Esuberi e stipendi, Cmt: la vertenza si ‘scalda’

Terni, cooperativa e sindacati – compatti – ai ferri corti non solo per i licenziamenti previsti: «Nesuna volontà di trovare un’intesa»

Condividi questo articolo su

Che ci siano o meno dissapori fra soci su come l’attività vada condotta – e su quale direzione dovrebbe prendere in futuro – è un’ipotesi che ai sindacati non interessa: «Noi tuteliamo i posti di lavoro ed i salari. Punto». Ma la sensazione che la partita relativa alla Cmt (ex Cosea), partendo dagli esuberi, sia comunque più complessa. Per ora, però, la questione-lavoro è quella da affrontare e da cui su parte.

La questione Venerdì mattina le sigle del trasporto di Cgil, Cisl e Uil – alla presenza del segretario generale della Cgil di Terni Attilio Romanelli e del coordinatore provinciale Cisl Angelo Manzotti – hanno fatto il punto sulla vertenza che riguarda la nota cooperativa di trasporti che, in ragione della volontà di esternalizzare i servizi amministrativi e tecnici, ha presentato un piano di riorganizzazione che prevede di fatto il licenziamento di sei unità – tutti soci-lavoratori – su un totale di circa novanta persone in organico. Ma i sindacati fanno muro.

La ‘rottura’ «Dopo una serie di riunioni alla presenza della Regione Umbria, ultima quella del 14 maggio scorso –  – spiegano Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – abbiamo ritenuto insufficienti le proposte presentate dalla cooperativa Cmt ai tavoli degli incontri, che di fatto portano tutte all’esubero dei lavoratori. Riteniamo che il criterio applicato dalla cooperativa nell’intera operazione sia discriminatorio e comunque in violazione dei criteri di legge, del contratto di lavoro e lesivi della dignità professionale dei lavoratori».

«Azienda sana, scelta incomprensibile» «Con questa procedura la Cmt vorrebbe infatti arrivare al licenziamento di sei soci-lavoratori: quattro della struttura amministrativa e due della struttura tecnica, ovvero di quella che è praticamente tutta la tecnostruttura, con la motivazione di dover fare economie per affrontare meglio il futuro ed eventuali gare di appalto. Il tutto in un contesto di totale assenza di problemi economici imminenti, con i conti della società in ordine che delineano un quadro più che positivo».

«Nostre proposte ignorate» Le organizzazioni sindacali, durante la trattativa, avevano anche proposto di attuare il piano di riorganizzazione presentato dall’azienda, azzerando il costo sociale tramite l’applicazione di strumenti come la sospensione di tre soci-lavoratori e il demansionamento dei restanti tre. «Proposte – affermano i rapresentanti delle di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – che non sono state nemmeno prese in considerazione, nonostante avessero potuto produrre, almeno in alcune parti, addirittura un minore impegno economico per la cooperativa. La città di Temi è già afflitta da gravi problemi occupazionali e sono diverse le aziende veramente in crisi che, in accordo con le parti sociali, hanno adottato soluzioni alternative pur di tutelare i posti di lavoro. Al contrario la Cmt, con questa procedura di licenziamento collettivo, non farà che aggravare una situazione sociale già pesante, generando difficoltà serie non solo alle sei famiglie direttamente coinvolte, ma potenzialmente anche a un centinaio di lavoratori».

‘Grana’ stipendi Lo scorso 24 maggio la Cmt ha comunicato una crisi di liquidità, legata al mancato pagamento da parte del Comune di Terni di circa 2 milioni ed 800 mila euro di arretrati, che porterà la cooperativa a non versare lo stipendio di maggio. Per i sindacati, però, anche questo passo rientra nel contesto della battaglia degli esuberi e la volontà sarebbe quella di creare divisioni fra soci-lavoratori. «La Cmt presenta uno stato economico positivo e solido, la situazione di crisi è dovuta solo ai ritardi di pagamento da parte di alcuni enti per gli anni 2017 e 2018. Tra l’altro tale crisi dichiarata, che mette a repentaglio il pagamento delle mensilità future, avrebbe comunque invalidato tutte le soluzioni che la Cmt ha dichiarato di essere disposta a percorrere al posto del licenziamento collettivo. Queste vertevano infatti tutte sull’incentivo all’esodo, senza tutelare né salario né professionalità, ma se tutti i lavoratori avessero scelto di adire all’incentivo aziendale, oggi la cooperativa non sarebbe stata in grado di onorare quel percorso».

«La prefettura intervenga» Filt, Fit e Uiltrasporti hanno scritto al Prefetto di Terni, al commissario straordinario del Comune e alle aziende coinvolte nella vicenda: «I licenziamenti collettivi sono irricevibili e su questo nessuno intende scendere a compromessi. Resta invece oltremodo grave l’atteggiamento della cooperativa che non ha voluto trovare soluzioni alternative agli esuberi né ha inteso valutare come poterne azzerare almeno il costo sociale. Costoro si erano infatti dimostrati disponibili anche ad accettare i prepensionamenti e demansionamenti, ma l’azienda cooperativa ha preferito proseguire sulla linea offensiva verso la dignità dei propri dipendenti e delle norme, esponendosi così a seri rischi dettati dall’inevitabile vortice giudiziario che la vicenda innescherà».

Thomas De Luca

M5s «Da quello che è dato sapere – afferma il candidato sindaco a Terni del Movimento 5 stelle, Thomas De Luca – siamo di fronte all’ennesimo caso in cui un’azienda cooperativa che lavora con commissioni pubbliche, mette davanti a tutto il proprio interesse privato a discapito dell’utilità pubblica e della stessa qualità dei servizi. In questo caso, stando a quanto reso pubblico dalle organizzazioni sindacali, l’azienda ha tutti i conti in ordine, ma decide comunque di intavolare una procedura di licenziamento collettivo per motivi onestamente poco comprensibili. Come se non bastasse, il ritardo dei pagamenti di quasi tre milioni di euro da parte del Comune di Terni ha fatto sì che l’azienda dichiarasse una crisi di liquidità che sta mettendo a rischio gli stipendi di tutti i circa 90 lavoratori. È triste dover sottolineare ancora una volta – aggiunge De Luca – come situazioni come questa si sarebbero potute evitare se non si fosse perseguita con ostinata cecità la strada dell’esternalizzazione di servizi pubblici essenziali come quelli con cui la Cmt assicura la mobilità a persone con difficoltà motoria, che è invece stata purtroppo la strada maestra perseguita dalle passate amministrazioni comunali, con questi risultati».

«Quadro drammatico» Il candidato sindaco della lista di sinistra ‘Senso Civico’ – Alessandro Gentiletti – interviene sulla vertenza sindacale in corso: «Quello che si sta determinando alla Cmt – afferma – cooperativa che ricopre un servizio importante come il trasporto pubblico ordinario e quello destinato a persone con problematiche motorie di vario tipo, lascia davvero senza parole. Senza voler entrare nel merito di scelte aziendali, che non riguardano di certo l’amministrazione della cosa pubblica, riteniamo che questa decisione sia davvero incomprensibile. Un territorio già martoriato dalla crisi come il nostro rischierebbe infatti di ricevere un altro colpo durissimo. Ad aggravare ulteriormente la situazione – prosegue il candidato sindaco di ‘Senso Civico’ – vi è poi il fatto che la cooperativa lavora in buona parte con commesse pubbliche, con i Comuni di Terni e Narni e con la Usl. Una situazione che lascia intravedere più di un’analogia con quanto sta accadendo con altri appalti del Comune di Terni, dalle pulizie al verde pubblico, delineando un quadro drammatico».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli