Inceneritore di Acea: «Regione si opponga»

Il comitato ‘No inceneritori Terni’ chiede alla nuova giunta regionale di «non agire in continuità col passato ma invertire la rotta»

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del comitato ‘No inceneritori Terni’

Il 13 novembre c’è stata la conferenza dei servizi decisoria per la richiesta di Acea di bruciare a Terni i rifiuti urbani. Rifiuti che potranno venire da qualunque città italiana, magari da Roma, o dalla nostra stessa Umbria, o chissà. Alla conferenza dei servizi era assente la Usl, del resto la tutela della salute e la definizione di un Piano di prevenzione primaria sappiamo non sono un loro problema.

E così avremo un paradosso pazzesco. Una Regione con un piano dei rifiuti scaduto, datato al 2009, con un avanzamento importante nella raccolta differenziata e volumi crescenti di rifiuti residui recuperati e quindi non più conferiti in discarica, obbligata ad avere sul proprio territorio un inceneritore che brucerà rifiuti urbani fuori dalla stessa programmazione regionale. Questo condizionerà inesorabilmente qualunque altra scelta futura in quanto, è inutile nascondercelo, Acea dopo l’autorizzazione a queste prime 30 mila tonnellate annue sicuramente punterà ad arrivare a sostituire l’attuale combustibile, il pulper di cartiera, con i rifiuti urbani e arrivare come indicato colpevolmente dalla stessa Regione Umbria nel 2015 a superare le 100 mila tonnellate.

Così infatti prevede il decreto ‘Sblocca Italia’ non ancora modificato. E così avremo un piano regionale dei rifiuti costruito attorno all’inceneritore ternano, perché questo è quello che accade sempre in questi casi. La nuova giunta che verrà nei prossimi giorni sarà dunque quella che avrà pieni poteri decisionali. A loro sta la decisione se agire in continuità col passato oppure invertire la rotta. Ma anche il Sindaco dovrà prendere una posizione netta. Il suo predecessore è passato alla storia per aver preso in giro una intera città esprimendo un parere negativo che non aveva alcun valore giuridico. Latini cosa farà?

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