In Umbria arriva nuovo inceneritore. E tre discariche ampliate

È ciò che prevedono le linee di indirizzo approvate dall’esecutivo Tesei. Si punta a raccolta differenziata al 75%. De Luca (M5S) attacca

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«Una forte spinta al recupero di materia attraverso l’incremento della raccolta differenziata e il riciclo e l’introduzione della valorizzazione energetica» Poi «assicurare la tenuta e la stabilità del sistema di gestione nella fase transitoria acconsentendo alla riprofilatura di tre delle sei discariche ancora attive sul territorio regionale, con l’obiettivo di scongiurare situazioni emergenziali». In questo modo la Regione Umbria descrive in sintesi le decisioni prese sulla gestione integrata dei rifiuti: in arrivo un nuovo termovalorizzatore per tutto il territorio e il potenziamento del sistema di raccolta per arrivare ad almeno il 75%.

IL VERBALE DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO CON GLI SCENARI PROPOSTI

Lo scenario impiantistico scelto per il futuro

Erano diverse le possibilità sul tavolo della Regione. Alla fine si è scelto lo scenario 1: prevede «il potenziamento del sistema di raccolta differenziata rispetto all’attuale livello con raggiungimento di performance pari ad almeno il 75%. Invio del rifiuto residuale indifferenziato a valorizzazione energetica per una quantità prevista di 130 mila tonnellate annue a nuovo impianto di servizio per tutto il territorio regionale. Questa soluzione prevede l’impiego residuale di discarica per una quantità massima di circa il 7% dei rifiuti prodotti esclusivamente per la parte non valorizzabile e scarti di trattamento». Mercoledì mattina c’è stata la presentazione in Regione: «I rifiuti rappresentano un dossier urgente e importante per l’Umbria, di cui la giunta si è fatta fin da subito carico, per sanare una situazione che poteva diventare insostenibile» le parole della presidente della Regione, Donatella Tesei. Alla base del lavoro le considerazioni del comitato tecnico scientifico, delle strutture tecniche e dell’assessore all’ambiente guidato da Roberto Morroni. «Le linee di indirizzo ci consentiranno di realizzare in Umbria un modello virtuoso di economia circolare, di sostenibilità ambientale, economica e sanitaria che è il fine che ci siamo posti e vogliamo perseguire».

LO SCENARIO SCELTO PER IL NUOVO PIANO: NUOVO TERMOVALORIZZATORE

Morroni e Tesei

Conferimento in discarica

«L’indirizzo del piano di gestione integrata che intendiamo adottare – ha spiegato Morroni – nei prossimi mesi è quello dello scenario 1 fra i tre proposti dal comitato tecnico scientifico e tutti coerenti con gli obiettivi regionali. Prevede l’innalzamento della raccolta differenziata con target al 75% medio sul territorio regionale, a fronte di una media del 66,2% raggiunta nel 2020, e agisce sul recupero di materia e sul recupero energetico per le frazioni di scarto residuali, abbattendo al massimo il ricorso alla discarica. Ci allineeremo ai Paesi più avanzati d’Europa, dove il rifiuto è una opportunità di sviluppo e non una criticità. Si concretizza la volontà – ha aggiunto – della giunta regionale di far compiere un salto in avanti in termini di modernizzazione e qualità nella gestione dei rifiuti in Umbria, recuperando i seri ritardi accumulati nel tempo che hanno portato la nostra regione ad essere allineata ai Paesi europei più arretrati nella chiusura del ciclo dei rifiuti, con una percentuale attuale intorno al 35% dei volumi conferiti in discarica, ben lontana dal tetto del 10% (per il 2035) fissato dalle direttive europee. Ora imprimeremo una svolta radicale, per garantire all’Umbria modernità, efficienza e stabilità del sistema, insieme alla salvaguardia ambientale e alla tutela della salute dei cittadini, con provvedimenti volti ad anticipare al 2030, 5 anni prima, gli obiettivi sfidanti europei: il raggiungimento di una percentuale di almeno il 65% dell’indice di riciclo e la riduzione al di sotto del 10% del conferimento in discarica».

