Forcella. L’organizzazione – sempre secondo l’inchiesta della Dda – gestiva l’importazione e il trasporto in Italia su autoarticolati di ingenti quantitativi di marijuana e ‘amnesia’.