Giovani sanzionati a Terni, un genitore: «Non mi convince»

Parla il padre di uno dei ragazzi multati sabato sera in largo Ottaviani: «Tutti tranquilli e per bene. C’erano situazioni ben peggiori quella sera»

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«Quattrocento euro sono un terzo dello stipendio e non mi si venga a dire che se uno li paga entro 5 giorni, la sanzione diventa di 280 euro. Perché è la modalità di quanto eseguito che non mi convince affatto». A parlare è il padre di uno dei giovani sanzionati sabato sera a Terni, in largo Ottaviani, dalla polizia di Stato per non aver indossato la mascherina. «Loro, gli agenti, hanno fatto il loro lavoro ma va compresa la situazione e il contesto – afferma il genitore -. I ragazzi avevano tutti con sé la mascherina, probabilmente l’hanno abbassata e sono stati per questo sanzionati. Il punto è che è mancata l’informazione, sul momento, circa ciò che gli stava accadendo. Chi doveva non si è qualificato e gli hanno spiegato che erano dei normali ‘controlli’. Poi ci siamo trovati a dover pagare questa somma, oltre ad articoli e foto sui giornali. Cosa non mi convince? Il fatto che siano stati ‘pescati’ sei giovani tranquilli, tutti di buona famiglia, forse facili da ‘colpire’ rispetto ad altri che, sempre in centro sabato, e ne sono testimone, la mascherina non ce l’avevano proprio. Magari soggetti meno raccomandabili e più ‘difficili’ da fermare e controllare. Fra l’altro fra i sei c’era chi non usciva di casa da dieci giorni, perché in isolamento fiduciario. Insomma, credo che se la volontà era quella di ‘sensibilizzare’ la cittadinanza, non sia stata scelta la strada migliore: forse si poteva dire ‘ragazzi mettete la mascherina’, visto che stiamo parlando di giovani tranquillissimi e che non hanno mai creato un problema a nessuno», conclude il genitore.

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