Foligno: chi sono i due imprenditori arrestati per bancarotta

Nel mirino della Finanza un gruppo attivo nel settore abbigliamento e accessori. Sequestrati beni per 3 milioni di euro

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Bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio. Questi i reati per i quali due imprenditori – Sergio Ottavi ed Elisabetta Betori – sono stati arrestati dalla Guardia di finanza di Foligno che ha anche eseguito un sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di 3 milioni di euro.

Il fallimento e le indagini: cessioni e affitti

Le indagini sono state dirette dalla procura di Spoleto e, per l’esecuzione del provvedimento disposto dal gip Federica Fortunati, si sono attivati i militari della Compagnia di Foligno. Focus sul fallimento di una società con sede a Foligno e operante, attraverso punti vendita ubicati anche fuori regione, nel settore del commercio di abbigliamento ed accessori. Secondo gli inquirenti sono emersi «indizi di colpevolezza a carico degli indagati che avrebbero posto in essere condotte a danno dei creditori e dell’Erario. In particolare – proseguono – attraverso l’esame della documentazione contabile, bancaria e amministrativa, sono stati ricostruiti e analizzati tutti gli atti di cessione e affitto di ramo d’azienda succedutisi nell’arco di un decennio, tra soggetti risultati sempre collegati agli stessi imprenditori, che hanno progressivamente portato alla dissipazione, al depauperamento e alla distrazione del patrimonio aziendale».

Gli arresti e lo svuotamento

Il gip di Spoleto ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti degli indagati e il sequestro dell’intero compendio aziendale, vale a dire quattro negozi (due a Foligno, uno a Spoleto ed uno a Sant’Elpidio a Mare) ed un sito di e-commerce, evidenziando come «la libera disponibilità in capo agli indagati dei predetti esercizi commerciali sia suscettibile non solo di aggravare le conseguenze dei reati già perpetrati, ma soprattutto di agevolarne la commissione di analoghi […] attraverso nuovi prestanome e ricorrendo sempre allo schema di svuotamento patrimoniale delle società fallite e di reimpiego in nuovi veicoli societari». I beni sono stati affidati ad un amministratore giudiziario.

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