Fondi europei, Confindustria incalza la Regione

Il Programma operativo regionale Fesr «strumento essenziale per creare sviluppo»

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Bene che la Commissione europea abbia adottato programma operativo 2014-2020 della Regione dell’Umbria per il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), ma adesso bisogna darsi una mossa.

Confindustria Il presidente degli industriali umbri Ernesto Cesaretti, facendo rilevare che «il Piano, che può disporre di una dotazione finanziaria di 356 milioni di euro, provenienti per metà dalla Comunità europea e per l’altra metà dai cofinanziamenti nazionale e regionale, può rappresentare uno strumento essenziale per creare sviluppo e rendere più competitive le imprese della regione», chiede che si faccia in fretta a rendere il tutto operativo.

Il Piano Nell’arco di sette anni, infatti, il piano «consentirà la realizzazione di un pacchetto strategico d’investimenti che, puntando sulla specializzazione e sull’innovazione del sistema produttivo, hanno come obiettivo principale quello di favorire la crescita economica e di rendere più competitivo il territorio, in modo da rendere possibile anche la creazione di posti di lavoro».

Il sollecito Cesaretti, però, si rivolge alla Regione, chiedendo che «provveda a dare sollecitamente avvio agli interventi e alle azioni previste dal Piano, che possano dare concreto sostegno alle imprese da tempo impegnate in un intenso sforzo per uscire dalla crisi e per inserirsi nel processo di ripresa che sembra si vada finalmente profilando anche per la nostra economia».

La produzione È necessario, in particolare, secondo il Presidente degli industriali dell’Umbria, «dare attuazione alle misure a favore degli investimenti, dell’accesso al credito, dell’internazionalizzazione, della occupazione, che possono avere un impatto più immediato e diretto sulla crescita della produzione. È anche importante che gli interventi programmati abbiano procedure di implementazione semplici e rapide, perché spesso in passato iter complessi e lunghi nel tempo hanno scoraggiato investimenti che avrebbero potuto dare un importante contrasto alla qualificazione ed allo sviluppo del sistema industriale regionale».

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