Il Briccialdi esulta: «’Statali’ e non solo»

Terni, 2 buone notizie dalla presidente Pellegrini e dal direttore Gatti: «Via alla statalizzazione e svincolo dei fondi»

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di Fra.Tor.

Due buone notizie arrivano dall’istituto musicale Briccialdi di Terni. La prima riguarda il processo di statalizzazione che, nei suoi aspetti formali e istituzionali, partirà entro il mese di novembre 2018. L’altra, invece, constatato il ritardo nell’avvio e i lunghi tempi per il compimento di queste pratiche, il Miur ha deciso, di concerto con il Mef, di svincolare da esse l’assegnazione dei fondi, che dunque inizierà da subito – sia per il 2018 che per il 2019 – e avverrà a prescindere dall’andamento delle pratiche.

Il processo di statalizzazione

Il Miur predisporrà una piattaforma informatica sulla quale gli istituti interessati dovranno caricare la domanda di statalizzazione e tutti i documenti giuridici, finanziari e statistici necessari a valutare le precondizioni per la statalizzazione. La piattaforma rimarrà aperta 3 mesi. Le domande saranno valutate da una commissione di 5 membri (3 del Miur, 1 del Mef e 1 della funzione pubblica), che avrà altri 90 giorni per vagliare le domande a cui deve essere assegnato un punteggio che deve arrivare a 40 su 100 per mantenere autonomia all’Istituto. Sono poi previsti ulteriori 180 giorni per il ricorso degli Istituti eventualmente esclusi, o per l’integrazione dei documenti eventualmente mancanti. Il totale previsto per compiere tutte le istruttorie è di 12 mesi (vale a dire tutto il 2019). Il decreto che sarà emesso a breve prevede dunque che la statizzazione si perfezioni entro luglio 2020 con un decreto a cui deve essere allegata la convenzione tra ciascun Istituto, il Ministero e gli Enti locali di riferimento (nel caso del Briccialdi, il Comune di Terni). Dal 1° gennaio 2021 saranno disponibili 50 milioni di euro per l’intero fabbisogno per coprire l’organico e un fondo di funzionamento ordinario.

L’assegnazione dei fondi

Constatato il ritardo nell’avvio e i lunghi tempi per il compimento di queste pratiche, il Miur ha deciso, di concerto con il Mef, di svincolare da esse l’assegnazione dei fondi, che dunque inizia ora e – sia per il 2018 che per il 2019 – avverrà a prescindere dall’andamento delle pratiche per la statalizzazione. Oltre alla quota già erogata a maggio scorso, dei fondi per la statalizzazione stanziati per il 2018, i conservatori riceveranno 7 milioni ripartiti ancora sulla base degli stessi criteri della prima tranche (per ci a Terni vanno 335 mila euro). Il ministro ha firmato il decreto relativo a questa ripartizione il 15 ottobre scorso, per l’accredito siamo in attesa del placet della Corte dei Conti. Con un secondo decreto, che richiamerà espressamente la procedura della statizzazione, si ripartiranno ulteriori 3 milioni 500 mila euro così suddivisi: al 50% tra tutti gli Istituti sulla base del numero dei docenti e del personale tecnico-amministrativo in servizio a giugno 2017; al 50% tra gli Istituti con difficoltà di bilancio (Terni in primis, con altri 4 o 5 istituti). Lo stesso decreto fissa i criteri del trono-programma per gli anni 2019 e 2020, ai quali sono assegnati rispettivamente 23 milioni e 48 milioni, e prevede un 40% assegnato sulla base del contributo dell’anno precedente, un 20% assegnato sulla base degli iscritti totali con un diverso peso fra accademici e pre-accademici e un 20% assegnato sulla base del numero di docenti e personale tecnico-amministrativo in servizio a giugno 2017.

L’INTERVISTA ALLA PRESIDENTE DELL’ISTITUTO LETIZIA PELLEGRINI

Letizia Pellegrini

Le difficoltà del 2018

«Il 2018 è stato un anno durissimo – evidenzia la presidente dell’Istituto Briccialdi, Letizia Pellegrini – e cominciato molto male. I fondi ‘promessi’ come stanziati a dicembre 2017 e spendibili ai primi di gennaio del 2018 sono stati accreditati solo a marzo, il che ha significato che i nostri docenti non hanno percepito alcuna mensilità da dicembre a marzo, quando è stato possibile riprendere il pagamento regolare delle mensilità, determinando però un disallineamento per cui a tutt’oggi gli stipendi sono arretrati di due mesi. Con le disponibilità di cassa, l’Istituto non era in grado di pagare gli stipendi oltre il mese di ottobre. L’urgenza stringente di procurare risorse ministeriali ai fini di assicurare tutti gli stipendi del 2018 ci ha indotto ad intavolare un’interlocuzione diretta con il gabinetto del ministro, iniziata con un incontro del 12 agosto, per indurre lo stesso a finanziare adeguatamente il Briccialdi, in modo da assicurare la corresponsione degli stipendi da ottobre a dicembre, comprensivi delle due mensilità arretrate, e chiedendo quindi una assegnazione di 670 mila euro».

