Giano, Bianconi: pastificio a De Matteis

Sindacati possibilisti sul passaggio di mano in chiave possibile rilancio

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Dopo l’incontro in Confindustria del 13 maggio e la successiva assemblea con i lavoratori del 15, sembrano essere emersi nuovi dati e diverse aspettative in merito alla vertenza del pastificio Bianconi di Giano dell’Umbria. E i sindacati si dicono possibilisti.

La storia Ad aprile, ricostruiscono i sindacati, «la proprietà improvvisamente annunciava alle maestranze la cessazione dell’attività, l’ultimo sito di produzione di pasta secca in Umbria chiudeva i battenti. Il primo e immediato obbiettivo del sindacato è stato quello di mettere in sicurezza il reddito dei lavoratori, con l’apertura della Cigs. Immediatamente dopo, abbiamo richiesto percorsi certi per una pronta ripartenza industriale: riconversione della fabbrica e nuovi asset produttivi».

L’ipotesi Quello di cui si discute «è una nuova linea di produzione nel settore salutistico, addirittura con la joint venture con un player importante nel settore pasta. Dopo vari rinvii – affermano Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – finalmente sembra farsi strada questa opzione. La società De Matteis ha avanzato, tra le tante, una proposta credibile e ambiziosa e così si è giunti ad un accordo, che, secondo quanto ci ha riferito la proprietà Bianconi, si è concretizzato lo scorso 15 maggio con la creazione di una nuova società».

Il ‘trapasso’ Si aprono dunque «le procedure di liquidazione della vecchia società, sulle quali i sindacati intendono vigilare per tutelare i lavoratori e assicurare il pagamento delle loro spettanze (le ultime due mensilità oltre a tredicesima, quattordicesima e Tfr; ndr). Oltre a questo – aggiungono i sindacati – occorrerà subito entrare nel merito del piano industriale che accompagnerà questa nuova società. Una volta conosciuti gli impegni nero su bianco tireremo le somme per quelle che saranno le aspettative occupazionali».

La richiesta Per questo, i sindacati di categoria insieme alla Rsa della fabbrica, chiedono «un incontro con la nuova società per avviare un confronto costruttivo e chiaro sul futuro del sito produttivo e delle scelte industriali, sapendo che il nostro obbiettivo è di salvaguardare le maestranze e di riprendere il prima possibile l’attività produttiva».

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