Foligno, crisi lavoro: Oma Tonti in sciopero

I sindacati: «Servono progetti per valorizzare le potenzialità di una delle fabbriche più importanti della nostra regione»

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«Ai lavoratori le beghe interne alla proprietà non interessano, interessa che questa azienda di eccellenza che dà lavoro a 600 persone continui il suo percorso di crescita e sviluppo. Lo sciopero massiccio di oggi è un messaggio chiaro in questo senso». A parlare, fuori dai cancelli della Oma Tonti di Foligno, sono stati Adolfo Pierotti (Fim Cisl), Simone Pampanelli (Fiom Cgil) e Daniele Brizi (Uilm Uil) in occasione della protesta promossa dai tre sindacati dei metalmeccanici nella fabbrica del polo aeronautico umbro a Foligno, dove martedì i lavoratori in sciopero hanno dato vita ad un presidio per esternare la propria preoccupazione rispetto alle tensioni interne alla proprietà, che rischiano di ripercuotersi negativamente sulla governance aziendale.

La tensione «Nell’ultimo incontro in Confindustria con il presidente Umberto Tonti sono arrivate risposte inadeguate e non convincenti rispetto al clima che si è venuto a creare in fabbrica – spiegano Pierotti, Pampanelli e Brizi – un clima ottocentesco, fatto di provvedimenti disciplinari, spostamenti immotivati e tensione, appunto, che non favorisce di certo una buona organizzazione del lavoro e l’ottimizzazione dei processi produttivi».

La crisi C’è poi la questione dei lavoratori interinali: «Alcuni sono già usciti, altri sarebbero in uscita e anche qui – continuano i sindacalisti – le risposte date dall’azienda, che parla di scelte dettate dalla meritocrazia, non ci convincono, visto che si tratta di lavoratori che da anni sono all’interno del processo produttivo e sulle cui competenze non ci possono essere dubbi. Per questo abbiamo voluto dare un segnale forte e l’adesione allo sciopero è stata pressoché totale. Deve essere chiaro che ai lavoratori e ai sindacati non interessano le dispute interne alla proprietà, ma ci vuole massima trasparenza e chiarezza nella gestione aziendale e quindi un management in grado di valorizzare le grandissime potenzialità della Oma, una delle fabbriche più importanti della nostra regione».

 

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