«Fateci andare almeno nelle province vicine»

Tre regioni diverse – Toscana, Umbria ed Emilia Romagna – ma una distanza massima di 60 chilometri fra loro.

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Ogni regola ha un suo paradosso. Non fanno eccezione – anzi, se possibile, ne ha ancor di più – quelle della cosiddetta ‘fase 2’ che adotta il limite regionale per gli spostamenti. Così, per fare un esempio, un nonno di Castiglione del Lago (provincia di Perugia) può andare tranquillamente a Terni a far visita ai nipotini (quasi 130 chilometri), ma non può farlo se i nipotini si trovano nella vicina Montepulciano (appena 30 chilometri), che si trova in provincia di Siena, quindi in altra regione.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

L’appello dei cinque sindaci

Ovvio che quando si decidono dei confini ci sarà sempre un punto di ‘rottura’ in cui tale scelta apparirà arbitraria, ma una scelta va pur sempre fatta. Epperò, si possono pure trovare degli aggiustamenti per rendere tale decisione più accettabile. Ad esempio consentire ai residenti nei comuni di potersi spostare all’interno di un’area vasta che comprenda anche province confinanti. La missiva è firmata da Mauro Cornioli (Sansepolcro), Luciano Bacchetta (Città di Castello), Paolo Fratini (San Giustino Umbro), Claudio Marcelli (Pieve Santo Stefano) e Marco Baccini (San Piero in Bagno). Tre regioni diverse – Toscana, Umbria ed Emilia Romagna – ma una distanza massima di 60 chilometri fra loro.

L’ANNUNCIO DI CONTE SULLA FASE DUEIL TESTO DEL PROVVEDIMENTO (PDF)

Il testo della lettera

Alla luce del DPCM del 26 aprile 2020 e dei limiti di mobilità in esso previsti a livello di Regione o che saranno previsti in futuri atti, si chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte di allargare ai residenti delle province di confine la possibilità di andare oltre il limite amministrativo della propria regione logicamente nelle sole province confinanti. Il confine regionale oggi è superato dagli scambi sociali, parentali ed economici. Un esempio è il nostro territorio, che si incunea tra il nord dell’Umbria, l’est della Toscana e il sud-ovest dell’ Emilia Romagna, intrattenendo da sempre importanti scambi sociali, economici e demografici con i territori confinanti. Considerato che la mobilità nelle Grandi Regioni ha un respiro importante, riteniamo che debba essere concessa anche alle piccole regioni, grazie alle province con esse confinanti. Tale allargamento riguarda a livello nazionale un numero di persone limitato e a livello locale, province solitamente più omogenee come contagi. Questo allargamento è fondamentale dal punto di vista sociale e decisivo per la ripresa economica delle aree interne del nostro Paese.

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