Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviataci da Gloria Gallotti, una 48enne che ha avuto un’esperienza più che positiva all’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni. Per questo motivo ci tiene a ringraziare in particolar il professor Giovanni Domenico Tebala
Sono cresciuta negli ospedali romani da quando ne avevo 4. Ho visto tantissimi medici guardare senza vedere e sentire senza ascoltare i pazienti, me inclusa. Sono una paziente plurioperata e questo fa di me un soggetto ad alto rischio di responsabilità medica per una serie di complicanze che inevitabilmente innescano azioni e pregiudizi dettati dalla cosiddetta medicina difensiva.
I medici davanti a qualsiasi sintomo si manifesti in maniera più o meno significativa, mi ‘allontanano’ o rinviano sistematicamente ad altra struttura con qualsiasi pretesto: dalle consulenze inutili alle prescrizioni spregiudicate di farmaci per contenere e mascherare il dolore, nel tentativo di mettere a tacere il dolore. Ma soprattutto me.
Dopo circa tre anni di dolore invalidante e due interventi attribuiti ad una diagnosi rivelatasi errata, lo scorso mese di luglio vengo inviata dal prof. Giovanni Domenico Tebala, attualmente direttore della chirurgia digestiva e d’urgenza per un’ulteriore e forse più precisa consulenza. Poco prima di incontrarlo nella sala d’attesa pensavo a cosa fosse meglio dire o non dire, terrorizzata da un altro potenziale ‘no, non si può fare nulla’ o l’ennesimo ‘troppo rischioso’, ma quando si presento scusandosi per aver tardato perché impegnato in sala operatoria, pensai che tanto rispetto meritasse la massima trasparenza sul mio trascorso sanitario.
Con una umanità disarmante mi accoglie in una saletta e ascolta con la massima attenzione, prende nota di ogni piccolo dettaglio trascrivendo a mano ogni singola parola, riflette sulle possibili cause e mi prospetta una durata dell’intervento significativa con numerosi potenziali rischi ai quali si andava incontro. Per procedere all’intervento le tempistiche non sarebbero state brevi per via dei numerosi interventi programmati, ma l’attesa stavolta valeva tutto il dolore che mi teneva in ostaggio da anni.
L’8 agosto scorso il prof. Tebala procede con l’intervento. Nessuna complicanza, nessuna alterazione funzionale e la conferma che la precedente diagnosi era errata. Un miracolo? No, si chiamano conoscenza a 360 gradi, esperienza, dedizione e passione. Quest’ultimo intervento è stato il dodicesimo, sono stanca e provata ma la prospettiva di stare meglio e la dignità che mi è stata riconsegnata non hanno prezzo.
Nei giorni seguenti, le visite fino alla dimissione verranno eseguiti con una professionalità e educazione mai vista prima dal dottor Alessandro Gemini. Anche questa parte dovrebbe essere un comportamento normale per definizione, ma vi assicuro che non lo è. I pazienti cronici lo sanno bene.
Terni è una citta che deve ritenersi fortunata ad avere nel cuore della sua sanità un Uomo prima ancora che un professionista, degno del titolo che porta con tanta umilta. Sarò per sempre riconoscente al prof. Tebala, al dottor Gemini e a tutto il personale della chirurgia digestiva e d’urgenza dell’ospedale Santa Maria di Terni per quanto mi è stato donato e per avermi riconsegnato una vita dignitosa. Da paziente e da psicologa penso che la comunità medica italiana abbia molto da imparare da questi professionisti, soprattutto in termini di dignità umana.