Un gioiello di arte da valorizzare, nascosto tra i monti e le colline della Valnerina, è senza dubbio la chiesa della frazione di Nicciano (Ferentillo) che presenta un apprezzabile patrimonio storico artistico. Danneggiata dagli eventi sismici del 2016 ma in via di recupero. «La chiesa di San Michele Arcangelo – afferma lo storico locale Carlo Favetti – ha al suo interno alcuni dipinti della scuola di Giovanni di Pietro, detto lo Spagna, e dei allievi come il già nominato Giovanni di Girolamo Brunotti. Queste opere necessitano da tempo di un tempestivo intervento di recupero».
«La chiesa – prosegue Favetti – posta su una collinetta vicino ad un fontanile, a mezza costa tra i due nuclei abitati, mostra la classica facciata a capanna, campaniletto a vela con due fornici, portale con piedritti, due mensole che sorreggono l’architrave e la data sopra la cornice del portale, lo stemma in pietra del Capitolo Lateranense. Interno ad unica navata la parete di destra è quella che interessa in modo particolare per la sua valenza artistica. Completamente affrescata con dipinti raffiguranti una serie di Madonne col Bambino e santi come San Sebastiano, Sant’Antonio. Nel primo dipinto è raffigurata la Madonna col Bambino in un trono ligneo dipinto. La Madonna indossa una tunica rossa ed è coperta da un manto verde dalla testa ai piedi. Il Bambino Gesù, nudo, ritto sul ginocchio destro della madre, mentre alla sua destra un orante Sant’Antonio abate e a sinistra un San Sebastiano anche lui a mani giunte; il santo martire romano, patrono contro le epidemie, mostra le frecce sul corpo, simbolo del suo martirio. In alto, due angeli in volo sorreggono una corona sopra al capo della Madonna. Bellissima l’espressione dolce della Madre e del figlio, così anche il movimento delle mani».
«Dalle linee, dalle forme anatomiche e dalla plasticità dei volumi – agginge Carlo Favetti – si può attribuire sicuramente alla mano dello stesso Giovanni di Pietro detto lo Spagna. Il dipinto è deteriorato da abrasioni di colore, causate da cadute e umidità dell’intonaco, oltre alla parziale perdita di tonalità. Ecco perché necessita di un tempestivo restauro. Segue altro dipinto con Madonna Col Bambino sempre di epoca rinascimentale. Il soggetto raffigura la Madonna in trono su un drappeggio damascato. Il Bambino Gesù è seduto sul ginocchio destro, con la mano destra leggermente alzata a modo di impartire benedizione, con la mano sinistra si appoggia a quella della Madre. La Madonna – conclude lo storico ferentillese – indossa una tunica di color paonazzo, così pure il manto. Il dipinto necessità, come l’altro, di un urgente restauro e consolidamento. L’autore di questo affresco potrebbe essere individuato in Giovanni di Girolamo Brunotti di Spoleto o a Piermarino di Giacomo di Castel San Felice. Occorre quindi un recupero sostanziale di questi affreschi. Un patrimonio immenso di noi ferentillesi che non può andare perduto».