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Home » ‘Guerra dei botti’: Perugia aspetta Romizi

‘Guerra dei botti’: Perugia aspetta Romizi

di Marco Torricelli
16 Dicembre 2015
in Attualità, Dal territorio, Economia, Perugia, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Notturno di Arrone (foto di Michele Tomasucci)

Notturno di Arrone (foto di Michele Tomasucci)

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di M.Lilla

C’è chi vorrebbe lanterne luminose al posto dei ‘fuochi di Santa Giuliana’ e chi, invece, si appella alla tradizione. Quel che è certo è il silenzio da palazzo dei Priori sulla questione dei fuochi d’artificio per la notte di San Silvestro a Perugia. Se da un lato il fronte del ‘no’ si allarga con i comunicati dell’opposizioni e i messaggi degli animalisti, dall’altro il sindaco Andrea Romizi resta fermo al «ci sto pensando attentamente» di qualche giorno fa, delegando nel frattempo il tutto all’assessorato al commercio.

Stagione di controlli L’argomento resta d’attualità anche se «il picco del traffico di prodotti pirotecnici si raggiungerà solo nell’ultima settimana», come spiegano dalla questura di Perugia, raggiunta telefonicamente da umbriaOn, i controlli ordinari, invece, «sono già partiti e i primi riscontri parlano di una provincia molto tranquilla dove il mercato illecito è quasi assente e gli unici casi di sequestro attuati dai vari reparti speciali sono stati relativi ad eccessi di custodia oltre il limite delle licenze, o materiale non certificato». Questi sono risultati frutto di anni di campagne di sensibilizzazione che le forze dell’ordine della provincia hanno effettuato in sinergia con l’ospedale di Perugia e il 118, fattore questo che ha portato la provincia ad avere un numero di vittime da ‘botti’ tra i più bassi d’Italia.

Il commercio La questione è più complessa di quanto sembra e un divieto aprirebbe scenari di controllo non facili da gestire. Se infatti ora sono i reparti specializzati delle forze dell’ordine ad occuparsi dei controlli ordinari, il divieto significherebbe l’incremento delle risorse da parte della questura, oltre che della polizia municipale. Facile pensare al malumore dei commercianti non certo contenti di un divieto arrivato nel pieno delle feste rischiando di non poter vendere ciò che si era già acquistato. Inoltre, per i più maligni, questo potrebbe lasciar spazio a un accrescimento del mercato nero e il conseguente rischio di vendita di materiale vietato o non sicuro.

Il fronte del ‘No’ Dalle associazioni animaliste a buona parte della politica cittadina, molti sono quelli che si sono schierati per un divieto totale a difesa proprio di persone, ma soprattutto animali, come il consigliere Emanuela Mori che attraverso un comunicato ha sollecitato il sindaco a prendere una posizione chiara, anche in base a una delibera comunale del 2013 che regolarizzava il fenomeno. Dalla Lav è arrivato al Comune di Perugia l’invito esplicito a vietarli, il fenomeno infatti creerebbe molti problemi agli animali, domestici e non, come ci ha spiegato la dottoressa Maria Catalani, veterinaria specializzata in comportamento animale. «Per cani e gatti i rumori e le luci sono amplificate – sottolinea al telefono la veterinaria – sottoporli a questo crea in loro un forte stato di ansia e paura che consegue a possibili fughe. Molto sono infatti gli animali che scappano divenendo un reale pericolo per loro stessi, ma anche per l’ordine pubblico, potrebbero provocare incidenti proprio per il loro comportamento inconsueto e dominato dalla paura».

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