Ires e Cgil: «Rischio crisi permanente»

Il segretario generale Cgil Umbria Sgalla: «Occorre un intervento d’emergenza»

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Interventi rapidi, per scongiurare il pericolo di una «crisi permanente e irreversibile» dell’economia umbra. È il giudizio del segretario generale Cgil Umbria, Vincenzo Sgalla, dopo la presentazione del focus sull’economia umbra dell’Istituto di Ricerce Economiche e Sociali Toscana sul primo trimestre del 2015 e la mappa delle principali crisi industriali della regione. Uno scenario che non induce all’ottimismo.

IL FOCUS DELL’IRES TOSCANA SULL’ECONOMIA UMBRA

Parziale miglioramento Nel documento presentato venerdì l’Ires informa che «il primo quarto del 2015 per l’Umbria si è caratterizzato per un parziale miglioramento dei primi segnali che attestavano la conclusione del lungo periodo recessivo».

Mappa di crisi, conteggio (totale 185)
Settore metalmeccanico 47 (21 Perugia, 26 Terni)
Commercio-Terziario-Servizi 47 (29 Perugia, 18 Terni)
Edilizia Costruzioni 20 (11 Perugia, 9 Terni)
Agroalimentari 9 (3 Perugia, 6 Terni)
Chimica tessile 22 (9 Perugia, 13 Terni)
Trasporti 5
Grafica – cartotecnica – telecomunicazioni 18
Cooperazione sociale 17 (Perugia 10, Terni 7)

Intervento d’emergenza Il segretario generale Cgil Umbria, Vincenzo Sgalla, è netto nel suo giudizio sui passi da compiere: «Dobbiamo uscire dalla logica della contrapposizione tra ‘gufi’ e ‘salvatori della patria’. La crisi c’è: i dati presentati, insieme a quelli dell’Istat, di Confindustria e di svariati altri soggetti, lo dimostrano in maniera inequivocabile. E non basta un po’ di ‘doping occupazionale’, rappresentato dagli incentivi stanziati dal governo per le assunzioni a tempo indeterminato, ad invertire il trend. Quello che serve è prima di tutto un intervento d’emergenza, che, attraverso l’impegno di tutti, ci consenta di risolvere il maggior numero possibile di crisi presenti nella nostra mappa, e al tempo stesso un progetto di rilancio del sistema produttivo dell’Umbria».

Il forte rischio L’Umbria potrebbe, aggiunge Sgalla, «essere risucchiata sempre di più in quel pezzo di Italia centro-meridionale che, come spiegato molto bene nell’ultimo studio Svimez, è a rischio di crisi permanente e irreversibile. Dunque, l’idea di una legislatura regionale ‘aggressiva’, come recentemente dichiarato dalla presidente della Regione Catiuscia Marini, ci trova certamente d’accordo. Proponiamo di fissare obiettivi, concreti e misurabili, di creazione di buona occupazione, attraverso un impegno congiunto di tutti i soggetti economici e sociali dell’Umbria: istituzioni, a tutti i livelli, associazioni delle imprese, organizzazioni sindacali, mondo del credito e università».

Le azioni Sgalla conclude indicando i punti sui quali c’è da lavorare per uscire dal momento: «Le risorse disponibili, a partire dai fondi europei della nuova programmazione, devono essere legate direttamente alla creazione di lavoro. Accanto a questo, occorre individuare nuove forme di welfare regionale in grado di sostenere concretamente le fasce di popolazione, sempre più ampie, che subiscono duramente gli effetti della crisi. Insomma, appurato che il tunnel è ancora lungo, è necessario attrezzarci per la sopravvivenza al suo interno».

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