Giornale dell’Umbria: rischio chiusura

Giornalisti e poligrafici in stato di agitazione: «L’Umbria rischia di perdere una voce importante»

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di Marco Torricelli

Hanno, come tutti quelli che fanno questo mestiere, raccontato con parole e immagini le vertenze che hanno visto impegnati, in giro per la regione e su fronti diversi, lavoratori e aziende. Stavolta i giornalisti e tutto il personale de Il Giornale dell’Umbria sono purtroppo dall’altra parte del computer, della macchina fotografica o della telecamera.

Rischio chiusura Per farla breve: rischiano tutti il posto di lavoro, stante «una comunicazione scritta dell’azienda e una serie di informazioni verbali dei suoi rappresentanti, inerenti la situazione attuale e le prospettive immediate legate alla sorte della testata». Tanto che si sono riuniti in assemblea, esprimendo «preoccupazione per l’estrema incertezza delle volontà e strategie aziendali più volte rappresentate al Cdr, che potrebbero portare in tempi brevi al venir meno di una significativa voce di informazione nel panorama regionale».

Stato di agitazione La stessa assemblea, alla quale hanno partecipato «rappresentanti di Associazione stampa umbra e Ordine dei giornalisti dell’Umbria, ha deliberato di indire lo stato di agitazione, con mandato al Cdr di attuare le forme di protesta che si riterranno più adeguate».

L’Asu Una nota dell’Associazione stampa umbra (Asu) è chiara: «Il Giornale dell’Umbria è un patrimonio importante per l’informazione locale che deve continuare ad esserci. L’Umbria non può permettersi di perdere altri pezzi del suo sistema editoriale e altre decine di posti di lavoro in un settore già letteralmente in ginocchio. L’Associazione stampa umbra, dopo aver partecipato oggi, 23 maggio, all’assemblea del personale del Gruppo Editoriale Umbria 1819 che edita Il Giornale dell’Umbria e giornaledellumbria.it, esprime forte preoccupazione per le modalità con cui la proprietà ha recentemente prospettato gravi difficoltà per la prosecuzione dell’attività editoriale, mettendo in forte allarme tutti i dipendenti».

«Metodo inaccettabile» Il sindacato dei giornalisti umbri, poi, definisce «inaccettabile il metodo con il quale l’azienda, di proprietà – lo sottolineiamo – di imprenditori locali, sta gestendo questa fase complessa e delicata. Ricordiamo che la stessa azienda ha sottoscritto con il sindacato, rinnovandolo in sede ministeriale nel dicembre 2014, un accordo, tutt’ora in vigore, per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, finalizzato al superamento delle difficoltà economiche ed al rilancio della testata. Qualsiasi variazione dei programmi e qualsiasi nuova comunicazione dell’azienda va pertanto ricondotta nelle sedi opportune e discussa con gli organismi sindacali».

La vertenza L’Asu «sarà al fianco dei colleghi e delle colleghe del Giornale dell’Umbria nella vertenza che inevitabilmente si aprirà in assenza di un chiarimento immediato da parte della proprietà e li sosterrà nelle iniziative di mobilitazione che decideranno di intraprendere. Al contempo, crediamo che le istituzioni locali e tutta la politica, tanto più a ridosso di una scadenza elettorale importante, non possano non farsi immediatamente carico di un problema di queste dimensioni, che rischia non solo di produrre effetti devastanti da un punto di vista occupazionale, ma anche di privare l’Umbria di una voce importante, impoverendo ulteriormente il già sofferente sistema dell’informazione locale».

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