«Dove sono ristori e cassa integrazione?»

Nonostante la pioggia, gli operatori dei pubblici esercizi riuniti in Fipe, si sono dati appuntamento anche nel capoluogo umbro per chiedere maggiore attenzione da parte del governo. Contemporaneamente, è in corso una manifestazione nazionale, a Roma.

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Nonostante la pioggia, gli operatori dei pubblici esercizi riuniti in Fipe, si sono dati appuntamento anche a Perugia, in piazza Italia, per chiedere maggiore attenzione da parte del governo. Contemporaneamente, è in corso una manifestazione nazionale, a Roma. La protesta davanti alla sede della Regione. Per qualche istante si è fermato anche l’assessore Michele Fioroni, che è stato intervistato dai giornalisti presenti. Poche le persone in piazza, forse anche a causa della pioggia.

«Più attenzione da governo e istituzioni per noi ristoratori»

«Vogliamo ribadire il nostro disagio – ha detto uno dei capi della protesta, presentatosi in piazza vestito da cuoco – perché dopo un anno le casse integrazioni non sono state erogate per la maggior parte e i piccoli ristori di certo non bastano a coprire i danni che ha provocato questa chiusura prolungata. Speriamo che le istituzioni capiscano che i problemi sono seri e non riusciamo più ad andare avanti».

L’allarme

La protesta Fipe in centro a Perugia

Gli imprenditori Fipe Confcommercio vogliano una data per ripartire e un piano per farlo in sicurezza. Siccome hanno dato fondo a tutte le loro risorse per cercare di sopravvivere in questo durissimo ultimo anno, si aspettano dalla politica un aiuto vero e concreto anche dal punto di vista finanziario e uno stop alla tassazione che continua a correre, anche con le aziende chiuse.
Il rischio, avverte Fipe Confcommercio, è che si inneschi una spirale ancora più drammatica e pericolosa: le imprese non hanno le risorse necessarie per far fronte ai pagamenti che, nonostante l’emergenza, vengono richiesti; finiscono nelle liste dei cattivi pagatori; possono essere per questo esclusi da eventuali bandi pubblici; finiscono nella ragnatela degli usurai: una prospettiva possibile, come ha ricordato nei giorni scorsi anche il presidente della Fondazione “Umbria contro l’usura”, Fausto Cardella.

Cardinali:  «Aiuti insufficienti»

«Ciò che abbiano ottenuto finora – commenta il presidente di Fipe Umbria Romano Cardinali – è del tutto inadeguato e insufficiente. Non possiamo arrenderci a chiudere per sempre aziende alle quali abbiamo dedicato, assieme alle nostre famiglie, una vita di lavoro. Noi siamo disposti a fare la nostra parte, come abbiamo già dimostrato rispettando le tante regole che ci sono state imposte. La politica e le istituzioni devono darci risposte adeguate, di alto spessore, che guardino al futuro. A Roma ci siamo rivolti al governo. A Perugia, alla Regione e alle amministrazioni locali, che non possono restare sorde alle nostre richieste».

Protesta civile (fin troppo), ma la rabbia c’è

Ormai lo abbiamo capito: ci sono tante anime nel mondo dei ristoratori. La Fipe è una di quelle più civili e meno aggressive. Lo si capisce anche dalla protesta messa in atto a Perugia e da quella contemporanea a Roma. Mentre nella giornata di lunedì nella capitale sono tornati a farsi sentire i dissidenti più agguerriti. La rabbia però serpeggia forte nel settore. E nei prossimi giorni una delegazione di ristoratori umbri, trasversale rispetto alle sigle di categoria, presenterà alle associazioni un pacchetto di richieste in vista della riapertura, per evitare che i tanti balzelli rappresentino colpo di grazia per molti di loro.

I furbetti non sono più tollerati

Ristoratori arrabbiati: «Basta con i furbetti». Nuove manifestazioni

Ricevuti a Palazzo Cesaroni

Una piccola delegazione di imprenditori è stata ricevuta in tarda mattinata a Palazzo Cesaroni. Gli imprenditori hanno così potuto esporre le loro richieste in presenza di Vincenzo Bianconi, Tommaso Bori, Thomas De Luca, Paola Fioroni, Andrea Fora, Valerio Mancini, Eleonora Pace, Stefano Pastorelli, Marco Squarta. Tutti i consiglieri hanno dichiarato disponibilità nei confronti delle richieste delle imprese Fipe Umbria e hanno impegnato la Regione a lavorare concretamente su questo fronte. A rischio, è stato ribadito dagli imprenditori Fipe, ci sono almeno 1.500 imprese in Umbria, e migliaia di lavoratori. Così non si può andare avanti. Le risposte devono arrivare ora, e mettere in condizione le imprese di ripartire presto e con il piede giusto.

«Pronti a venire incontro ai ristoratori, ma dipende dal governo»

Squarta: «Impensabile tenervi chiusi ancora»

Nel corso dell’incontro che si è svolto stamani a Palazzo Cesaroni con i rappresentanti di Fipe Confcommercio e della Federazione Italiana Cuochi, per cui è stato necessario interrompere i lavori d’aula, il presidente dell’Assemblea legislativa Squarta ha ribadito l’utilità di riaprire le attività commerciali se i numeri relativi ai contagi in Umbria sono da zona gialla: «Non si possono obbligare migliaia di lavoratori a tenere chiuso fino al 30 aprile se il tasso di contagio nella nostra regione è migliorato. Anche soltanto poter lavorare a pranzo e con l’asporto, in questa preoccupante fase di incertezza dal punto di vista economico, è fondamentale».
Il confronto ha dato vita alla mozione che si prefigge l’obiettivo di avanzare al governo la richiesta di compensazioni economiche a favore dei Comuni per consentire l’«abbattimento di Tari, Imu e canone unico» per i titolari delle attività, promuovendo, nello stesso tempo, «il turismo in sicurezza in Umbria per attrarre visitatori e valorizzare le eccellenze del territorio».

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