Terni, la CMT licenzia: sei posti a rischio

Esternalizzazione dei servizi amministrativi: con questo obiettivo la dirigenza della coop ha avviato la procedura collettiva. I sindacati chiedono un incontro: si terrà il 16 marzo

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Una procedura di licenziamento collettivo nel contesto di una realtà sana e produttiva. Due concetti che, messi l’uno accanto all’altro, finiscono ovviamente per stonare. Il caso riguarda la CMT, Cooperativa Mobilità Trasporti, realtà di Terni che si occupa di servizi di vario tipo: scolastici, a chiamata per i centri minori ed i soggetti con difficoltà motorie e di salute, linee urbane classiche e noleggio di mezzi con conducenti.

A rischio ci sono sei posti di lavoro di altrettanti soci della coop – quattro della struttura amministrativa e due di quella tecnica – a seguito della decisione della dirigenza di esternalizzare i servizi amministrativi e contabili. Del caso, con ripetute richieste di incontri andate a vuoto per diversi giorni, se ne stanno occupando i sindacati: Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Tpl. Alla fine la convocazione dell’azienda è arrivata martedì pomeriggio: appuntamento il 16 marzo per aprire il confronto sulla questione.

Rinvii su rinvii Già rinnovata lo scorso 25 febbraio, dopo una prima richiesta datata 2 febbraio, la procedura di licenziamento collettivo, in assenza di riscontri da parte dei vertici della CMT, è avviata verso una terza proroga. Obiettivo delle sigle è evitare che sei persone – e quindi altrettante famiglie – perdano il lavoro. Per questo la strada ipotizzata è quella della riqualificazione e ricollocamento, al netto di eventuali pensionamenti.

Conti sani Attualmente la CMT, nata nel 2011, occupa circa cento persone fra soci e dipendenti. L’azienda si caratterizza per i conti in ordine e risultati economici positivi. Da qui lo stupore per la procedura attivata che si inserirebbe in un quadro di una più ampia riorganizzazione che interessa anche fornitori, banche, contratti di affitto e da cui al momento sono esclusi gli ambiti del personale relativi agli autisti ed alla direzione-segreteria.

La Cgil Sul tema, Alessandro Rampiconi della Filt Cgil di Terni ritiene «legittimo l’obiettivo di aumentare la competitività dell’azienda, visto il momento di crisi e i sacrifici che gli autisti hanno fatto in questi anni per tenere i conti in ordine. Ovviamente – aggiunge – chiederemo che la procedura non abbia un costo sociale, quindi che non ci siano licenziamenti che finirebbero per penalizzare un’area già profondamente depressa qual è quella ternana. Serve un piano alternativo per riqualificare e ricollocare il personale in esubero».

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