«Con un livello di realizzazione, a giugno 2015, pari all’81,2 per cento e una capacità di impegno delle risorse del 96 per cento per il Por Fesr, e dell’82, 5 per cento per il Por Fse, con una capacità d’impegno del 95,8 per cento, l’Umbria affronta con lo spirito migliore la programmazione 2014-2020». A dirlo è il vicepresidente della Regione Umbria con delega allo sviluppo economico, Fabio Paparelli, che è intervenuto alla prima riunione del Comitato di sorveglianza unico del Por Fesr-Fse, che si è tenuta a Brufa di Torgiano.
Il vertice All’incontro hanno partecipato, oltre all’assessore Paparelli, il capo unità direzione generale occupazione della Commissione europea, Denis Genton, accompagnato dal Por Fesr rapporteur per l’Umbria, Luca Lanciaprima; mentre in collegamento da Bruxelles c’era il capo unità direzione generale politica regionale e urbana per la commissione europea, Willebroad Slujiters, accompagnato dalla rapporteur, Valentina Corsetti. Presenti rappresentanti dei ministeri competenti e della Regione Umbria, tra i quali il direttore regionale Lucio Caporizzi.
Il commento «Il 2015 – ha detto il vicepresidente Paparelli – è un anno che assume un rilievo fondamentale nel quadro della programmazione comunitaria e si pone come una sorta di ‘spartiacque’ per i due cicli di programmazione dei Fondi strutturali e quindi anche del Fesr e del Fse: quello 2007-2013, realizzato con il Por Fesr e il Por Fse, che è impegnato nella fase finale di attuazione della programmazione e quello 2014-2020 che si prepara all’avvio. I due cicli di programmazione sono legati da un filo conduttore – ha aggiunto – pur presentando aspetti caratteristici e distintivi specifici. Nel caso del Fesr gli aspetti distintivi e dunque di discontinuità tra le due programmazioni risiedono principalmente nella decisa ‘sterzata’ per la nuova programmazione verso la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo sostenibile, accompagnata da un metodo di intervento che privilegia l’approccio al territorio».
I fondi Il Por Fse 2014-2020, del valore complessivo di 237.528.802 euro, spiega una nota della Regione, «è stato elaborato tenendo in considerazione la situazione socio-economica del territorio, le sue potenzialità e le sue necessità per rispondere ai bisogni di occupazione della popolazione, di inclusione sociale attiva, di tutela dei diritti dell’apprendimento, migliorando il sistema di istruzione e formazione, sia qualificando l’offerta, l’accesso e la partecipazione. L’orientamento principale è stato quello di investire nello sviluppo distintivo del capitale umano in via funzionale rispetto alla strategia regionale di specializzazione intelligente, di accompagnare i processi di riassetto istituzionale ed organizzativo della Regione e delle Autonomie locali».
Strumenti e azioni «La Regione, nel corso di questo anno – ha spiegato Paparelli – ha rivolto tutti gli sforzi all’individuazione degli strumenti e delle azioni attraverso i quali ridurre e attenuare gli effetti sul sistema economico prodotti dal perdurare della crisi e trovare sbocchi per rilanciare l’economia regionale. Qualche dato in più evidenzia che, ad oggi, i progetti finanziati sono 3.691 per un importo di contributo pubblico pari a 388 milioni di euro».
L’Europa In proposito il capo unità Direzione generale occupazione della Commissione europea Genton ha precisato che «l’Umbria parte da una buona base per la nuova programmazione, visto che l’Unione Europea introdurrà nuove regole che tengono conto in maniera determinante delle performance dei territori. L’Umbria – ha aggiunto – ha raggiunto ottimi risultati in particolare sul fronte del rilancio della competitività sostenibile delle imprese e per la grande attenzione verso i giovani e le donne. Molte iniziative hanno funzionato – ha detto – e i progetti realizzati nell’ambito del Fondo sociale europeo hanno coinvolto 160 mila destinatari di cui metà donne».