Fontana piazza Tacito: ‘schiaffo’ a Gizzi

Terni, l’Iscr smentisce il Soprintendente alle Belle arti: «Nessun restauro in situ. Il mosaico va rimosso ed esposto in un museo»

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Un parere ‘pesante’ sul destino della fontana di piazza Tacito: è quello espresso dall’Istituto superiore per il restauro e la conservazione (Iscr) che, in linea con quanto già espresso dal Comune, dalla Fondazione Carit e – in precedenza – dalla soprintendenza alle Belle arti, detta la linea: i mosaici dello zodiaco non vanno restaurati in situ, ma asportati e ‘musealizzati’.

La relazione Il parere, emerso in seguito al sopralluogo congiunto dello scorso 23 luglio e alle analisi del Centro di conservazione e restauro ‘La Venaria Reale’ di Torino, smentisce di fatto quanto affermato dal ‘discusso’ architetto Stefano Gizzi, soprintendente alle Belle arti dell’Umbria, sostenitore della linea che prevede il restauro in situ dei mosaici del Cagli e che esclude il rifacimento ex novo, bollato come ‘antistorico’.

Operazione ‘eccezionale’ Per l’Iscr, comunque, il distacco delle tessere «riveste carattere di assoluta eccezionalità e richiede attente valutazioni non solo in riferimento al modo di effettuare lo stacco, ma anche in relazione allo stato di conservazione degli strati di supporto che compongono il mosaico». L’esigenza, oltre a quella di definire un progetto dettagliato, è di effettuare prima una ‘prova di distacco’ «in una zona significativa ma che non comprometta parti essenziali della decorazione».

Ripartire Ora l’obiettivo del Comune, incassato il parere dell’Iscr, è quello di far ripartire il percorso di recupero dell’opera, sospeso dal responsabile unico del procedimento (Rup) Federico Nannurelli proprio sulla base dell’evidente contrasto fra il punto di vista del Comune e della Fondazione – da un lato – e del neo soprintendente Gizzi, dall’altro. Alla luce della nuova relazione, lo stesso Rup ha inviato una lettera al segretariato generale per l’Umbria del ministero e alla soprintendenza, chiedendo di riprendere il percorso, anche sulla base dell’accordo sottoscritto lo scorso gennaio con la Direzione regionale Belle arti e paesaggio.

L’assessore «Il pronunciamento dei funzionari dell’Istituto superiore del restauro – afferma l’assessore ai lavori pubblici Stefano Bucari – evidenzia che, fin dalla sua realizzazione, il mosaico del Cagli accusa problemi strutturali anche in ragione del contesto nel quale si trova (e di interventi di manutenzione aggressivi, scrive l’Iscr – ndR). Quello dell’Iscr ci sembra un contributo importante che va nella direzione che l’amministrazione comunale ha sempre seguito, quella cioè di restaurare la fontana simbolo di Terni e di salvare i mosaici originali. Un progetto condiviso, che vede l’apporto di professionisti seri e la collaborazione con la Fondazione Carit. Mi auguro ora che il soprintendente prenda atto anche di questo parere e si possano accelerare i tempi. La fontana non può continuare ad essere una cantiere: così è una ferita aperta per la città».

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