TUTTI GLI SCENARI E L’AGGIORNAMENTO DEL PIANO

La conferenza

Il nuovo inceneritore e la location

Il nostro slogan – ha proseguito Morroni – è «quello di ‘fare come a Copenaghen’, con la realizzazione di un termovalorizzatore che sia luogo di eccellenza, con benefici ambientali ed economici per i cittadini. La scelta del sito avverrà sulla base di una ricognizione del territorio per individuare le aree più idonee e al termine di un confronto che coinvolgerà anche l’Auri». Entro i prossimi tre mesi gli uffici tecnici provvederanno alla redazione del documento del nuovo piano, dopodiché via con l’iter legislativo per giungere alla definitiva approvazione. «Nella fase di transizione, proseguirà l’azione di stimolo e supporto nei confronti di gestori e Comuni per potenziare la raccolta differenziata, a macchia di leopardo sul territorio regionale quale misura atta a ridurre il ricorso allo smaltimento in discarica», ha specificato il vicepresidente della giunta. «L’impianto di incenerimento – si legge nell’aggiornamento del piano – sarà
localizzato dopo specifico studio di localizzazione comparativo in area non «non idonea» baricentrica all’area di maggiore produzione di rifiuto residuale alla raccolta differenziata ovvero nell’area del sub ambito 2».

La riprofilatura di tre discariche

C’è poi un altro aspetto: «Siamo in una situazione di preemergenza – ha puntualizzato Morroni – a cui negli anni passati non è stata prestata attenzione». Si procederà all’estensione della capacità residua delle volumetrie delle discariche strategiche regionali per ulteriori 1 milione di metri cubi, oltre un 20% complessivo, da «ripartire in tempi celeri intanto sugli impianti di Belladanza nel comune di Città di Castello, e Borgogiglione nel comune di Magione, e successivamente sull’impianto Le Crete nel territorio di Orvieto. Per le discariche regionali di Pietramelina (Perugia), Sant’Orsola (Spoleto) e Colognola (Gubbio) non sono previsti interventi di riprofilatura: i gestori sono tenuti alla cessazione dell’utilizzo, mettendo in atto tutte le misure necessarie alla chiusura in sicurezza e all’attivazione della successiva fase di post-gestione».

De Luca (M5S): «Bloccheremo la Regione»

Poche ore ed è Thomas De Luca, consigliere regionale M5S, ad attaccare la Regione: «Tutto quello che temevamo di subire dalle giunte Lorenzetti e Marini, che ampliassero le discariche, che Terni diventasse il camino unico dell’Umbria, che costruissero un nuovo inceneritore a Perugia, che i cementifici di Gubbio iniziassero a bruciare rifiuti, che l’Umbria si trasformasse nel cuore nero d’Italia, è diventato realtà con la peggiore destra di sempre. Una destra che nega gli effetti dell’inquinamento sulla salute, che nega i cambiamenti climatici e che nega lo studio Sentieri ci sta riportando indietro di 30 anni. Un piano fatto su misura per i monnezzari, per le multiutility proprietarie di inceneritori e discariche che faranno affari d’oro. Una chiara strategia di decrescita infelice – le parole del pentastellato – e di sottosviluppo economico. Centinaia di milioni di euro per un piano inquinante, illiberale e conservatore che mira ad ipotecare il futuro dei nostri figli a cui presentiamo il conto di tutto questo. Altro che transizione ecologica ed impianti a massimo recupero di materia. Nel nuovo piano rifiuti addirittura si arriva a dileggiare il modello Contarina che mira all’obiettivo ‘produzione zero rifiuti’. Chiediamo a tutte le associazioni ambientaliste, ai comitati, ai cittadini liberi di far sentire la propria voce. Noi siamo pronti a fare la nostra parte utilizzando ogni mezzo non violento e di disobbedienza civile per bloccare la Regione. In conclusione c’è tutta l’ipocrisia della Lega che millanta un nuovo inceneritore da 130 mila tonnellate quando sa benissimo che in Umbria già c’è. Anzi ce ne sono due per una capacità di 180 mila tonnellate. Ecco a cosa serve la privatizzazione e la cessione del 49% di quote di ASM, ora è sotto gli occhi di tutti. A far tornare Terni il camino unico dell’Umbria».

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