Il Perugia può tornare in Serie B. Come un fulmine a ciel sereno, la notizia ha squarciato in due la mattinata dei tifosi biancorossi ancora delusi per la retrocessione in C diventata aritmetica poco più di un mese fa nonostante la vittoria sul Benevento. La voce è rimbalzata tra i quotidiani e i media nazionali prendendo sempre più sostanza. Le possibilità di una riammissione, questo il termine corretto, sono basse. A Pian di Massiano lo sanno bene e non si lasciano illudere. Il presidente Massimiliano Santopadre monitora però attentamente la situazione e se ci sarà un minimo spiraglio di possibilità si può stare ben tranquilli che non se la lascerà sfuggire.
Riammissione
«AC Perugia Calcio comunica che, in data odierna, ha presentato a Co.Vi.So.C. ed alla Lega Nazionale Professionisti Serie B istanza di accesso agli atti inerenti l’iscrizione di alcune società professionistiche al campionato di Serie B 2023/24». Un comunicato pubblicato intorno alle 17.25 del 21 giugno fa bene intendere la posizione del club biancorosso. Fare prima richiesta di iscrizione sarebbe stato inutile. L’esempio lampante ne è il Brescia che ha visto respinta quella per la cadetteria e accettata quella per la Lega Pro. Ora i club in bilico sono in due: Reggina e Lecco. Da Foggia già protestano, ma in caso di non iscrizione de neroazzurri prima del ripescaggio della finalista sconfitta ai play off di C ci sarebbe la riammissione delle retrocesse dalle B. Il meccanismo è facile da spiegare: una delle venti squadre non si iscrive, viene riammesso il Brescia che ha perso i play out con il Cosenza; due delle venti squadre non si iscrivono, vengono riammessi il Brescia e il Perugia che è la squadra meglio classificata nello scorso campionato tra le retrocesse dirette; tre squadre non si iscrivono, vengono riammessi il Brescia, il Perugia e la Spal. E così via. I pugliesi potrebbero fare festa quindi solo nel caso fossero addirittura cinque le squadre non iscritte tra quelle che hanno fatto domande. Distopia. Ora passiamo in rassegna i problemi delle società in bilico. Per quanto riguarda la Reggina, i problemi sono fiscali. Hanno caricato sul portale della Figc i bonifici degli stipendi, le pendenze fiscali e previdenziali così come quelli inerenti al piano di ristrutturazione che è stato concordato con il Tribunale. La Covisoc deve ora confermare se gli adempimenti siano regolari o meno. Intanto il proprietario Felice Saladini ha fatto sapere di aver messo il club in vendita e il presidente Cardona e l’intero CdA si sono dimessi in una manovra che ricorda l’uscita di emergenza presa in casa Juventus quando è scoppiato il processo plusvalenze. Il Lecco non ha invece presentato una documentazione completa dato che manca lo stadio in cui giocare le partite interne. Avrebbe dovuto presentare una documentazione di lavori di adeguamento per il Rigamonti – Ceppi o indicare un secondo campo. Per l’Euganeo aveva infatti gli ok del Comune e del Padova Calcio ma non quello del Prefetto di Padova. Il capitolo Sampdoria è stato chiuso con la cessione da Massimo Ferrero ad Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi. Evitato il fallimento, è stata consegnata in tempo la documentazione e può partire il nuovo ciclo.
Allargamento a 22
Tra le voci girate c’è anche quella di un allargamento del campionato a 22 squadre che vedrebbe la riammissione di Brescia e Perugia indipendentemente dal futuro di Reggina e Lecco. Appare assai complicato però ora prevedere questa riforma. Serve un consiglio federale e poi andare ai voti. Una materia che spesso si mischia più con la politica che con il pallone. Sicuramente, un Grifo in B per storicità e realtà della piazza farebbe comodo a molti.