«Il Briccialdi è fuori pericolo»

Questa interlocuzione, aggiunge la presidente, «costantemente sollecitata e monitorata da me e fattivamente sostenuta dal sindaco, dal segretario della Lega umbra Virginio Caparvi, e dal capogruppo della Lega in consiglio regionale con Emanuele Fiorini, ha avuto compimento il 10 ottobre scorso, quando una delegazione formata dai tre suddetti e dai vertici del Briccialdi ha incontrato il capo della segreteria tecnica e politica del Miur, Biagio del Prete, e il direttore generale Livon. In quella sede è stata argomentata l’urgenza di uno stanziamento. Tra le nostre relazioni istituzionali e l’andamento dei tavoli ministeriali per il processo di statalizzazione, possiamo oggi dire, in sostanza, che il Briccialdi è fuori pericolo e che la risoluzione del ‘caso-Terni’ ha felicemente coinciso con uno sblocco della situazione a livello nazionale. Lo scenario è finalmente chiaro e, in prospettiva, risolutivo.

Monitorare che il processo si volga correttamente

Ora, però, perché sia risolutivo «è ancora necessario – per la presidente – monitorare che tutto il processo si svolga secondo il suddetto crono-programma, che gli accrediti dei fondi previsti siano tempestivi, che tutte le azioni di programmazione di spesa e di tenuta della documentazione finanziaria siano realizzate in vista dei documenti da allegare alla domanda di statalizzazione, che si arrivi a compilare la piattaforma con tutte le carte in regola, ivi compreso la necessità assoluta di non contrarre debiti erariali e di pianificare per tempo l’estinzione del debito pregresso e che si collabori costantemente con l’amministrazione comunale e, soprattutto in fase istruttoria, con l’assessore al bilancio del Comune di Terni, per la stipula della nuova convenzione e per le modalità di estinzione del debito».

Orizzonte schiarito

Se tutto andrà come previsto «sono salvi tutti gli stipendi del 2018, ma è necessario lavorare alla concretizzazione delle prospettive annunciate e predisporre un bilancio preventivo 2019 che risparmi all’Istituto le ansie e le incertezze che hanno pesantemente segnato l’anno che si sta per chiudere. Non ho mai lasciato nulla di intentato, non solo al fine di garantire gli stipendi del personale, ma anche al fine di assicurare alla città un presidio vitale qual è il Briccialdi, e ai nostri allievi la certezza di poter continuare a godere di un ambiente di studio e di formazione con caratteristiche ambientali e professionali davvero straordinarie. Ora posso anche dire che, a condizione di un lavoro indefesso, l’orizzonte che ad oggi si è decisamente schiarito può ragionevolmente essere concretamente risolutivo entro i prossimi due anni».

Marco Gatti

Gli iscritti

L’anno accademico 2018-2018, per il direttore dell’Istituto Maro Gatti, «si apre, quindi, con ottime prospettive. La prima e più importante è il forte incremento delle domande di ammissione che quest’anno sono state 150. Il numero degli iscritti, assestato su oltre 300 allievi, conferma il trend di crescita degli ultimi due anni. Entro questo dato è ancor più rilevante la costante crescita del numero degli iscritti ai corsi accademici rispetto ai pre-accademici: nel 2014 gli accademici erano circa un terzo del totale; oggi sono oltre la metà degli allievi e questo è uno dei parametri che viene preso in considerazione per la statalizzazione. Ad oggi abbiamo circa 170 iscritti i corsi accademici sui suddetti circa 310 iscritti in totale».

La fondazione Carit e l’Ast

Nel 2018 si è definitivamente consolidato «il rapporto con la fondazione Carit, che ha riconosciuto al Briccialdi, tra bandi e iniziativa propria, un finanziamento complessivo di oltre 100 mila euro. Tali fondi hanno reso possibile l’implementazione della base informatica con rinnovo delle macchine, la realizzazione di una piattaforma gestionale per la didattica, il nuovo portale online per l’utenza sia interna sia esterna, e il rinnovato sistema wi-fi. Sempre grazie alla fondazione Carit si è dato avvio alle Masterclass 2018 e si stanno programmando quelle per il 2019, con la presenza per lezioni e concerti di importanti nomi». Nell’ambito delle interazioni dell’Istituto il direttore segnala «quella con I’Ast, anche per il suo rilievo simbolico rispetto alla storia della nostra città. Annuncio che la ‘Briccialdi big band’ terrà all’interno dell’Acciaieria un concerto per gli operai, il 16 dicembre prossimo, dopo la tradizionale messa celebrata dal vescovo Piemontese».

Il flauto di Giulio Briccialdi

Infine, un evento «di grande rilevanza riguarderà il flauto di Giulio Briccialdi, del cui restauro a cura dell’associazione ‘Amici del Briccialdi’ abbiamo già avuto modo di parlare. Esso tornerà a suonare – conclude il direttore Gatti – affidato alla maestria di Francesco Chirivì, nostro ex docente e uno dei maggiori flautisti italiani, in un concerto nel mese di dicembre, di cui daremo notizia prossimamente. Nel grande numero di iniziative realizzate ovunque per celebrare ‘Il principe dei flautisti’, l’Istituto Briccialdi, oltre al grande lavoro per la statalizzazione, si inserirà con tale iniziativa che per la sua peculiarità è data soltanto a noi poter realizzare».

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