Gubbio, protesta per la salute e contro il Css nelle cementerie

Il caso diventa nazionale, con un appello di ‘Antimafia Duemila’. Cittadini in piazza per dire no al combustibile da rifiuto

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Divampa a Gubbio la protesta contro le aziende inquinanti, in particolare contro le cementerie che chiedono di bruciare il Css nei propri impianti. Il caso è assurto agli onori nazionali con un articolo della rivista ‘Antimafia Duemila’, che lancia anche una campagna social con un appello agli imprenditori.

L’ARTICOLO SUL ‘CASO GUBBIO’ DI ANTIMAFIA DUEMILA

La protesta

Intanto, nel pomeriggio di sabato, nella città dei Ceri c’è stata una manifestazione pubblica di protesta: «Il nome di una città come Gubbio non può essere associato ai rifiuti. Gubbio è storia, tradizione, folclore, artigianato, turismo e tanto altro. L’immondizia non è la sua identità. Sono state divorate montagne, ammorbati l’aria, il suolo, l’acqua ed ora si vuole togliere anche la dignità a questa gloriosa città», scrivono i promotori dell’iniziativa in un comunicato.

Sono partite le richieste

«Dopo la Colacem anche la Barbetti ha inoltrato alla Regione Umbria la sua richiesta. Sono cementifici, non inceneritori. Eppure vogliono bruciare rifiuti. A voler essere al passo con i tempi, l’Unione Europea finanzierà solo piani di ripresa e resilienza che rispettino il principio DNSH “Do Not Significant Harm” ovvero che non arrechino danno significativo all’economia circolare, alla prevenzione e al riciclaggio dei rifiuti, che non comportino un aumento dell’incenerimento e dello smaltimento che a lungo termine causano accumulo di sostanze inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo e un danno duraturo dell’ambiente».

E intanto a Padule…

«Bruciare CSS brucia la possibilità di nuove opportunità di lavoro in nome di un passato che non tiene conto del futuro delle nuove generazioni. Ma non finisce qui. Anche la MAIO TECH con sede a Padule nello stabilimento dell’ex Sirio Ecologica, che poi tanto ecologica non era… ha inoltrato alla Regione Umbria richiesta di verifica di assoggettabilità a VIA per lavorazione e stoccaggio di rifiuti anche pericolosi».

«Tre presidenti morti di cancro»

«Decenni senza valutazioni sanitarie approfondite, assenza di dati epidemiologici, registro dei tumori non aggiornato, decenni in cui si cumulano sostanze inquinanti con ripercussioni sulla salute, tre presidenti del ‘comitato per la tutela ambientale della conca eugubina’ morti di cancro. I cittadini esigono che vengano presi in considerazione tutti i fattori di rischio ambientale presenti nella conca eugubina, a causa di impianti insalubri di prima classe, e manifestano la loro opposizione ai tre progetti, in difesa della salute e del buon nome del territorio».

Le richieste

«Sì all’ecodistretto, al progetto rifiuti zero e all’economia circolare, sì alla difesa della nostra identità e del paesaggio, no all’uso di Css nei cementifici Colacem e Barbetti, no all’impianto di trattamento rifiuti anche pericolosi della Maio tech. Gubbio non è una discarica».

Il comunicato è firmato da: Comitato ❌ No css nelle cementerie di Gubbio ❌, comitato Gubbio salute ambiente, comitato No antenna, comitato per la Tutela ambientale della conca eugubina,
comitato per la tutela dei beni culturali e del paesaggio Gubbio, Isde Umbria (medici per la salute), Wwf Perugia

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