«È solo grazie alla capacità di innovarsi e di valorizzare la creatività sfruttando le potenzialità dei nuovi strumenti tecnologici e digitali che tante imprese artigiane hanno traghettato con successo gli anni della crisi. Ecco perché all’interno delle misure di Industria 4.0 vanno creati dei percorsi ad hoc anche per le imprese di piccole e piccolissime dimensioni. Un pacchetto che potremmo definire Artigianato 4.0, che non vuole contrapporsi, bensì affiancare il programma governativo». L’appello è arrivato giovedì 23 febbraio da Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria, al termine dell’appuntamento organizzato attorno al tema Artigianato 4.0, la manifattura digitale. Più di 200 gli imprenditori presenti, che hanno ascoltato gli spunti di riflessione arrivati dai relatori invitati.
La digitalizzazione «L’esperienza di questi ultimi anni ci insegna che la digitalizzazione può avvicinare al mondo anche un’impresa di piccolissime dimensioni – ha dichiarato Roberto Giannangeli -, perciò va favorito in ogni modo il processo di acquisizione di tecnologie e competenze innovative da parte di queste imprese. Destinare una quota annuale dei fondi Fers alla piccola impresa non ci sembra più essere un’eresia, anzi, sarà sicuramente un’innovazione realizzata con costi contenuti e che potrà dare a tutti i soggetti interessati una grande soddisfazione». Cna propone alla Regione «di attivare tre linee di intervento specifico, volte al miglioramento ed efficientamento dei processi produttivi aziendali attraverso l’acquisto di nuovi macchinari ed attrezzature produttive; al miglioramento dell’efficienza energetica e dei livelli di sicurezza negli ambienti di lavoro; e bandi per l’innovazione digitale e voucher per la digitalizzazione. Strumenti da estendere a tutti i comparti produttivi, compreso il tessile, che negli ultimi anni invece non ha potuto beneficiare di alcuna misura».
La sfida Francesco Venier, docente di organizzazione aziendale all’università di Trieste, è intervenuto affermando che «le nuove tecnologie hanno comportato la scomparsa di molti lavori, in un processo inarrestabile che coinvolge ambiti disparati e figure professionali in ogni settore. Ma allo stesso tempo ne hanno creati e ne creeranno di nuovi, e se sapremo tornare ad essere imprenditori di noi stessi queste tecnologie potranno migliorare le condizioni di vita di milioni di persone. Come diceva il saggista statunitense Alvin Toffler: ‘Gli analfabeti del ventunesimo secolo non saranno coloro i quali non sapranno leggere o scrivere, ma quelli che non sapranno imparare, disimparare e reimparare’». I casi di successo tra le micro e piccole imprese sono stati illustrati anche da Sergio Sacchi, docente di macroeconomia all’Università di Perugia, che ha fornito un ritratto dell’artigianato manifatturiero umbro, dal quale emerge una dimensione maggiore delle imprese della regione rispetto alla media nazionale. «La sfida si vince se si punta sulla creatività, sull’intuizione, sulla ricerca di nuovi business e nuovi canali commerciali».
La Regione Le conclusioni sono state affidate all’assessore regionale allo sviluppo economico, Fabio Paparelli, che ha sottolineato il rapporto di collaborazione costante con la Cna, «un’associazione ancora capace di intercettare i bisogni delle imprese e di farsene portatrice verso le istituzioni. Come già in passato prenderemo spunto dalle proposte della Cna per costruire percorsi e strumenti a misura della piccola impresa».

«Impresa al centro» E sempre in riferimento a ‘Industria 4.0’ si è svolto a Terni – centro impiego – il primo tavolo tecnico Regione-Anpal per il progetto ‘Impresa al centro’: l’obiettivo del protocollo firmato lo scorso novembre è quello di far crescere i servizi alle imprese potenziando il rapporto fra domanda e offerta e dando la possibilità alle imprese stesse di avere quelle figure professionali che effettivamente servono al tessuto economico e produttivo dell’Umbria: «L’intesa con Anpal – le parole di Paparelli – si inserisce nelle linee di sviluppo della Regione che sta impegnando proprie risorse, oltre quelle nazionali, sui programmi di riconversione e sviluppo accompagnando il tessuto produttivo verso l’Industria 4.0’. A Terni è già partito lo strumento dell’area di crisi complessa Terni-Narni i cui incontri operativi inizieranno a breve». Con il vice presidente della Regione c’erano la dirigente regionale dei servizi all’impiego, Stefania Gatti, il coordinatore di Anpal, Maurizio Sorcioni, tecnici e funzionari dei centri impiego e di Anpal stessa. «Il protocollo d’intesa, basato soprattutto sull’attività di scouting aziendale – ha concluso Paparelli – rappresenta quindi uno strumento fondamentale per raggiungere gli obiettivi che sono propri dei centri impiego in una logica di accompagnamento allo sviluppo del sistema produttivo territoriale, soprattutto per connessione con le aziende più dinamiche e innovative».